Dittatore e narcotrafficante, è morto Noriega

Generale, presidente e dittatore di Panama negli anni Ottanta

Si è spento a 83 anni Manuel Noriega, un pezzo di storia sudamericana e figura chiave per oltre due decenni nei rapporti tra l’America centrale e gli Stati Uniti, tra guerra fredda e lotta ai narcotrafficanti. La notizia è stata confermata dalla segreteria di Stato e subito commentata dal presidente di Panama Juan Carlos Varela con un tweet “Con la morte di Noriega si chiude un capitolo della nostra storia. I suoi figli e la sua famiglia ora meritano un funerale in pace”.

Parole che mettono la parola fine ad una storia fatta di bugie, tradimenti e voltafaccia. Presidente del Panama tra il 1983 e il 1989 Noriega ha coperto tutti i personaggi di una sceneggiatura camaleontica e quanto mai difficile da decifrare, ancora oggi. Dittatore, spia, narcos, informatore prima e nemico poi degli Stati Uniti, condannato a 40 anni di carcere scontati in parte in Usa e Francia, dal 2011 a Panama. Esperto di intelligence cooperò con la Cia nel 1976 all’epoca coordinata da George W. Bush, poi diventato presidente degli Stati Uniti. Preparato sull’ars militare, il terrorismo e la lotta al narcotraffico fu alleato della grande potenza americana per evitare che Panama entrasse nella sfera d’influenza sovietica, inoltre fu incensato per il ruolo svolto nella lotta contro il narcotraffico, da sempre piaga del paese centroamericano, e il traffico internazionale di cocaina. Noriega fu abile stratega in operazioni, sotto il controllo di Washington, volte a smantellare guerriglie di ispirazione marxista che in quegli anni avevano basi in Nicaragua e El Salvador.

Il suo curriculum, quindi, crebbe in maniera esponenziale acquisendo sempre più influenza nella vita politica di Panama, da amico degli Usa cambiò rotta e dichiarò le sue posizioni anti Stati Uniti. I media statunitensi non furono teneri con lui, “faccia d’ananas” così iniziarono a chiamarlo ha sempre sostenuto di essere stato destituito perché Washington voleva negoziare il trattato di Panama con un altro regime, tesi respinta al mittente dai diretti interessati nel corso degli anni. Nel 1987 alcuni ufficiali panamensi lo accusarono di essere coinvolto nel traffico di droga e, dopo l’apertura di un’inchiesta a Miami, gli Usa gli tolsero definitivamente qualsiasi appoggio. Da quel momento iniziò il braccio di ferro con Washington conclusosi con la deposizione di Noriega in seguito all’operazione Just Cause: l’invasione dei marines americani a Panama avvenuta il 20 dicembre del 1989. A Parigi aveva dovuto scontare le accuse di riciclaggio negli anni ’80, per circa 2,3 milioni di euro, fondi provenienti dal cartello della droga di Medellin. Il processo per traffico di droga vide poi nel 1992 la condanna a 40 anni di carcere, al momento della morte si trovava a Panama dove stava scontando una condanna per omicidio.

Una parte di storia dell’America centrale muore con lui, tra gli interessi statunitensi e quelli sovietici nell’area e quei pezzi di un grande puzzle che per quarant’anni hanno formato il quadro della guerra fredda.  

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