Michele Del Giudice: 7.000km a piedi in solitaria. Ha raccontato su Rai1 la sua Storia

Michele è uno dei massimi esperti di pellegrinaggi e Cammini a livello internazionale, con particolare riferimento alla via Francigena

Foggia, 15 gennaio 2016 – Dopo aver percorso oltre 7.000 km a piedi, con una protesi, le vie sacre dei cammini, Michele del Giudice è stato ospite del programma di Rai 1 “A Sua Immagine”, nel pomeriggio del 16 gennaio.

La presenza in Rai è un successo meritato per Michele e per ciò che egli rappresenta: la riscoperta del rapporto uomo-natura, la rivalutazione del bellissimi territori percorsi dai Cammini, il piacere del “Camminare” e la valorizzazione dei “Cammini” italiani, come ad esempio "La Via Francigena".

Michele del Giudice è partito dal basso, in maniera umile, cominciando da quel territorio meraviglioso che gli ha dato i natali, il “Gargano”. Nel suo lavoro si può scorgere l’amore che egli nutre per questa area geografica troppo spesso maltrattata e trascurata, ma Michele pian piano ha spinto il suo operato, che è partito dalle semplici escursioni, ad estendersi fino ad arrivare alla via Francigena, senza scordare uno dei più famosi Cammini a livello internazionale, “Il Cammino di Santiago”.

Michele con umiltà, ha percorso chilometri, arrivando a Santiago per conoscere e assimilare ciò che i Cammini rappresentano per l’uomo, la società e il territorio e proprio da questo esempio prende corpo, così, l’idea di  valorizzare la Via Francigena in Italia. Qui comincia la parte più affascinante e, sotto certi aspetti, più dura del lavoro di Michele; con l’aiuto di pochi esperti, senza finanziamenti o sponsor, ma spinto dalla semplice passione e voglia di far risorgere il territorio Italiano, specie il Sud che è tanto arretrato, costruisce una vera e propria avventura degna dei migliori documentari.

Michele parte nel 2012 da Mont Saint Michel e percorre tutta la prima parte della Francigena, la Via dell’Angelo, fino ad arrivare a Monte Sant’Angelo in PugliaCamminaCammini.com”. Michele arricchisce il suo animo e quello degli altri, di chi lo segue e lo sostiene con questa esperienza, quasi 2000 km in solitaria chiedendo ospitalità come gli antichi Pellegrini, ridendo con persone che conosce in un particolare giorno e soffrendo la solitudine e i malanni fisici portati da questa fatica, assaporando comunque ogni singolo istante, come fanno i Pellegrini.

Tuttavia egli sente di non aver completato la sua opera, di non aver assimilato nella sua interezza la Via Francigena, così che decide, una volta tornato, di affrontare un’impresa ancora più grande: partire da Monte Sant’Angelo e arrivare a Gerusalemme, compiendo quello che viene denominato “il Cammino di Dio” e unendo i due tratti della Francigena. Vi riesce l’anno dopo, con enormi sacrifici; tutti coloro che l’hanno seguito hanno pianto e riso con lui, e il suo Diario è stato un successo così di ampia portata, anche a livello internazionale, che Michele non ha potuto non pubblicare un libro sull’argomento dal titolo “Il Cammino di Dio”.

Ad oggi Michele, al suo secondo invito alla Rai, è uno dei massimi esperti di pellegrinaggi e Cammini a livello internazionale, con particolare riferimento alla via Francigena; in queste sue esperienze Michele ha mappato la Via Francigena nella sua interezza non lesinando la sua collaborazione con enti e istituzioni locali e nazionali;ha ristrutturato un edificio a Troia, provincia di Foggia, creando l’Hospital del Cammino, uno dei pochi edifici di accoglienza destinati esclusivamente ai Pellegrinituttora funzionante; ha creato l’associazione “CamminaCammini” la quale si propone in progetti innovativi per lo sviluppo della Francigena, specie nel sud Italia.

La realizzazione di questi progetti è stata affidata alla Rete del Mediterraneo, un "contratto di rete" che lavora su base nazionale ad un nuovo modello di innovazione e collaborazione per la promozione dei territori.

