La finzione del vero. A Roma in una notte d’inverno

...La letteratura è sostanzialmente un Dopotutto. Questo accade quando ti accorgi che la scrittura è stata la vera compagna che ha tentato di sconfiggere la solitudine. Con gli anni...La letteratura che mi ha insegnato Kafka fa sempre i conti con la vita. Con la propria vita... È notte. Roma è deserta. Se senti bussare alla porta cosa mi aspetta? La cena è servita!

Quando lessi Kafka per la prima volta? Mi è stato chiesto nel corso di una intervista. In tempi lontani. Frequentavo il quarto anno del Liceo. Forse, o prima. Fu, comunque, una lettura angosciante. Quel Processo e quel Castello da allora sono diventati percorsi indimenticabili e anche inevitabili nel mio viaggio di lettore e di scrittore. Nel mio cerchio di adorabili e terribili ironie. Da allora compresi che la letteratura non è mai cronaca. Ovvero reale che si intreccia con realismo. La letteratura è un baratto di linguaggi. Capii che gli schemi dei generi letterari sono forme che non interessano gli scrittori ma i critici, i docenti, gli accademici. La letteratura che mi ha insegnato Kafka fa sempre i conti con la vita. Con la propria vita. Come in Pavese. Come in Camus. Come in Maria Zambrano.

Lo scrittore inventa non solo la vita che vive, ma anche il pensiero pensato una volta e ripensato dopo. La letteratura è sostanzialmente un Dopotutto. Questo accade quando ti accorgi che la scrittura è stata la vera compagna che ha tentato di sconfiggere la solitudine. Con gli anni. Di fronte c’è soltanto il sottosuolo. Graffiandolo ti trovi ad abitare un al di là del male e un al di là del bene. Mai il reale. Bensì la finzione del vero. E oltre?

È notte. Roma è deserta. Ci sono soltanto le luci e in lontananza il rumore frusciante delle auto anonime. Si sfoglia il tempo e la cenere del sigaro scivola sulla cravatta slacciata snodata allentata. Ma non tolta dal collo della camicia. In una stanza di hotel. Cosa è il Processo? E il Castello? Se senti bussare alla porta cosa mi aspetta? La cena è servita!

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, è direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Recentemente, con decreto del Ministro della Cultura, è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“.

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