IMMINENTE L’USCITA DEL VOLUME “IL MONDO DI MARIO FRATTI” DI GOFFREDO PALMERINI

Il teatro, la vita, le opere e l’indole del grande drammaturgo aquilano, scomparso due mesi fa a New York

L’AQUILA – E’ imminente l’uscita del volume “Il mondo di Mario Fratti” di Goffredo Palmerini (One Group Edizioni), un tributo verso il grande drammaturgo italiano vissuto a New York e recentemente scomparso. Mario Fratti (L’Aquila, 5 luglio 1927 – New York, 15 aprile 2023) avrebbe compiuto 96 anni il 5 luglio prossimo. Questo libro sull’insigne autore teatrale conosciuto in tutto il mondo ne racconta la vita e le opere, indole e umanità, grazie alla consuetudine di rapporto e amicizia, di relazioni e incontri, evidenziando valori vissuti e aspetti di quotidianità. Numerose,

infatti, sono le settimane che Palmerini ha passato con Mario Fratti, ogni anno facendogli visita a New York dove il drammaturgo viveva dal 1963 e dove aveva insegnato alla Columbia University e poi all’Hunter College. Con lui Palmerini ha svolto iniziative ed eventi culturali significativi alla New York University, all’Italian American Museum, al Westchester Community College e al Westchester Italian Cultural Center di New York, riferiti poi in dettagliati reportage. Come pure le missioni culturali che, insieme a Fratti, il giornalista e scrittore aquilano ha realizzato a Boston, Princeton e Philadelphia.

Mario Fratti è uno degli autori di teatro tra i più affermati al mondo, con un impressionante palmares di riconoscimenti prestigiosi, tra i quali spiccano 7 Tony Award, per il teatro come gli Oscar per il cinema. Quasi un centinaio le sue opere, commedie e drammi, molte delle quali tradotte in 21 lingue e rappresentate in oltre 600 teatri nel mondo, dagli Stati Uniti al Brasile, dal Messico all’Argentina, dall’Australia alla Cina, dal Giappone alla Russia, dalla Corea alla Turchia, come in a tutti i Paesi della vecchia Europa. Il libro vuole dunque essere un omaggio all’Uomo e allo Scrittore, ma anche uno stimolo perché in Italia, in Abruzzo e a L’Aquila, sua amata città natale, si apra un’auspicabile stagione di riflessione e di studio, in campo letterario come in quello accademico, sul valore della cospicua scrittura drammaturgica di Mario Fratti.

Egli stesso, in una lunga interessante intervista di qualche anno fa, parlando di cosa sarebbe accaduto dopo la sua morte, aveva vaticinato una forte valorizzazione dell’intero corpus delle sue opere, anche se in verità il successo per la sua drammaturgia era stato pressoché immediato negli Stati Uniti e poi nel mondo, a differenza di grandi autori di teatro americani – come Tennessee Williams, Arthur Miller, Edward Albee ed altri -, che sono stati adeguatamente apprezzati solo post mortem. O come il caso di grandi autori europei – come per esempio Bertolt Brecht, Jean Paul Sartre, Eugene Ionesco -, che in America non hanno avuto l’apprezzamento meritato in Europa, sebbene rispettando una bizzarra equazione secondo la quale in America il drammaturgo europeo conquista una sua reputazione solo se resta “europeo”.

Paul Thomas Nolan, professore dell’University of Southwestern Louisiana, riguardo al singolare caso della drammaturgia di Fratti, ha invece osservato: […] Fortunatamente per il dramma moderno, Mario Fratti ha spezzato questa regola con gran successo. Ha dimostrato che può fondere gli elementi della sua tradizione europea con l’esperienza americana, creando un tipo di dramma che fa onore ad entrambi i continenti. Fratti scrive come nessun autore americano potrà mai, perché porta alla sua comprensione della società americana non solo la compassione e l’indignazione morale di ogni uomo sensibile, ma anche la caratteristica tolleranza e rassegnazione che è presente in scrittori associati in un’antica civiltà. Egli mette anche nei suoi drammi americani qualcosa di più vasto e differente di quanto si trovi nei lavori di Eugene O’Neill, Arthur Miller e Tennessee Williams; ci indica qual è il posto della società americana oggi nel mondo. E, stranamente, Fratti mostra spesso più fede nel sogno americano di quanta ne abbiano gli autori locali, una fede fatta di tolleranza e di pazienza. Mario Fratti sta aiutando gli americani a scoprire il loro paese. […]”

Fratti, con la modestia e l’onestà intellettuale che l’ha sempre contraddistinto, spesso confidava: “Vivere in America mi ha insegnato ad essere più tollerante, più paziente, più oggettivo. Capisco meglio i problemi delle minoranze. Questa società americana, con tutti i suoi problemi e i suoi conflitti, è la società ideale per un drammaturgo”.  Il libro di Palmerini, in 368 pagine, della drammaturgia di Mario Fratti, del consenso che l’ha premiata a livello mondiale, dei valori umani etici e politici che l’ha ispirata, ne vuole dare un primo significativo saggio. Il volume, presto disponibile nelle librerie e sui principali Store online, reca in apertura un contributo di Presentazione vergato da Valentina Fratti, figlia del grande drammaturgo e anche lei autrice teatrale, regista e attrice.

Valentina Fratti
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