Trump e la ”logica” dell’impulsività

I primi 10 giorni di Donald Trump alla Casa bianca sono stati segnati da una serie di provvedimenti che dimostrano come egli voglia mettere decisamente in pratica le promesse più controverse della sua campagna elettorale: si tratta di ordini esecutivi che non passano per il Congresso

Roma, 1 febbraio 2017 – Mercoledì 23 gennaio 2017, in particolare, sarà ricordato come il giorno del muro, la data nella quale il nuovo presidente degli Stati Uniti ha firmato l’ordine esecutivo per la costruzione di una recinzione che completi la divisione tra l’America e il Messico: 3.200 kilometri che passano per Texas, Arizona, Nuovo Messico e California. «Una mossa, questa del presidente Trump, che desta preoccupazione anche per noi missionari che su quel confine del Nord del Messico seguiamo da anni i migranti a Tijuana e Nuevo Laredo», ha affermato padre Gianni Borin, superiore regionale degli scalabriniani in Europa e Africa.

Il 27 gennaio scorso, inoltre, il presidente Trump ha sottoscritto un ordine esecutivo circa la protezione del Paese da attacchi terroristici per mano di nazioni straniere. «Una delle cose che lascia interdetti – continua padre Borin – forti anche dellanalisi del nostro Center for Migration Studies di New York, è che le nazioni presenti nella lista redatta da Trump sono unicamente a maggioranza musulmana, mentre sarebbero altre quelle che avendo fatto esperienza diretta del terrorismo, secondo la “logica” del neo presidente, sarebbero dovute essere elencate».

«Una tale presa di posizione sui rifugiati – aggiunge il superiore regionale –renderà gli Stati Uniti meno sicuri, dando agli estremisti uno strumento di propaganda a loro favore; farà sentire estranei milioni di musulmani, negli USA e al di fuori, come da questa nostra parte dell’oceano, perdendo loccasione di stringere legami sociali e di solidarietà per costruire insieme una società basata su presupposti di dialogo e cooperazione.

Ribadiamo, perciò e una volta ancora, l’invito pressante ad utilizzare tutte le risorse per la costruzione di una società aperta e tollerante e non per una sua versione miope e chiusa;a bloccare chi sfrutta e schiavizza la persona del migrante e del rifugiato, come i “coyotes” del Messico, o i “passeur” attivi in numerose parti del mondo; a non coltivare logiche di isolazionismo e protezionismo, che con il pretesto di garantire la sicurezza nazionale, discriminano in base a logiche di puro interesse economico o personale»

«Certamente – termina padre Borin – queste scelte politiche rendono il dialogo tra le parti in causa difficile,mentre persistono e si accrescono i fenomeni di movimento di popolazioni i quali, al di là delle analisi socio-politiche, creano situazioni personali drammatiche per masse di esseri umaniRispondere di istinto, con la stessa demagogia di Trump, non farà che aggravare il problema e allontanerà una sua soluzione, per così dire,umano-compatibile».
 

 Missionari Scalabriniani

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