Raqqa, l’alleanza curdo-araba annuncia l’inizio della “grande battaglia”

Le forze curdo-arabe, sostenute dagli Usa, sono entrate nella città siriana

La “grande battaglia” annunciata oggi da Talal Sello, portavoce delle Forze democratiche siriane (Sdf), è iniziata, la presa e la liberazione di Raqqa. Circa 5mila miliziani delle Sdf più elementi arabi dell’area coalizzati ai curdi con il supporto degli Stati Uniti hanno scagliato l’attacco ai miliziani dell’Isis asserragliati a Raqqa, da anni roccaforte del califfato nero.

“Le nostre forze sono entrate nella città dal distretto orientale di Al-Meshleb”, ha dichiarato a France Presse il comandante di Sdf Rojda Felat. Le conferme all’attacco di oggi arrivano anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani – Ong vicina all’opposione – che ha affermato che i combattenti curdo-arabi hanno già conquistato diversi edifici in Al-Meshleb. L’operazione ha radici nel novembre scorso quando la coalizione, nell’ambito dell’operazione “Ira dell’Eufrate”, di settimana in settimana ha raggiunto faticosamente l’obiettivo di assediare su tre lati la roccaforte Isis di Raqqa, sul fiume Eufrate. Diversi uomini dell’alleanza stanno in queste ore riparando i ponti che collegano il villaggio di Raqqat Samra a Raqqa da est, oltre ad alcune strade carrabili momentaneamente non agibili dai mezzi di trasporto. Parliamo di circa 6mila chilometri quadrati che sarebbero quindi stati sottratti all’egemonia del califfato nero in poco meno di un anno.

Le vittime purtroppo continuano a crescere, soprattutto tra i civili inermi, un raid aereo della coalizione guidata dagli Usa di Trump avrebbe colpito un edificio scolastico con dentro famiglie di sfollati, il bombardamento della scuola “Intifada” – trasformata da mesi in centro di accoglienza di senza tetto – sarebbe avvenuto nel quartiere orientale di Mashlab, interessato da stamattina dall’offensiva. A riferirlo l’agenzia Sana, che parla di almeno 12 civili uccisi nel corso dei raid aerei di stamattina, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani aggiunge 21 morti causati dai raid di questa notte e afferma: “I civili si stavano imbarcando su piccole navi sulla sponda settentrionale del fiume Eufrate per fuggire dai quartieri meridionali della città”. 

Stampa Articolo Stampa Articolo