Il dramma di Maria Antonietta: lo scandalo della collana. Il libro e l’intervista a Salvatore Falzone

“In fondo la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell’uso”. Così affermava Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. 15 agosto 1785 in una Versailles a festa per il giorno dell’Assunzione della Vergine Maria e l’onomastico della sovrana. L'autore in una accuratissima ricostruzione storica tra passato e presente, racconta l'attualità dell' Affaire du collier

“In fondo la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell’uso”. Così affermava Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, principe di Benevento, principe duca di Talleyrand e pari di Francia. Una frase più che mai calzante, visti i fatti storici che hanno portato alla Rivoluzione Francese e alla caduta della monarchia.

Nel volume “Il dramma di Maria Antonietta: lo scandalo della collana” Salvatore Falzone racconta, attraverso una ricostruzione storica accuratissima, la vita di Maria Antonietta alla corte di Versailles. Al centro della narrazione la famosa truffa commessa ai danni della regina ideata da una nobile decaduta, la spregiudicata signora de La Motte, nota anche come Jeanne Valois. Una vicenda che coinvolge anche personalità dell’alta nobiltà, come il cardinale Louis de Rohan, protagonista inconsapevole dell’imbroglio. Lo scandalo esplode il 15 agosto 1785 in una Versailles a festa per il giorno dell’Assunzione della Vergine Maria e l’onomastico della sovrana. Una vicenda che travolge la regina e la monarchia con drammatiche conseguenze. Ne abbiamo parlato con l’autore,Salvatore Falzone:

Quali furono i fatti che portarono allo scandalo “dell’affaire du collier”?

Una costosa e pesante collana, i due gioiellieri, Bassenge e   Boehmer, avevano cercato in tutti i modi di “piazzarla” presso la Regina. Più volte avevano presentato il monile sia a Maria Antonietta che a Luigi XVI, ricevendone, in cambio, sempre una risposta negativa. Sull’orlo del fallimento, i due gioiellieri, promisero una ricompensa a chi avrebbe convinto la sovrana dell’acquisto. In questo clima si presentarono le condizioni per i contatti con Jeanne Valois e l’acquisto, in nome e per conto della Regina,  che vedeva come garante il cardinale de Rohan. E’ giusto ricordare che Maria Antonietta era all’oscuro di queste manovre.

Maria Antonietta è passata alla storia come una donna frivola e superficiale, amante del lusso e insensibile alle condizioni del popolo in miseria. Com’era veramente Maria Antonietta?

Maria Antonietta arrivò in Francia all’età di appena quindici anni. Era poco più di una bambina, inoltre vi era una notevole differenza tra la corte di Versailles e la corte di Vienna. Maria Teresa, madre di Maria Antonietta, aveva sempre preservato la vita privata della sua famiglia, le formalità erano meno stringenti, invece in Francia tutto ruotava attorno all’etichetta, agli usi antichi e formali. Maria Antonietta era al centro delle attenzioni sia benevole che malevole.Accusata di essere frivola, capricciosa, dissipatrice, di avere molteplici amanti… in realtà era una persona che voleva la sua libertà, la sua vita, non essere sempre sotto gli sguardi interessati, dove ogni suo gesto sanciva l’inimicizia o l’amicizia per convenienza.

A Versailles gli intrighi erano all’ordine del giorno, tra pettegolezzi e falsità per accaparrarsi la benevolenza dei sovrani e godere dei privilegi e il prestigio dell’aristocrazia. Maria Antonietta attraverso un comportamento più “accorto”avrebbe potuto avere qualche chance per evitare lo scandalo che l’ha travolta?

Nel grande intrigo i personaggi sono diversi. Maria Antonietta avrebbe dovuto essere più attenta alle “mezze informazioni” del banchiere Saint James. Apprendiamo dalle memorie di madame Campan che la Regina le chiese di chiedere ai gioiellieri della sorte della collana. La risposta che ricevette la prima dama della sovrana fu che la collana era stata inviata al sultano per la sua favorita. La vicenda sembrava così risolta, invece non lo era affatto! Avrebbe dovuto chiedere di svolgere indagini a chi di competenza. E poi rimarrà sempre il dubbio del perché il banchiere non fu più esplicito, egli stesso sapeva del movimento del denaro a favore dei due gioiellieri e della garanzia del cardinale de Rohan.

Dal libro si evidenzia anche il forte peso dell’aristocrazia sui sovrani . E’ il caso dell’imposizione subita da Luigi XVI per garantire la carica di Grande Elemosiniere al Principe Luigi De Rohan, inviso al re e soprattutto alla regina?

