mart working e mamme… nel tempo del Covid 19

Ovvero: cronache dall'apocalisse

Tempi duri, tempi di Covid 19, tempi in cui restare a casa non è “riposare”, ma una vera e propria necessità, un “salvavita” per impedire alla pandemia di colpire sempre più duro la popolazione.
Si sono attivate mille iniziative on line, unico spiraglio e finestra sul mondo per come lo abbiamo vissuto fino a due mesi fa. Da quelle culturali e ludiche, a quelle lavorative.
Già, aziende che fino a qualche mese fa ostentavano una discreta sicurezza sul controllo dei propri dipendenti come forza lavoro solo ed esclusivamente presente “in loco”, si trovano, oggi a fronteggiare l’emergenza attivando piattaforme e portali di lavoro on line a dimostrazione del fatto che lavorare da casa è complesso, ma non impossibile.
E fino a qualche mese fa, se me lo avessero chiesto, sarei stata ben lieta di abbandonare la travagliata scrivania per starmene a casa “coi piedi sotto il tavolino” detto alla volgare maniera, ma… come in tutte le cose che hanno un doppio risvolto, c’è un grosso ma…
Nelle famiglie italiane, non si è attivato solo lo smart working, ma anche la didattica frontale e tutte le attività ad essa connesse. Siamo in rete molto più di quanto lo siamo mai stati 24 ore su 24 interfacciandoci solo attraverso lo schermo, ma facendo, porbabilmente, molte più attività di quante avremmo potuto mai immaginare.
Lavoriamo, contemporaneamente seguiamo i bambini nel loro percorso di crescita, organizziamo le attività domestiche quotidiane e l’essenziale che riguarda la nostra persona (ovviamente in tempi di covid 19 siamo anche diventate ottime estetiste e superbe parrucchiere)…
Credo davvero che alla fine della fiera a trovare beneficio saranno molti… studi psicologici se non addirittura psichiatrici… il tempo di rispondere costantemente ad un telefono in vibrazione continua che ci segnala un mancato invio da una parte, una ricezione da un’altra, la chat della famiglia che non può non essere presente nel suo “buongiornissimo caffè” semmai dovessimo sentirci troppo “isolati”, le scadenze che pressano ogni giorno per il raggiungimento degli obiettivi e i tanti famigerati compiti… dei quali, ahinoi, siamo diventati esperte in ogni classe dalle elementari alle superiori.
Già essere madri è di suo un cammino abbastanza complicato, esserlo da madre che lavora lo è ancor di più, perchè si pensa sempre che il tempo dedicato ai figli sia insufficiente e lacunoso, ma esserlo così… ci fa sentire wonder woman.
Non so se nel momento in cui si è pensato a collegare in rete “Tutto” si sia davvero guardato al quadro generale della situazione delle famiglie italiane.
Vi sono, purtroppo, realtà anche vicine, in cui non esiste la possibilità di attrezzarsi con più di uno strumento informatico e, necessariamente qualcuno “deve” rinunciare.
In tempi di Covid 19, però, siamo diventati tutti più buoni e vengono fuori incentivi per l’acquisto o il comdato d’uso di tablet per la scuola… era, quindi, possibile riuscire a finanziare questi acquisti anche prima dello scoppio dell’emergenza? Non lo sapremo mai.
Io non sono un’insegnante, non mi reputo esperta in materia o del settore, però, credo, sarebbe stato preferibile, anche per i nostri bambini uno stop formativo. Uno stop che significava trovare il tempo per restare assieme non correndo da una piattaforma all’altra, trovare il tempo di fare attività familiari non necessariamente suggerite dal Ministero dell’Istruzione che, per quanto possa essere competente, conosce i nostri figli solo dal punto di vista generale studentesco e non come “figli” quali essi siano. Uno stop che voleva dire, per certi versi, ci fermiamo, ma non smettiamo di imparare, continuiamo la formazione leggendo, facendo ricerche, usando la buona vecchia scuola dei libri… si è pensato di riaprire le librerie, ma non di far leggere i bambini.
Ovviamente il mio resta solo un pensiero rivolto a nessuno, un pensiero da mamma affaccendata che, pur restando a casa, non riesce a trovare il tempo quasi per respirare dovendosi, di volta in volta, districare in questa bolgia infernale virtuale fatta di messaggi e videochiamate, di urla e sonno mancato (stranamente si dorme meno adesso…), di piccole frasi scritte e stoppate in attesa della prossima digitazione… insomma, un mondo strano, anomalo, virtuale, nel quale, forse perchè vecchia generazione, mi trovo ben poco e del quale, purtroppo, temo, non si potrà fare più a meno.

Foto by pixabay

Stampa Articolo Stampa Articolo