Jonica karate kyokushinkai

Uno sguardo al Dojo di Enzo Riparare

La mia “via” dello studio delle arti marziali inizia a  tredici anni quando conobbi il Karate kyokushinkai , io già praticavo dello Judo  da qualche tempo, ma quest’ultimo , se pur nobile, non mi attirava molto quanto il karate, che , per quei   tempi,  in cui  ero un ragazzino,  piccoletto , fragile e introverso, avevo intuito che fosse la chiave per diventare il più forte , la risposta giusta  per affrontare la vita e  i tanti bulli che hanno costellato la mia carriera scolastica.

Mi iscrissi all’ A.I.K.K. (associazione  Italiana Karate Kyokushinkai) , di Santa Teresa di Riva (ME) sotto l’ala del maestro  Antonino Berbava . In questo periodo della mia vita conobbi il maestro Enzo Riparare . Sono passati quasi 20 anni , in cui il Dò (“la via” in giapponese) mi ha fatto rincontrare Enzo Riparare , e la Grande ed enorme famiglia che il maestro ha costruito, la “Jonica karate kyokushinkai”.

Da piccolo, forse non ero pronto agli insegnamenti che il maestro Bernava   in quel periodo mi dava , o non ero adatto né alla mentalità troppo rigida, né  allo stile marziale troppo pesante, scelsi allora di fare altre esperienze in altri settori. Passarono molti anni prima di riiniziare il mio studio sul karate,  in cui, “la via” mi ha riportato come, dicevo, ad incrociare il maestro Riparare e il kyokushin. Ero cosciente date le mie esperienze  che il kyokushinkai come detto in precedenza, fosse un Karate chiuso e rigido, cosa che mi portò a pensare che forse non si sarebbe mai compresa la mia necessita’ di studiare più stili,(che traeva ispirazione dagli antichi maestri di Okinawa di qualche secolo fà). 

Questo mi fece entrare nel dojo della Jonica karate kyokushinkai,  proiettato ad un insegnamento nobile e  filosofico che affinasse   il mio essere. Mosso e incentivato comunque, dagli ottimi ricordi del maestro Riparare, che ho  sempre stimato al masimo , chiesi il permesso di poter iniziare questa avventura che mi aiutasse nel mio fine ultimo , cioè   fare più esperienze possibili, per poter poi , un dì, se ne avessi avuto  le possibilità , insegnare arti marziali e la filosofia che ne è alla base , alle persone disabili , agli ultimi , ai bisognosi, per aiutarli e cambiare la loro vita, come in fondo ha cambiato la mia vita in modo radicale.
Già al mio primo incontro con il maestro e ponendogli la mia richiesta ( che poteva comunque essere bizzarra agli occhi della maggior parte dei maestri di arti marziali che ho conosciuto) ottenni dal maestro Enzo , un totale apertura, che mi stupì molto, facendo crollare la mia prima idea  di rigidità .  Ma il mio stupore non si fermò lì , notai una forte propensione all’accoglienza da parte di ogni singolo allievo del Dojo, da cui fui accolto immediatamente a braccia aperte facendomi aprire ulteriormente , e infine apprendendo che     la mia paura nel ricordo del fanatismo che consegue alla chiusura mentale riscontrata in passato era assolutamente infondata. Il rispetto Marziale espresso dalla più piccola cintura  bianca alle cinture massime presenti nel dojo,  mi ha lasciato interdetto, facendo cadere ogni mio pregiudizio, persino nei confronti dei  “campioni”, presenti nel dojo, persone più o meno giovani  (che di solito sono quelli più obnubilati da ciò che fanno ) un sorriso gentile, e un rispetto marziale al pari della loro preparazione  atletica , e  in fine riscontrando  qui , in un posto dove meno me lo sarei aspettato, la presenza dell‘aspirazione etica e sociale del “budo” ( dal giapponese “Via che conduce alla pace”)  che unisce nella filosofia ogni persecutore delle arti marziali serio. La totale disponibilità del maestro che coordina come un padre amorevole i suoi numerosissimi allievi, che sormonta su di se la responsabilità di educare i più giovani a diventare uomini e gli uomini a diventare uomini migliori, si intuisce subito dalle primi incontri.

Gli allievi esprimono grande impegno e generosità verso tutti, e più o meno tutti sono pronti ad aiutare il compagno in difficoltà nelle sue lagune marziali, per superare i “propri limiti” I senpai (in giapponese: allievo anziano , mentore) non disdegnano  dare una mano per percorrere tutti insieme come una squadra  la via che Masutatsu Oyama  ha creato e Tsutomu Wakiuchi ha portato   in Italia .

Il dojo della Jonica karate kyokushinkai del Sensei Enzo Riparare (IV dan  che insegna dal 1996)  , risulta per me,  un ottimo posto dove poter crescere fisicamente e spiritualmente, un posto aperto a ogni diversità e persona, a ogni età, costellato di campioni fisicamente duri come il ferro ma capaci di comprendere il significato del Karate, e specialmente, ricolmo di persone che danno la prova che “non importa ciò che sei ma ciò che fai sul tatami” e specialmente dove si può imparare la vera “Filosofia” kyokushinkai  cioè quella di “avere il coraggio di mettersi ogni giorno alla prova”, Perché mettendo alla prova se stessi si apprende “l’estrema verità”. Con questo concludo che non è l’arte marziale che  forma un allievo, ma il maestro, se il maestro sarà un cattivo istruttore  l’allievo apprenderà cose sbagliate, contrariamente , un buon maestro forma sempre dei buoni allievi e dei buoni allievi rendono il maestro migliore .

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