Michele ha insomma creato e fatto tanto, ma con umiltà, nel pieno stile dei Pellegrini, i quali sono felici con poco, tristi magari di fronte anche ad un semplice rifiuto di un po’ di pane, ma in definitiva sempre più ricchi nell’animo.

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Foggia –  Dopo aver percorso oltre 7.000 km a piedi, con una protesi, le vie sacre dei cammini, Michele del Giudice è stato  ospite del programma di Rai 1 “A Sua Immagine”, nel pomeriggio del 16 gennaio.

La presenza in Rai è un successo meritato per Michele e per ciò che egli rappresenta: la riscoperta del rapporto uomo-natura, la rivalutazione del bellissimi territori percorsi dai Cammini, il piacere del “Camminare” e la valorizzazione dei “Cammini” italiani, come ad esempio "La Via Francigena".

Michele del Giudice è partito dal basso, in maniera umile, cominciando da quel territorio meraviglioso che gli ha dato i natali, il “Gargano”. Nel suo lavoro si può scorgere l’amore che egli nutre per questa area geografica troppo spesso maltrattata e trascurata, ma Michele pian piano ha spinto il suo operato, che è partito dalle semplici escursioni, ad estendersi fino ad arrivare alla via Francigena, senza scordare uno dei più famosi Cammini a livello internazionale, “Il Cammino di Santiago”.

Michele con umiltà, ha percorso chilometri, arrivando a Santiago per conoscere e assimilare ciò che i Cammini rappresentano per l’uomo, la società e il territorio e proprio da questo esempio prende corpo, così, l’idea di  valorizzare la Via Francigena in Italia. Qui comincia la parte più affascinante e, sotto certi aspetti, più dura del lavoro di Michele; con l’aiuto di pochi esperti, senza finanziamenti o sponsor, ma spinto dalla semplice passione e voglia di far risorgere il territorio Italiano, specie il Sud che è tanto arretrato, costruisce una vera e propria avventura degna dei migliori documentari.

Michele parte nel 2012 da Mont Saint Michel e percorre tutta la prima parte della Francigena, la Via dell’Angelo, fino ad arrivare a Monte Sant’Angelo in PugliaCamminaCammini.com”. Michele arricchisce il suo animo e quello degli altri, di chi lo segue e lo sostiene con questa esperienza, quasi 2000 km in solitaria chiedendo ospitalità come gli antichi Pellegrini, ridendo con persone che conosce in un particolare giorno e soffrendo la solitudine e i malanni fisici portati da questa fatica, assaporando comunque ogni singolo istante, come fanno i Pellegrini.

Tuttavia egli sente di non aver completato la sua opera, di non aver assimilato nella sua interezza la Via Francigena, così che decide, una volta tornato, di affrontare un’impresa ancora più grande: partire da Monte Sant’Angelo e arrivare a Gerusalemme, compiendo quello che viene denominato “il Cammino di Dio” e unendo i due tratti della Francigena. Vi riesce l’anno dopo, con enormi sacrifici; tutti coloro che l’hanno seguito hanno pianto e riso con lui, e il suo Diario è stato un successo così di ampia portata, anche a livello internazionale, che Michele non ha potuto non pubblicare un libro sull’argomento dal titolo “Il Cammino di Dio”.

Ad oggi Michele, al suo secondo invito alla Rai, è uno dei massimi esperti di pellegrinaggi e Cammini a livello internazionale, con particolare riferimento alla via Francigena; in queste sue esperienze Michele ha mappato la Via Francigena nella sua interezza non lesinando la sua collaborazione con enti e istituzioni locali e nazionali;ha ristrutturato un edificio a Troia, provincia di Foggia, creando l’Hospital del Cammino, uno dei pochi edifici di accoglienza destinati esclusivamente ai Pellegrinituttora funzionante; ha creato l’associazione “CamminaCammini” la quale si propone in progetti innovativi per lo sviluppo della Francigena, specie nel sud Italia.

La realizzazione di questi progetti è stata affidata alla Rete del Mediterraneo, un "contratto di rete" che lavora su base nazionale ad un nuovo modello di innovazione e collaborazione per la promozione dei territori.

Michele ha insomma creato e fatto tanto, ma con umiltà, nel pieno stile dei Pellegrini, i quali sono felici con poco, tristi magari di fronte anche ad un semplice rifiuto di un po’ di pane, ma in definitiva sempre più ricchi nell’animo.