Strage in Pakistan, aumenta il numero delle vittime accertate

Terroristi contro il primo ministro pachistano Nawaz Sharif

Continua a salire il numero delle vittime del tragico attentato avvenuto a Lahore, in Pakistan, il 27 marzo nel corso dei festeggiamenti per la festività pasquale. A fronte di 320 feriti accertati si certifica la morte di 72 persone di cui almeno 30 bambini.  Confermando il bilancio, un responsabile del governo della provincia del Punjab a detto alla tv Express News che “le operazioni di soccorso sono ancora in pieno svolgimento”. La maggior parte delle vittime, come dicevamo, sono bambini e donne che nel momento dello scoppio utilizzavano i giochi e le attrezzature sportive del Gulshan-e-Iqbal Park. Le autorità hanno indetto tre giorni di lutto, mentre si cerca di risalire ai responsabili del movimento JamatulAhrar che ha rivendicato l’attentato. I kamikaze colpiscono ovunque e chiunque anche e soprattutto in regioni lontane dall’odiato Occidente. Intanto la polizia pachistana ha arrestato 15 persone nelle ultime ore, presunti responsabili di un orrore organizzato, a riferirlo è Geo Tv. Fra gli arrestativi sono anche tre fratelli del giovane kamikaze che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal Park della città. L’attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni, figlio di GhulamFarid e residente nel distretto di Muzzafargarh. Il kamikaze pare si sia fatto esplodere vicino alle altalene, simbolo di quella fanciullezza e di quella purezza che i talebani del gruppo JamatulAhrar hanno voluto cancellare. Secondo quanto riferito all’ANSA da Xavier P. William, responsabile dell’ONGLife for All Pakistan che si occupa di diritti delle minoranze religiose, almeno 51 vittime e 157 feriti appartengono alla comunità cristiana. Mentre  secondo la polizia locale 14 vittime sono state identificate come cristiane e 44 come musulmane, altri 12 corpi non sono stati identificati. Pare che anche la maggioranza dei 340 feriti fossero musulmani, sebbene la rivendicazione di un gruppo fondamentalista abbia indicato come obiettivo “i cristiani”, raccolti nel giorno di Pasqua con altri cittadini nei giardini pubblici tra altalene, aquiloni e banchetti di dolciumi.La polizia ha poi confermato la presenza di un kamikaze e anche l’uso di sfere metalliche nell’esplosivo per aumentare l’effetto letale. Al momento della strage c’era una grande folla nel parco a tal punto che le vie di accesso erano intasate dal traffico. E’ emerso che non vi era alcun servizio d’ordine a protezione dei numerosi ingressi del parco pubblico che è uno dei più grandi di Lahore. Ieri tutti i parchi della città capoluogo del Punjab sono stati chiusi e nessuno è andato a scuola o in ufficio per la giornata di lutto proclamata dal governo. La situazione è considerata talmente grave che, per la prima volta, il premier Sharif, durante un vertice d’emergenza ha preso in considerazione l’ipotesi di far intervenire i militari nei pattugliamenti di luoghi a rischio e nella caccia a sospetti e simpatizzanti. Non a caso una parte del messaggio di rivendicazione dei terroristi era rivolto a lui: “Vogliamo dire al primo ministro Nawaz Sharif che siamo entrati a Lahore”, hanno dichiarato.

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