Abolizione Ordine dei Giornalisti: la risposta di Franco Abruzzo al sottosegretario Crimi

Franco Abruzzo portavoce del MIL(Movimento Informazione e Libertà) difende l'Ordine e l'Inpgi (dall'incerto futuro se Crimi dovesse vincere) : 'Crimi, che vive nel mondo delle favole, non vuol capire che, tolto l'Ordine, resteranno vincolanti soltanto gli ordini degli editori'

Immagine: Franco Abruzzo 

GIORNALISTI. GRILLO DOCET. NUOVA FUCILATA DI VITO CRIMI: “L’abolizione dell’Ordine di giornalisti è un tema presente sul tavolo del governo” e “l’essere giornalista di per sè non è garanzia di esenzione dalla possibilità di veicolare fake news”, che sono un fenomeno che riguarda non solo la rete ma anche la carta stampata. E’ “sempre più urgente adeguare l’Italia agli altri paesi del mondo dove la figura professionale del giornalista è libera da ordini e condizionamenti, ma risponde solamente a regole che garantiscono autonomia e piena indipendenza sul lavoro”. LA RISPOSTA DI FRANCO ABRUZZO (portavoce del MIL Movimento Informazione e Libertà) che difende l’Ordine e l’Inpgi (dall’incerto futuro se Crimi dovesse vincere).: “Crimi, che vive nel mondo delle favole, non vuol capire che, tolto l’Ordine, resteranno vincolanti soltanto gli ordini degli editori. Oggi, grazie alla deontologia fissata per legge, i giornalisti, se credono, possono opporre qualche no. Domani non sarà più possibile, perché saranno degli impiegati tenuti, Codice civile alla mano, a essere ‘fedeli’ ai padroni”.

“L’abolizione dell’Ordine di giornalisti è un tema all’ordine del giorno del governo” e “l’essere giornalista di per sè non è garanzia di esenzione dalla possibilità di veicolare fake news”, che sono fenomeno che riguarda non solo la rete ma anche la carta stampata. Lo ha affermato il sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, rispondendo al Question time in commissione Cultura della Camera. A proposito dell’Odg, ha ricordato l’esponente del governo, “non ho mai detto che tali funzioni debbano essere svolte dai social media manager”, ma “l’avvento di un nuovo modo di comunicare presuppone la definizione di nuovi modelli professionali. Quindi limitarsi a definire i giornalisti in quanto iscritti all’Ordine come unici tenutari della capacità di fare informazione di qualità, mi pare abbastanza anacronistico, vuol dire non vedere il mondo che cambia”. “L’ordine dei giornalisti così come oggi è strutturato – ha sottolineato – si è rilevato inefficiente e inadeguato ai cambiamenti e alle dinamicità tipiche di una professione in continua e e rapida evoluzione e le uniche modifiche effettuate sono state rivolte unicamente a ridefinire la governance peraltro con risultati non soddisfacenti”. Secondo Crimi, quindi, è “sempre più urgente adeguare l’Italia agli altri paesi del mondo dove la figura professionale del giornalsita è libera da ordini e condizionamenti, ma risponde solamente a regole che garantiscono autonomia e piena indpendentza sul lavoro”. (AdnKronos)

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dall’articolo di  Franco Abruzzo Notiziario del  9.4.2017 – Perché dico sì all’Ordine. Ecco le ragioni dell’Ordine. Senza l’Ordine rimarranno soltanto gli ordini degli editori con i giornalisti ridotti a impiegati copia-e-incolla del computer. (IN CODA le mie analisi e le mie ricerche sul giornalismo). – di Franco Abruzzo/consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente dal 1989 al 2007). – TESTO INhttps://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23129

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FRANCESCO (“FRANCO”)  ABRUZZO, giornalista professionista dal 3/2/1963, già in forza per lunghi anni a IL GIORNO e a IL SOLE 24 ORE,  dal 9 ottobre 2017 consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dal marzo 2016 sindaco dell’Inpgi, dal 2007 portavoce prima del Movimento “Giornalisti per la Costituzione” e poi del MIL (Movimento Informazione e Libertà), dal novembre 2013 al 25 ottobre 2017 presidente dell’Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia),  dal giugno 1986 al settembre 2017  consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente per 18 anni, dal 1989 al 2007), nel 1978 tra i fondatori di “Stampa democratica” con Walter Tobagi e Massimo Fini, olim consigliere dell’Associazione lombarda dei Giornalisti e olim docente universitario a contratto di Diritto dell’Informazione e Storia del Giornalismo.   http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5 ).

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