Mario Fratti, drammaturgo abruzzese a New York. Nel ricordo di Emanuela Medoro

Aquilano laureato alla Ca’ Foscari di Venezia, anche filologo, studioso della lingua inglese, elaborata con una originale metodologia, adoperata negli Stati Uniti, per quaranta anni. Un drammaturgo che ha lasciato un’opera teatrale complessa con l'utilizzo della doppia lingua, ricca di temi, osservazioni e brillanti dialoghi ispirati da argomenti di attualità. In attesa dell'uscita de " il mondo di Mario Fratti" libro dedicato da Goffredo Palmerini al conterraneo e amico di sempre, festeggiamo il 96esimo compleanno che, Mario avrebbe compiuto il 5 luglio


Un aspetto interessante dell’opera di Mario Fratti è l’uso di due lingue, l’italiano e la lingua inglese, non nativa, acquisita nell’età adulta. Fu non solo drammaturgo ma anche filologo, ovvero studioso della lingua inglese, per cui elaborò un suo metodo originale, usato negli USA per quaranta anni.

Laureato in lingue straniere alla Ca’ Foscari di Venezia, aveva di sicuro già acquisito una buona padronanza dell’inglese. Una volta trasferitosi definitivamente a New York nel 1963 sentì il bisogno di arrivare ad usare un tipo di lingua inglese il più possibile vicina a quella nativa. Infatti osservò che i nativi producono una qualità di lingua diversa da quella che parlano gli stranieri non nativi,anche quando la padroneggiano bene. Da questa osservazione nacque un suo straordinario modo di arricchire il suo inglese, per arrivare ad una comunicazione parlata e scritta il più possibile vicina a quella dei parlanti nativi.

A proposito di questa attività di ricerca, Mario Fratti annotava: “L’inglese non è la mia prima lingua. Durante la mia lunga carriera ho trovato che ci sono molte espressioni o modi di dire in inglese che, a causa della unicità del loro costrutto, non saranno mai facilmente usate da quelli la cui prima lingua non è l’inglese. Per far sì che le traduzioni in inglese dei miei lavori suonassero più autenticamente inglese (o inglese–americano), ho dato la caccia ed ho collezionato molte frasi inglesi, costrutti grammaticali, che sono in qualche modo così idiomatici che non saranno mai ovvi per quelli la cui prima lingua è diversa dall’inglese. La raccolta è durata circa quaranta anni.” Questa citazione proviene dall’introduzione scritta per un mio libretto che raccoglieva alcune sue frasi per argomenti, e le traduceva in italiano. Ricevetti da lui una lettera di ringraziamento che ancora mi commuove, quando la rileggo.

La raccolta consiste in una decina di quaderni pieni di frasi provenienti da contesti diversi, fra cui cito il New York Times che leggeva tutti i giorni. Leggendo alcuni di questi quaderni ho notato particolare interesse per frasi che toccano i temi ricorrenti nella sua opera di drammaturgo: persone e atteggiamenti, idee e sentimenti, conflitti, bugie e inganni, relazioni sociali, il lavoro e gli affari, vincitori e vinti, la politica e lo spettacolo. Rileggo le fotocopie di alcune pagine dei suoi quaderni, le frasi mi sembrano bellissime e ne riporto un breve elenco ad esempio, separandole con una sbarra come faceva lui.

Why are you pushing me away? / cold water in her hopes/ You look deep in thought / let’s not cloud the issue/ right to the heart of the matter/ he’s on the war path/ at least I am consistent/ a big turn out at the polls/ memory is the salt of earth/ on the run home/ your tone was wasping/ we are not that possessive…

Scelgo di riportare la traduzione in italiano di queste frasi nell’ordine in cui sono scritte perché mi piace far vedere al lettore il modo in cui lui le scriveva, senza interventi o modifiche: Perché mi allontani? / Doccia fredda per le sue speranze/ Sembri assorto nel pensiero/ Non oscuriamo l’argomento/ Proprio al cuore della questione/ Sta sul sentiero di guerra/ Almeno, sono coerente/ Un grosso cambiamento alle urne/ La memoria è il sale della terra/Di corsa a casa/ Il tuo tono era stizzoso/Non siamo così possessivi…

Rileggendo queste frasi mi sembrano tanto belle, potrei andare avanti tanto… mi fermo dicendo che questi quaderni sono una preziosa raccolta di lingua inglese, fatta da una persona dotata di una eccezionale, direi unica, sensibilità per la comunicazione di fatti e sentimenti.

Sarebbero un tesoro da studiare e meditare se diventassero parte della biblioteca di lingua inglese dell’università dell’Aquila, e anche un bellissimo ricordo di Mario Fratti, un concittadino, un drammaturgo che ha lasciato un’opera per il teatro complessa, ricca di temi, osservazioni e brillanti dialoghi ispirati da argomenti di attualità.

Al centro Mario Fratti accanto Goffredo Palmerini

A conclusione di questi cenni su un particolare capitolo dell’opera di Mario Fratti, ricordo le visite che spesso faceva a L’Aquila, dove incontrava tanta gente che lo apprezzava e amava. Noi dobbiamo avere sempre un ricordo di tanta gratitudine e profondo affetto per questo aquilano apprezzato e amato in tutto il mondo.

La presentazione a L’Aquila del libro “Il mondo di Mario Fratti” di Goffredo Palmerini, il 12 luglio prossimo, sarà un’occasione d’oro per ricordare il valore e la fama del drammaturgo ma anche per sottolineare la sua grande sensibilità e umanità. E con questa nota voglio ricordarlo in questi giorni quando il 5 di luglio avrebbe festeggiato il 96° compleanno.

photocover: Emanuela Medoro, Mario Fratti

Stampa Articolo Stampa Articolo