Catania. Presentata la silloge di Vincenzo Caruso “Poesia, per una stretta di mano”

Per le Edizioni Il Convivio, la nuova pubblicazione poetica del medico ematologo catanese Vincenzo Caruso, poeta nell'animo. Inserito in Maggio dei Libri, il volume, è stato presentato nel sito monumentale del Monastero dei Benettini di San Nicolò l'Arena con l'intervento di numerosi critici letterari nazionali

Catania – Con una sua “tornata poetica”, dopo la presentazione lo scorso anno della prima raccolta di liriche “Voglia di esserci”, edita da Il Convivio, Vincenzo Caruso, medico ematologo ma poeta nell’animo, offre ai lettori la sua nuova pubblicazione, con lo stesso editore: “Poesia, per una stretta di mano”.      

                                         

  Inserita nell’ambito della iniziativa  del Comune di Catania “Maggio dei libri”, dal Centro per il libro e la lettura  “Se leggi ti lib(e)ri, la presentazione della silloge si è svolta, mercoledì 8 maggio 2024, nella prestigiosa sede del Monastero dei Benedettini, Refettorio piccolo delle Biblioteche Riunite” Civica e A. Ursino Recupero” con interventi di Milly Bracciante, scrittrice, critico letterario e Stefano Valentini, poeta e direttore del “La Nuova Tribuna Letteraria” Padova; intermezzi musicali di Giulia Longo al flauto traverso; letture di Lina Giuffrida attrice.     

I numerosi intervenuti alla manifestazione sono stati ricevuti, con il garbo elegante e la squisitezza che la contraddistinguono dalla direttrice della Biblioteca, dottoressa Rita Carbonaro che ha presenziato unitamente alla dottoressa Carmela Costa che, in rappresentanza delle istituzioni del Comune di Catania, ha dato ai presenti un saluto di benvenuto.

 Ha condotto la manifestazione, intercalandola con la lettura di alcune liriche, l’attrice Lina Giuffrida.                          

Nel suo intervento la prof. Milly Bracciante ha sottolineato come la poesia di Vincenzo Caruso che si sgancia dai retaggi ottocenteschi, non si rifà a correnti e manierismi novecenteschi, bensì si avventura sul versante della “poesia narrativa” che si pone il compito di raccontare, a partire dal convincimento, peraltro veritiero, per cui “guardare soltanto non ha senso, bisogna saper veder per conoscere e argomentare”. Considerato poeta antiretorico, antilirico, privo dell’uso di metafore, di costrutti complessi, di figure poetiche, Vincenzo Caruso rappresenta una “voce nuova” che predilige l’intercalare narrativo e l’uso dell’incidentale come momento di riflessione interiore che serve a far conoscere agli altri semplicemente con l’umiltà di un verso libero ciò che egli stesso è riuscito a conoscere osservando nella sua essenzialità la realtà della vita scontata di ogni giorno con occhio nuovo volto sempre e comunque al positivo. E’ un percorso, questo che introduce io sguardo distratto della città terrestre nella dimensione altra della città celeste dove contano i valori dello spirito, dove la morale è essenziale misura di vita e l’empatia è anche donazione di sé intesa come testimonianza di fratellanza, di comunione, di condivisione gratuita, dove lo scarto del diverso è scandalo dell’umanità come più volte ha ricordato Papa Francesco. Una poesia che non dimentica il respiro di Bellezza della natura e ne esalta i valori anche attraverso scatti fotografici per immortalarli, una poesia che dando voce alle cose con il loro linguaggio si risolve in un legame di carità umana e cosmica come per una stretta di mano.

Intervenuto in streaming, Stefano Valentini ha di seguito operato una carrellata critica su molte delle poesie edite evidenziandone un’urgenza espressiva per lunghi anni mai manifestata ma interiormente sicuramente coltivata, soffermandosi, poi, sui particolari che ne caratterizzano di volta in volta la valenza e danno forza al pensiero dell’Autore volto ad evidenziare il positivo della realtà e della vita come risultato dei principi del Bello e del Vero che contraddistinguono la visione cristiana della vita laicamente e semplicemente vissuta nel Bene, nel godimento e nella gioia, per l’appunto, di “esserci”. Laddove la poesia per Vincenzo Caruso non può che essere condivisione, partecipazione, presenza, comunità, e la parola è forza, benedizione, cruciverba, il poeta la cerca e da essa è cercato in dimensione amorosa capace di suscitare emozioni. Ed emozioni, infine hanno suscitato armonici brani di intermezzo, felicemente eseguiti dal flauto traverso di Giulia Longo.   

                                                                                                                                                                   

 

                                                                                                                                                         

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