Clima: UE e Cina allineate su accordo di Parigi. Putin prende le distanze da Trump

Washington sembra riaprire il dialogo per un impegno sulla protezione dell'ambiente

La protesta internazionale sulla  mancata intesa sul clima non si ferma. Che Trump restasse sulle sue posizioni annunciate a squarciagola  durante la  sua esilarante campagna alle presidenziali, non è certo un segreto per nessuno. Lo ha detto, ridetto in tutte le salse ed occasioni e ribadito sabato scorso dallo straordinario palcoscenico internazionale del G7 di Taormina, quando forse per evitare uno scontro con i leader presenti e soprattutto con la cancelliera tedesca Angela Merkel – prima volta il presidente in una performance diplomatica – si è preso un po’ di tempo per decidere sul Cop 21 motivando lo stato di revisione degli Usa sul tema. Quel giorno, tanti ricorderanno l’astensione dalle conferenze stampa a margine del Vertice, di Donald Trump e Angela Merkel. Un fuori programma che ha visto  il presidente Usa  defilarsi dallo splendido scenario della costa taorminese per raggiungere  la base Nato di Sigonella, e  parlare ai suoi militari. Mentre la Merkel si intratteneva solo per un breve colloquio con la stampa estera e raggiungere Berlino in serata, da cui mostrava  indignazione nei confronti di Trump, dicendo ‘’sono finiti i tempi in cui ci si poteva fidare .. da ora in poi l’UE dovrà contare solo sulle sue forze’’.

Che le questioni in agenda del  G7 non potessero risolversi all’interno di quell’incontro era scontato ai più, e sottolineato dal premier Paolo Gentiloni nella conferenza con la stampa nazionale ed estera a chiusura del vertice internazionale a guida della presidenza italiana per l’edizione 2017’:’”E’ stata una discussione aperta ma non risolutiva, non mi aspettavo dal G7 grandi soluzioni i problemi e le questioni saranno ripresi in altre occasioni, oggi si è trovato un punto di equilibrio nel documento finale’’ per lotta al terrorismo, accordo condizionato per i migranti,‘’no access’’ invece per l’accordo di Parigi, nodo cruciale che com’era nelle previsioni è rimasto un nulla di fatto.

Ad una settimana esatta si registra il ‘’gran rifiuto’’ di Donald Trump all’accordo di Parigi sul clima e la dura risposta firmata Merkel, Macron e Gentiloni in cui hanno comunicato al presidente americano che l’Europa non avrebbe rinegoziato l’accordo. Concetto peraltro rimarcato alla conferenza di chiusura del G7 dal  presidente del Consiglio Gentiloni ‘’ Noi abbiamo fornito la giusta direzione e non cambieremo assolutamente le nostre posizioni’’. Alla risposta degli Stati Uniti che in meno di una settimana concludono la loro riflessione sul clima, esordendo con un netto e scontato NO, prende le distanze da Trump, perfino Vladimir Putin. Pur non volendo giudicare Trump, ‘’perché è stato il presidente Obama a prendere la decisione di aderire nel  dicembre del 2015 all’accordo di  Parigi’’ e che ‘’l’attuale presidente Usa  non reputa opportune … e che forse pensa che non ci siano le risorse necessarie’’ il capo del Cremlino ha sostenuto che  gli Stati Uniti avrebbero potuto optare per modificare i loro obblighi senza uscire dall’accordo, dal momento che il documento è un “accordo quadro”.    

Rilanci della questione di ora in ora sempre nuovi, dal tavolo del G7 attraverso pulpiti diversi, quello del  Vaticano  “Un disastro per l’umanità e per il pianeta’’  il commento del Cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze e passando per l’ultimo XII summit Ue-Cina a Bruxelles. Il vertice, in cui sia Bruxelles che Pechino hanno ribadito la ferma difesa dell’accordo di Parigi. L’Unione europea e la Cina proseguiranno la lotta contro il cambiamento climatico “con o senza gli Stati Uniti”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, parlando in conferenza stampa congiunta con il premier cinese Li Keqiang e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al vertice Ue-Cina a Bruxelles. Qualche giorno fa anche Cina e l’India si sono aggiunte al coro dei NO a Trump, dichiarando la loro intenzione di rispettare gli accordi a suo tempo firmati.

Scott Pruitt, numero uno dell’Agenzia per la protezione ambientale americana, l’Epa,  diceva di non avere ‘’nulla di cui scusarsi ” “Gli Stati Uniti non hanno nulla di cui scusarsi” per avere deciso di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima,  Ribadendo come aveva fatto ieri dal Rose Garden della Casa Bianca, che la scelta del Commander in Chief è stata “coraggiosa” e che ha “messo gli interessi degli americani al primo posto”. A chi gli ha chiesto se Trump sia convinto che il cambiamento climatico sia una bufala, lui non ha risposto limitandosi a spiegare che “il focus delle discussioni delle ultime settimane era volto a determinare se l’accordo di Parigi era buono o cattivo.

 Tutto questo accadeva ieri,  ma nelle ultime ore si è avuta la sensazione che qualcosa stia cambiando.L’amministrazione Trump e Rex Tillerson cercano di riaprire il dialogo. In questo contesto perfino Washington sembra fare un mezzo passo indietro: “l’America resta impegnata sul fronte dell’alleanza transatlantica e degli sforzi per proteggere l’ambiente”: si legge in un comunicato della Casa bianca – in cui ricordando che Trump aveva personalmente informato Angela Merkel, Emmanuel Macron, Theresa May e Justin Trudeau si afferma che “i leader si sono detti d’accordo nel continuare il dialogo e nel rafforzare la cooperazione sulle questioni ambientali e su altri temi”.

I cittadini americani intanto manifestano contro la decisione del loro presidente di dissociarsi dall’accordo di Parigi e si moltiplicano le prese di posizione contro Trump. New York si è illuminata di verde e l’Empire State building e la Freedom tower si sono accese di lampadine led per segnalare la netta presa di distanza dall’annuncio della Casa Bianca contro il cambiamento climatico. “New York brilla di verde per il nostro pianeta, la nostra salute e il futuro dei nostri figli”, questo il messaggio lanciato su twitter del governatore di New York Andrew Cuomo, seguito dal sindaco Bill de Blasio con City hall illuminata in verde “perchè la grande mela onorera’ l’accordo di Parigi”.L’illuminazione anti-Trump dei maggiori monumenti è stata contagiosa: Oltre allla luce verde del municipio di Boston e il Wilson building a Washington: “abbiamo l’obbligo di proteggere il clima per le generazioni che verranno”, ha twittato la sindaco della capitale, Muriel Bowser,  altre città come Sidney, si sono unite alle metropoli Usa. Verdi anche città del Messico, Montreal e la stessa Parigi: “a dispetto della decisione di Trump, le città applicheranno l’accordo”, ha detto la sindaco Anne Hidalgo.

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