Russia, precipita aereo con 10 passeggeri: «A bordo anche Prigozhin». Fonti vicine a Wagner: «Abbattuto dai jet russi, l’hanno ucciso». Secondo l’agenzia del trasporto aereo russo Rosaviatsiya a bordo del velivolo schiantatosi tra Mosca e San Pietroburgo c’era anche l’ex «chef di Putin», caduto in disgrazia agli occhi del Cremlino dopo la clamorosa insurrezione dello scorso 24 giugno. Cosa succederà adesso? In attesa di conferme ufficiali sarà interessante capire quale sarà il ruolo della Wagner nei paesi africani, dalla Libia all’Africa sub-sahariana, da dove Yevgeny Prigozhin aveva postato il suo ultimo video con tanto di proclama “Per rendere la Russia ancora più grande in ogni continente! E l’Africa ancora più libera!”.
Il tentato colpo di Stato.
Era il 23 giugno scorso quando il capo di Wagner aveva annunciato “la marcia della giustizia” su Mosca da Rostov sul Don alla testa di circa 25mila mercenari dopo settimane di accuse e recriminazioni circa la gestione della crisi bellica in Ucraina. Un golpe, definito da Putin una “pugnalata alle spalle”, rientrato qualche ora dopo, con la mediazione del presidente bielorusso Aleksander Lukashenko e la promessa dei mercenari di ritirarsi dall’Ucraina e trasferire le proprie basi in Bielorussia. Cinque giorni dopo il tentato colpo di Stato, Prigozhin un chiarimento durato tre ore presso il Cremlino e finito con una promessa di fedeltà al presidente. E poi?
Secondo il canale Telegram Grey Zone: “L’omicidio di Prigozhin avrà conseguenze disastrose”
L’assassinio del leader e fondatore del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin “avrà conseguenze disastrose”. Lo scrive il canale Telegram Grey Zone affiliato al gruppo Wagner. “Le persone che hanno dato l’ordine non hanno capito affatto lo stato d’animo dell’esercito e il morale”. Che continua: “Che questo sia un insegnamento per tutti. Bisogna sempre arrivare fino in fondo”, si legge in un altro messaggio. Il riferimento è alla rinuncia del leader della Wagner di arrivare fino a Mosca il giugno scorso.
Cosa succederà adesso?
Chi è rimasto in Libia continuerà ad avere l’appoggio di Mosca? Chi è in Bielorussia sarà marginale o centrale nella nuova strategia?
Oggi il Corriere della Sera pubblica alcune ipotesi sul futuro dei mercenari. L’informazione più interessante arriva però dalla Libia, dove i mercenari russi operano almeno dal 2016 in sostegno al regime autonomo del generale Khalifa Haftar a Bengasi in contrapposizione a quello di Tripoli. Ieri, infatti, poche ore prima dello schianto aereo, è arrivato a Bengasi il viceministro della Difesa russo, Yunus-Bek Yevkorov. Saranno gli ufficiali del ministero della Difesa di Mosca a definire le strategie in Libia, Siria e in tutte le basi. I membri della Wagner in Bielorussia diventeranno, insomma, sempre più marginali.
Chi era Yevgeny Prigozhin?
“Cuoco di Putin”, leader della Wagner, ribelle armato. Tutto questo e non solo. Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo di mercenari russi è stato tra le persone più vicine al presidente russo, un oligarca convertito a capo militare. Nato a Leningrado nel 1961, si era diplomato in un collegio di atletica leggera. In passato in carcere con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, rapina e frode. Nel 1990 apre un chiosco di hotdog per fare poi fortuna con una catena di negozi alimentari, il catering per le scuole e l’esercito e infine il suo primo ristorante, il “New Island” ispirato ai battelli galleggianti sulla Senna. L’idea ha conquistato il presidente russo Putin, che ha iniziato a organizzare lì pranzi e cene. Le laute commesse pubbliche avrebbero permesso a Prigozhin di finanziare la Wagner e altre attività “coperte” come la propaganda e la diffusione di fake news. Nel 2013 a San Pietroburgo nasce la Internet research agency, giovani informatici incaricati di diffondere fake news: l’agenzia avrebbe lavorato per far perdere Hillary Clinton alle elezioni contro Donald Trump. Sposato con la farmacista Ljubov’ Valentinovna Prigožina, proprietaria di una rete di boutique “Muzej šokolada” a San Pietroburgo, avrebbe due figli Pavel e Polina e una casa a Gelendzhik. Lo scorso anno ha ricevuto l’onorificenza di eroe della Federazione Russa, oltre ad altre varie medaglie al merito per la Patria nel corso degli anni. Le truppe Wagner da lui guidate non hanno operato solo in Ucraina, ma hanno connessioni in tutto il mondo: dalla Siria alla Libia alla Repubblica Centroafricana. Secondo Navalny (l’oppositore numero uno di Putin in Russia), mentre la Wagner combatteva in Siria Prigozhin avrebbe ottenuto una percentuale della vendita del petrolio ottenuto dai pozzi protetti dai mercenari. L’invasione dell’Ucraina, dove la Wagner sarebbe arrivata a schierare fino a 50mila uomini, si è tramutata per Prigozhin in una sorta di guerra privata. I primi dissapori con Mosca sono iniziati nell’aprile 2023 quando Prighozin ha lanciato un appello chiedendo lo stop all’invasione dell’Ucraina per evitare che gli ucraini prendessero il sopravvento approfittando della stanchezza dei soldati. A maggio, poi, Prighozin ha imputato ai vertici militari russi la morte dei suoi mercenari sul campo di battaglia, della mancanza di munizioni e ha minacciato la ritirata da Bakhmut, poi il fallito golpe di giugno anche grazie alla mediazione del presidente bielorusso Lukashenko. Infine l’ultimo video da un paese africano e lo schianto aereo di ieri. Fine della parabola.