Sindrome dell’Avana: cos’è, quali i sintomi e da cosa sarebbe causata?

Il primo caso di Sindrome dell’Avana si sarebbe verificato a Cuba tra il 2016 e il 2017, quando molti agenti statunitensi e diplomatici presso l'ambasciata americana del paese hanno riscontrato anomali disturbi neurologici. Attuale l'analisi investigativa di The Insider

Viene chiamata “Sindrome dell’Avana” la malattia che avrebbe afflitto centinaia di diplomatici e spie statunitensi in tutto il mondo. I sintomi sembrerebbero essere emicranie, nausee, sangue dal naso, vuoti di memoria e vertigini; rendendola così una misteriosa arma a base di ultrasuoni producenti danni celebrali e gravi lezioni permanenti.

   Il primo caso risalirebbe al 2016 ad Avana, capitale di Cuba (da qui il nome della sindrome). Alcuni diplomatici statunitensi affermerebbero di essersi ammalati immediatamente dopo aver sentito dei suoni penetranti durante la notte. Dinamica che farebbe pensare a un attacco condotto da un’entità straniera, con l’ausilio di un’arma sonar non specificata.

   Successivamente i sintomi sarebbero stati accusati anche dal personale delle ambasciate Usa in Cina, Europa e Washington, forse perché vittime di armi soniche russe?

   Il pentagono riterrebbe la Russia colpevole di quanto sta succedendo, a dichiararlo alla Cbs è Greg Edgreen, uno degli investigatori autori della prima indagine, ex ufficiale Usa a servizio al Pentagono “purtroppo, non posso essere più specifico, perché si tratta di materiale classificato. Ma posso dirvi che fin dalle prime fasi ho iniziato a guardare in direzione di Mosca“.

   Recente un’inchiesta sulla vicenda, svolta da The Insider, giornale online indipendente con sede a Riga, Lettonia. Specializzato in giornalismo investigativo, verifica dei fatti e analisi politica legati alla Russia. Fondato nel 2013 da Roman Dobrokhotov, il giornale è noto per aver smascherato notizie false diffuse dai media russi.

   Secondo il “The Insider” i membri russi di un’unità del Gru nota come 29155 (un’unità top secret del servizio segreto militare russo, operante da una decina d’anni e specializzata in sovversione, sabotaggio e assassini, anche in Europa) erano presenti in diversi posti in cui si sono verificati i casi di “sindrome dell’Avana” che hanno coinvolto il personale statunitense. 

   Dall’inchiesta si evincerebbe come ci fosse costantemente un nesso con la Russia, un punto in cui o tutti avevano lavorato contro la Russia o si erano concentrati su quest’ultima. 

  L’arresto del cuoco Vitaly Kovalev per guida pericolosa in auto in Florida nel 2020 avvalorerebbe ulteriormente quanto affermato da The Insider. Il cuoco venne riconosciuto come una spia russa da un’agente dell’FBI, denominata Carrie, che sarebbe stata vittima della misteriosa arma sonica. Nell’auto dello chef russo avrebbero trovato anche un apparecchio capace di cancellare i dati computerizzati del veicolo, compresi i tracciamenti Gps.

   Anche il caso di Albert Averyanov, figlio del comandante dell’unità 291555, secondo cui il ragazzo sarebbe stato presente nel 2021 a Tbilisi, in Georgia, in coincidenza con i sintomi subiti da un diplomatico e dalla sua famiglia, fornisce ulteriore supporto alla tesi.

   Mark Zaid, l’avvocato che rappresenta oltre venti vittime, tra cui membri della Cia, dell’FBI e del dipartimento di Stato, confermerebbe la connessione tra la Russia, la sindrome dell’Avana e i sintomi che la rappresenterebbero.

   La Russia negherebbe qualsiasi coinvolgimento al riguardo, a ribadirlo è stato Cremlino Dmitry Peskov, portavoce dell’agenzia di stampa russa Tass, definendo come “infondate” le accuse mosse contro il proprio paese. “Sapete che questo non è affatto un argomento nuovo – ha osservato Peskov. – Il tema della cosiddetta sindrome dell’Avana è stato discusso sulla stampa per molti anni. E molto spesso fin dall’inizio è stato in qualche modo collegato ad accuse alla Russia, ma nessuno ha pubblicato o espresso una conferma convincente di queste accuse infondate. Tutto questo non è altro che un’accusa priva di fondamento, un’accusa infondata da parte dei media“.

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