Un’Europa sociale forte per transizioni giuste: prime riflessioni della Commissione

La Commissione ha avviato oggi stesso la prima fase della consultazione delle parti sociali (imprese e sindacati) riguardante salari minimi equi per i lavoratori dell'UE

Bruxelles, 14 gen 2020 – La Commissione presenta oggi una comunicazione sulla costruzione di un’Europa sociale forte per transizioni giuste Tale comunicazione definisce le modalità con cui la politica sociale risponderà alle sfide e alle opportunità odierne, proponendo misure a livello dell’UE per i prossimi mesi e chiedendo un riscontro su ulteriori interventi a tutti i livelli nel settore dell’occupazione e dei diritti sociali. La Commissione ha avviato oggi stesso la prima fase della consultazione delle parti sociali (imprese e sindacati) riguardante salari minimi equi per i lavoratori dell’UE.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone, ha dichiarato: “L’Europa sta attraversando grandi cambiamenti. Mentre ci troviamo ad affrontare le trasformazioni ecologica e digitale e l’invecchiamento della popolazione, la Commissione vuole garantire che le persone restino al centro dell’attenzione e che l’economia sia al loro servizio. Abbiamo già uno strumento, il pilastro europeo dei diritti sociali. Ora vogliamo garantire che l’UE e i suoi Stati membri, come pure le parti interessate, si impegnino ad attuarlo.

Il Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, ha affermato: “Nei prossimi anni la vita lavorativa di milioni di europei cambierà. Dobbiamo intervenire affinché la futura forza lavoro possa prosperare. L’economia sociale di mercato innovativa e inclusiva dell’Europa deve incentrarsi sulle persone, offrendo loro posti di lavoro di qualità con salari adeguati. Nessuno Stato, nessuna regione e nessuna persona possono essere lasciati indietro. Dobbiamo continuare ad adoperarci per ottenere le norme più elevate sui mercati del lavoro, affinché tutti gli europei possano vivere con dignità e ambizione.

Oggi l’Europa è un luogo unico, in cui la prosperità, l’equità e un futuro sostenibile sono obiettivi di pari importanza. In Europa godiamo di tenori di vita tra i più elevati, di condizioni di lavoro tra le migliori e di sistemi di protezione sociale tra i più efficaci al mondo. Ciò premesso, gli europei devono far fronte a una serie di mutamenti, quali la transizione a un’economia a impatto climatico zero, la digitalizzazione e i cambiamenti demografici. Tali mutamenti comporteranno nuove sfide e opportunità per la forza lavoro. Il Green Deal europeo, la nostra nuova strategia di crescita, deve garantire che l’Europa continui a ospitare i sistemi di protezione sociale più avanzati al mondo e sia un polo dinamico di innovazione e imprenditorialità competitiva.

Le pubblicazioni odierne si basano sul pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dalle istituzioni e dai leader dell’UE nel novembre 2017. La Commissione invita tutti i paesi, le regioni e i partner dell’UE a presentare le loro opinioni sulla via da seguire e i loro progetti per raggiungere gli obiettivi del pilastro. Ciò contribuirà alla preparazione del piano d’azione del 2021, che terrà conto di tutti i contributi e sarà sottoposto ad approvazione al più alto livello politico.

Da parte sua la Commissione oggi presenta le iniziative in programma, che daranno già un contributo all’attuazione del pilastro dell’UE. Tra le principali iniziative del 2020 si annoverano:

·         salari minimi equi per i lavoratori dell’UE;

·         una strategia europea per la parità di genere e misure vincolanti per la trasparenza delle retribuzioni;

·         l’aggiornamento dell’agenda per le competenze per l’Europa;

·         l’aggiornamento della garanzia per i giovani;

·         un vertice sul lavoro mediante piattaforme digitali;

·         un Libro verde sull’invecchiamento;

·         una strategia per le persone con disabilità;

·         una relazione demografica;

·         un regime europeo di riassicurazione contro la disoccupazione.

Tali iniziative si basano sul lavoro già svolto dall’UE in seguito alla proclamazione del pilastro nel 2017. Ma l’intervento a livello dell’UE da solo non basta. La chiave del successo è nelle mani delle autorità nazionali, regionali e locali, nonché delle parti sociali e delle parti interessate a tutti i livelli. Tutti gli europei dovrebbero avere le stesse opportunità di prosperare: dobbiamo preservare, adattare e migliorare ciò che i nostri genitori e i nostri nonni hanno costruito.

Consultazione sui salari minimi equi

Il numero di persone occupate nell’UE registra un livello record, ma molti lavoratori faticano ancora ad arrivare alla fine del mese. La Presidente von der Leyen ha espresso il desiderio che tutti i lavoratori della nostra Unione dispongano di un salario minimo equo che consenta loro di vivere in modo dignitoso ovunque lavorino.

La Commissione avvierà oggi la prima fase della consultazione delle parti sociali (imprese e sindacati) riguardante un salario minimo equo per i lavoratori dell’UE. La Commissione è in ascolto: vogliamo sapere se le parti sociali ritengono che sia necessario un intervento dell’UE e, in tal caso, se desiderano negoziarlo tra loro.

Non ci sarà un salario minimo uguale per tutti. Le eventuali proposte rifletteranno le tradizioni nazionali, che si tratti di contratti collettivi o disposizioni giuridiche. Alcuni paesi si avvalgono già di sistemi eccellenti. La Commissione desidera garantire che tutti i sistemi siano adeguati, dispongano di una copertura sufficiente, prevedano una consultazione approfondita delle parti sociali e si avvalgano di un opportuno meccanismo di aggiornamento.

Contesto

La giustizia sociale è il fondamento dell’economia sociale di mercato europea ed è al centro della nostra Unione. È alla base dell’idea che l’equità sociale e la prosperità costituiscono i pilastri per costruire una società resiliente dotata dei più elevati livelli di benessere nel mondo.

È un momento di grandi cambiamenti. I cambiamenti climatici e il degrado ambientale ci obbligheranno ad adattare l’economia, l’industria, il modo in cui viaggiamo e lavoriamo, ciò che acquistiamo e ciò che mangiamo. Si prevede che nei prossimi 5 anni l’intelligenza artificiale e la robotica da sole creeranno quasi 60 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo, mentre molte occupazioni cambieranno o scompariranno addirittura. La demografia europea sta cambiando: oggi viviamo più a lungo e più sani, grazie al progresso della medicina e della salute pubblica.

Questi cambiamenti, queste opportunità e queste sfide interessano tutti i paesi e tutti i cittadini europei. È quindi logico affrontarli insieme e anticiparli. Il pilastro europeo dei diritti sociali è la nostra risposta a queste ambizioni fondamentali. Esso esprime 20 principi e diritti essenziali per mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti nell’Europa del XXI secolo.

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