Ho incontrato Eleonora e Gabri a Pescara

L'amore è magia e se non è tale è soltanto un amore...Cerco il destino in ogni nicchia di conchiglia che emana destini. Il viaggio si intreccia di destini che non si affidano alla storia. Ma Gabriele D'Annunzio e Eleonora Duse non sono mai stati storia. Il loro amore passione è il destino che si è fatto letteratura...Io continuo ad inventare. In ogni vita inventò la mia...Ma il libro non è finito. Vi trovo comunque una dedica che non leggerò. Anzi leggerò per non dimenticarla...

Non inventai nessuna storia. Raccolsi soltanto il sogno di una notte arrivando nella città di Gabriele. Le città parlano. Non soltanto ti abitano. Cerco il destino in ogni nicchia di conchiglia che emana destini. Il viaggio si intreccia di destini che non si affidano alla storia. Ma Gabriele D’Annunzio e Eleonora Duse non sono mai stati storia. Il loro amore passione è il destino che si è fatto letteratura. Ma io continuo ad inventare. In ogni vita inventò la mia. O in ogni vita faccio in modo che funzioni diventi una maschera della verità dove la recita è atmosfera e l’atmosfera palcoscenico. Qui nasce la fantasia e la finzione intrappola le parole.

Camminarono per le strade di Pescara. Eleonora accanto a Gabri. Si parlarono con gli occhi. Il silenzio fu un viaggio. Stettero ad osservare la pioggia che lenta toccava il primo giorno d’autunno. La terra umida aveva un colore marrone umido. Non c’erano ginepri. Il vento lieve scioglieva i capelli di Eleonora. Gabri con una mano carezzò il suo viso. Le dita scendevano sino alle labbra di lei.

Eleonora si fermò e fece per parlare. Lui le afferrò il viso e la baciò. C’era ancora il silenzio. Le strade sembravano un’isola. Il mare era una distanza breve e le onde erano una scherma sfidando la battigia. Il fuoco non era ancora giunto a raccontare la bellezza inquieta dell’amore e il trionfo della morte era già un passato antico.

C’era solo e ancora piacere dipingendo tra le foglie gialle il notturno che sarebbe stato. I gesti che un tempo erano stati consueti ora sembravano inconsueti nonostante la bellezza che faceva di una città un mistero. Ma Gabriele amava le città morte perché in esse cercava la grecità tragica. Poi giunse una pioggia forte che risuonava sul selciato della camminata. La vita può essere imprevedibile. O soltanto lacerata dal fascino.

Eleonora è Gabriele si ripararono in un portone di un palazzi antico. Si presero per mano e si guardarono sempre più intensamente. E poi?

Gabri si aggiustò il collo della camicia. Eleonora sembrava sul un palco a raccogliere gli applausi. Si erano entrambi persi nei ricordi. Ma restano nelle lettere chiusi un libro spaginato che non conosce nostalgia. La vita è ciò che si vive. Si accorsero di ciò. La figlia di Iorio fu un travaglio. Ad Eleonora non restò che cenere nel vento sparsi tra una pellicola non straordinaria.

La pioggia cessò. Ripresero a camminare. È come se la pioggia avesse ceduto ad un immaginario che stavano vivendo. Ritornarono nelle loro stanze. Chiusero le imposte e la notte si impossessò del desiderio.

Si ritroveranno dopo diversi lustri a tratteggiare i sogni mai diventati realtà. I sogni furono veri. La realtà è ben altra faccenda. Vorrei poter voltare il frontespizio. Ma il libro non è finito. Vi trovo comunque una dedica che non leggerò. Anzi leggerò per non dimenticarla. L’amore è magia e se non è tale è soltanto un amore.

……..

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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