Bruxelles si defila sui migranti a bordo della Diciotti. Dramma umanitario

Prosegue la lunga odissea dei profughi a bordo della nave Diciotti ormeggiata da giorni al porto di Catania. Il governo italiano nega il consenso allo sbarco e Bruxelles al vertice di oggi invocato dal premier Conte non ha ritenuto di condividere l'emergenza

Roma, 25 agosto 2018 – E’ scontro a Bruxelles tra Italia e Unione europea. La riunione tecnica degli sherpa sui  migranti di stamattina si è chiusa con una fumata nera. La  richiesta del governo italiano non è stata accolta dai rappresentanti dei paesi membri intervenuti al vertice. La presa in carico dell’emergenza migranti in Italia ‘lasciata sola dall’Europa malgrado gli accordi presi dai paesi Ue al  Consiglio europeo di giugno’ chiesta dal premier Giuseppe Conte giovedì, a fronte dell’arrivo al porto di Catania della nave  Diciotti  con a bordo 150 profughi ha avuto esiti negativi al vertice concluso da poco. I partner hanno evidenziato che il flusso di migranti pro-capite in Italia è molto al di sotto di quello in altri Stati membri attualmente e perciò, a loro avviso, non vi sarebbe necessità di condividere la responsabilità.

Rimane così irrisolto il caso Diciotti che rischia di divenire un serio dramma umanitario. Ancora in stallo sull’imbarcazione della Guardia costiera 150 persone dei 177 iniziali, 27 bambini sono fatti scendere due giorni fa e trasferiti in ospedale per il supporto medico e psicologico. La vicenda si aggrava ogni giorno di più per le condizioni dei migranti già provati dal difficile viaggio della speranza e costretti a trascorrere stipati giorno e notte sul ponte della Diciotti in assenza di idonee condizioni igieniche. Da Roma non arrivano comunicazione di autorizzazione allo sbarco e cresce la dimensione di disumanità della vicenda.  

Intanto Conte ai partner europei che stamane si sono defilati sulla vicenda Diciotti scrive sui social "E' noto a tutti che l'Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i 'fatti' vorrà dire che l'Italia ne trarrà le conseguenze e, d'ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d'azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa". Il premier aggiunge su  su Facebook,. "L'Italia è costretta a prendere atto che l'Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell'ordinamento europeo". 

Di oggi l’appello delle associazioni del Tavolo Asilo chiedono che ‘’con urgenza hanno chiesto al Governo italiano di autorizzare lo sbarco delle 150 persone ancora a bordo della nave Diciotti.
I migranti soccorsi dalla nave italiana senza ulteriori indugi devono essere messi in condizione di ricevere assistenza adeguata e di beneficiare di tutte le garanzie definite dalla nostra Costituzione, dalla normativa nazionale, comunitaria e dalle convenzioni internazionali, a prescindere dai tempi e dagli esiti della contrattazione politica tra gli Stati Europei. Le risposte dell'Unione europea alla gestione dei flussi migratori, compresi quelli dei minorenni, nel Mediterraneo deve essere richiesta nelle opportune
sedi e non attraverso il trattenimento illegale di persone a bordo di una nave".

Mentre al porto di Catania è in programma una protesta antirazzista promossa da Anpi, No Muos, centri sociali,  Legambiente, Pax Christi e  Cobas sullo sbarco negato dal governo e sul quale la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo di inchiesta, è atteso  un  possibile avvio delle procedure di identificazione dei migranti bloccati nave Diciotti, annunciate ieri dal ministro dell’Interno Matteo Salvini alla rubrica Zapping di radio Rai.

Il riconoscimento punta alla individuazione dei ‘profughi veri’ che secondo Salvini sarebbero ‘in minoranza, dai finti profughi’. Al momento dal Viminale nessuna comunicazione ufficiale di eventuale accertamento della identità delle persone a bordo della nave della Guardia costiera sembra sia pervenuta.

Intanto i migranti continuano a rimanere a bordo della Diciotti in attesa di un briciolo di umanità che non arriva.

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