Il Sindacato italiano visto dalla CIA. Dal Fascismo alla Guerra Fredda. Trilogia II volume di Raffaele Romano

Niente è vero ma tutto può essere possibile. Nell’imperscrutabile mondo delle intelligence...15 novembre ore 17.00, Università Popolare via IV Novembre a Roma. Presentazione del volume appena pubblicato di Raffaele Romano. Tra i relatori Giorgio Benvenuto (Presidente Fondazione Buozzi). Il saggio copre un arco temporale che va dagli anni ’30 agli anni ’80 del XX secolo e si avvale di una vasta quantità di materiale desecretato inerente il mondo sindacale italiano ed europeo. Il volume rovesciando teorie precostituite evidenzia falsi storici come quelli legati alla nascita della CISL e della UIL finanziati a suon di miliardi di lire dagli USA..."Se un Paese non conosce la Storia non sa da dove viene, non comprende il presente e quindi, cosa ancor più grave, non è in grado di costruire il futuro.” Ed è questa la condizione dell’Italia

.

ROMA, 10 ottobre 2023 – Niente è vero ma tutto può essere possibile…Nell’imperscrutabile mondo delle intelligence. Col motto dell’Autore:

Se un Paese non conosce la Storia non sa da dove viene, non comprende il presente e quindi, cosa ancor più grave, non è in grado di costruire il futuro.”  Ed è questa la condizione dell’Italia.

“Il Sindacato italiano visto dalla CIA. Dal Fascismo alla Guerra Fredda”. Presentazione a Roma il prossimo 15 novembre 2023 alle 17,00 presso la sede dell’Università Popolare in VIA IV NOVEMBRE 157, del secondo volume appena pubblicato di Raffaele Romano per l’edizione Amazon.

Harry Truman, Giulio Pastore, Giovanni Canini e Claudio Rocchi.

Il testo, il secondo di una trilogia segue il precedente “Andreotti, Craxi e Moro visti dalla CIA”, proponendosi in continuità con la possibilità di accedere a documenti “top secret”. “Se un Paese non conosce la Storia non sa da dove viene, non comprende il presente e quindi, cosa ancor più grave, non è in grado di costruire il futuro.”

” Tocca constatare che nella scuola i programmi riguardanti la Storia in generale sono di molto calati sia in qualità che in quantità. In modo più specifico, le pagine della Storia Contemporanea sono state ridotte al lumicino. Per Storia contemporanea si intende quella che va dalla “Rivoluzione francese” ad oggi – commenta Raffaele Romano contattato da Paese Italia press.it – Non volendo esagerare è fondamentale una buona conoscenza del XX secolo. In questo contesto si potranno comprendere, da parte delle giovani generazioni, i fatti nazionali ed internazionali in merito all’economia, all’industria e alla finanza, per non parlare della diplomazia e dei rapporti di alleanze militari e tutto quanto ad esse collegato. In questo si distingue questo libro fresco di stampa. Utilizzando molti documenti declassificati provenienti dalla CIA e dal Dipartimento di Stato e dalla sua vasta raccolta di carte personali, Romano presenta uno studio autorevole anche sull’O.S.S. (Office of Strategic Services) ovvero il servizio segreto da cui nacque anni dopo la CIA. A capo dell’O.S.S. in Italia durante la seconda guerra mondiale e negli anni successivi vi fu un italo americano Max Corvo che offre un quadro dettagliato del lavoro della Sezione di intelligence segreta italiana, del suo rapporto con altre parti della comunità dell’intelligence e dell’impatto delle sue operazioni sulle relazioni italo-americane del dopoguerra”