Esattamente. Il cardinale Luigi Eduardo Renato de Rohan apparteneva ad una delle famiglie più potenti di Francia. Un uomo in piena crisi e in balia di oscuri personaggi.
La monarchia si reggeva sull’antico patto di una nobiltà che versa il sangue a favore del Re in caso di guerra, di un clero che deve le sue preghiere e di un Terzo stato che deve il suo lavoro. Inimicarsi il cardinale voleva dire inimicarsi i due primi Ordini e personaggi illustri e interessati di tutta la famiglia Rohan.

Anche il conte di Cagliostro, figura affascinante e avvolta nel mistero ha avuto un ruolo nella vicenda. Quale?

Il conte di Cagliostro è una figura particolare, per alcuni era una sorta di guaritore per altri un imbroglione. Personaggio che godeva di certe referenze. Nella sua difesa, al processo, presentò tre lettere : la prima a firma del ministro degli esteri  Vergennes, la seconda del ministro di giustizia, Miromesnil, infine, la terza, del marchese di Segur. L’abate Georgel, difensore del Cardinale, scrisse nelle sue memorie che si poteva arguire un piano politico di sovversione del “Trono e dell’Altare”, al quale il Cagliostro ne faceva parte. Addirittura, in maniera inaspettata ridimensionava il ruolo della Signora La Motte, quel “demonio in gonnella” come l’aveva apostrofata, in quanto, a suo dire, su alcuni fatti aveva affermato delle cose vere.

Cagliostro era indicato come il vero “motore della truffa”, come colui che aveva rassicurato il cardinale del buon esito della vicenda, sia come far rientrare  il Cardinale nelle grazie di Maria Antonietta che nell’assunzione della carica di gran cancelliere.

-Siamo in pieno illuminismo, si diffondono le idee contro la censura e per la libertà di stampa: Il grande “affaire du collier” attraverso il turbine di notizie su giornali e libelli si trasforma in un Processo. Quanto ha influito l’opinione pubblica sulla caduta del sistema politico monarchico?

Moltissimo. Lo scandalo della collana aveva provocato un vero terremoto nell’opinione pubblica, dai libellisti ai gazzettieri, dalla Corte di Francia a quelle straniere, da popolo parigino alle provincie tutti ne erano colpiti e sentenziavano che la colpa era da attribuire a Maria Antonietta.
Con la notorietà dei fatti, per la prima volta entrava in scena l’opinione pubblica, strumentalizzata e usata, con la sua rabbia, le sue passioni incendiarie e di condanna contro la Regina.

La regina è stata giudicata colpevole dall’opinione pubblica prima ancora che un processo giudiziario giungesse alla sua conclusione.  Questo induce ad una riflessione di grande attualità ancora oggi: la diffusione di fake news o  notizie approssimative o distorte come possono incidere sulla vita politica o sulle libere scelte dei cittadini ?

Con il processo e l’ampia divulgazione, la lotta di potere tra gli ordini dello Stato, la trasformazione del Parlamento di Parigi da soggetto passivo, tenuto ad applicare la legge
e la volontà del sovrano, a quello di soggetto attivo, capace di determinare nuovi corsi politici, l’autorità regale entrava in crisi. Se prima si parlava di presunta decadenza dell’aristocrazia dopo il processo si parlava di decadenza conclamata. D’ora in poi non più la sacralità del Re o della Regina ma il giudizio non più sotterraneo bensì ufficiale di critica nei confronti del potere apicale.

-La storia puo’ insegnare a non cadere negli stessi errori?

Certamente, peccato, però, che l’uomo ricade sempre negli stessi errori.

L’autore

Salvatore Falzone, educatore professionale ed esperto in alfabetizzazione, ha prestato la sua attività presso l’Istituto Testasecca di Caltanissetta per conto della Coop sociale “Iopervoiperio” nell’ambito del Progetto “RI.VI.T.A.”, acronimo di “Riabilitazione ed Integrazione per le Vittime di Torture e Abusi” del Fondo Europeo per i Rifugiati, e del Progetto “SILVER”, acronimo di “Soluzioni Innovative per la Vulnerabilità e il Reinserimento Sociale dei Migranti” del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione . Le sue pubblicazioni: “Nel nostro tempo tra terrorismo e conflitto israelo-palestinese”, ed. Bonfirraro, 2007; “L’intreccio del Medio Oriente: Israele-Libano-Palestina”, ed. Lulu, 2015; Il dramma di Luigi XVI, La tragedia del re e della famiglia reale, ed. Lulu, 2020; Il dramma di Maria Antonietta. Lo scandalo della collana, ed. Amazon, 2022.

Stampa Articolo Stampa Articolo