Ciò premesso il saggio copre un arco temporale che va dagli anni ’30 agli anni ’80 del XX secolo con particolare attenzione ed una grande quantità di materiale ritrovato e poi desecretato inerente al periodo che va dal 1941 al 1951 in Europa ed in Italia e che afferisce al mondo sindacale italiano ed europeo. Quasi certamente i critici antiamericani tout court potranno sobbalzare all’affermazione che Romano scrive nel prologo: “questo libro lo si è potuto scrivere, come il precedente Andreotti Craxi e Moro visti dalla CIA, solo in virtù della forza della democrazia statunitense.” In particolare al “diritto all’informazione” da parte di ogni singolo cittadino anche se non americano. Incomparabile diritto che da noi è impensabile ed osteggiato dal più semplice degli impiegati pubblici fino ai sacri vertici della burocrazia imperiale bassaniniana. Tale periodo è contrassegnato da due fenomeni la democrazia esportata da Washington ad ovest dell’Europa e quella delle Repubbliche Popolari esportata da Mosca a Est del nostro antico continente. Durante il secondo conflitto mondiale gli apparati di intelligence si davano un gran da fare non solo verso gli avversari, tedeschi e italiani in primis, ma anche fra di loro come spesso accadeva fra americani e britannici. In tutte le sedi dei loro incontri Churchill, Stalin e Roosevelt, sia durante che dopo la fine del conflitto, non facevano altro che discutere per dividersi il controllo e la sfera di influenza prima sulla Europa e poi sul resto del mondo. Quindi all’interno della guerra se ne aprì un’altra, più cruenta e invisibile ai più, quella fra gli apparati di sicurezza per il controllo di Paesi che sarebbero ricomparsi sul proscenio mondiale in funzione del dominio economico commerciale dei vincitori. La nazione che possedeva un apparato economico, finanziario ed industriale indiscutibilmente superiore a tutte le altre messe insieme erano gli Stati Uniti che, con le loro Major e le loro Trade Union, avevano interesse a far incassare vantaggi economici e militari agli USA ponendo alla base del sistema di interscambi mondiali il dollaro intorno al quale sarebbe ruotato tutto. Quindi in Italia, come in altri Paesi europei, si dovette scegliere fra il mondo capitalistico americano o quello della collettivizzazione dei sovietici. Per fortuna la maggior parte scelse il libero mercato e ciò determinò scelte dolorose e anche sopraffazioni. Gli Stati Uniti in quegli anni compresero che da queste spartizioni loro ne avrebbero tratto vantaggi incommensurabili, però questo avrebbe comportato svolgere un ruolo di controllo ed orientamento mondiale. Purtroppo in Italia molti fra sindacalisti e politici non compresero da quale parte stare e si fecero offuscare nel rivolgersi ad oriente piuttosto che ad occidente. Il libro esamina la documentazione riguardante lo Short Military Armistice, il vero atto di armistizio e di resa incondizionata, in 12 punti del 3 settembre 1943 prima dell’8 settembre 1943 col quale, nonostante gli sforzi dei badogliani, l’Italia non venne accettata come alleata, bensì nell’ambiguo ruolo di cobelligerante infatti divenne alleata solo il 4 aprile del 1949 quando ufficialmente entrò nella NATO.

In estrema sintesi il libro, sostiene Raffaele Romano – è uno spaccato storico di quanto accaduto in quei terribili 50 anni del XX secolo. In primis un’analisi sugli errori politici del partito socialista e di Nenni, in particolare, lasciatosi irretire da Togliatti in un patto d’unità d’azione fino al 1956 e che consacrò il partito ad un ruolo ancillare e subalterno interno ed internazionale e che solo l’avvento di Craxi e dei quarantenni nel 1976 iniziò a ribaltare. Poi c’è il filo rosso dei socialisti riformisti nel sindacato che, guidati da Bruno Buozzi, rimisero in piedi l’unità sindacale firmando il “Patto di Roma”. I misteri legati all’uccisione di Buozzi che, molto probabilmente, poteva essere salvato e gli attacchi documentati dei comunisti contro la forte leadership del Buozzi.

La forte pressione statunitense con la fattiva collaborazione del sindacato USA in Europa ed in Italia affinchè Francia, Grecia ed Italia mettessero in piedi un sindacato anti comunista e l’enorme rete di spionaggio con doppi e triplici giochi ed il forte ruolo degli italo americani impostò la politica internazionale dopo il 1943 e la lotta a tutto campo con lo scoppio della Guerra Fredda e la scelta di campo in cui stare. Il ruolo di doppiogiochista di Domenico De Ritis che era stipendiato dall’OVRA, tutore ed amico dei Matteotti e iscritto al PSI.

Tutto attraverso molti documenti riprodotti che rovesciano in toto falsi storici come quelli legati alla nascita della CISL e della UIL in cui il vero finanziato a suon di milioni dagli USA fu la CISL Giulio Pastore mentre, contro la vulgata comune, gli americani erano contrari alla nascita della UIL che, in realtà, non fu aiutata dal punto di vista economico. Dalle ceneri del riformista Bruno Buozzi passando per Italo Viglianesi fino ad arrivare a Giorgio Benvenuto si evidenzia che la forza del vero riformismo italiano, in contrapposizione al massimalismo dogmatico che non ha mai consentito la nascita di un grande movimento socialista come in tutti gli altri Paesi occidentali, fu quello dei sindacalisti socialisti” .

Incontro di presentazione a Roma

15 novembre 2023 | ore 17: 00

Sede: Università Popolare via IV Novembre, 157

Moderatore: il giornalista Marco Cianca

Interventi di:

Raffaele Romano Autore

Salvatore Rondello (Presidente Circolo Giustizia e Libertà)

Giorgio Benvenuto (Presidente Fondazione Buozzi)

Raffaele Morese (CISL)

Paolo Bombardieri (UIL)

Nicoletta Rocchi (CGIL)

In preparazione prossime presentazioni del volume a Napoli, Belluno, una seconda a Roma ed un’altra a Milano.

Il libro è acquistabile su Amazon.

Stampa Articolo Stampa Articolo