Brexit: la May presenta il "Piano B" che però non è molto diverso dal "Piano A"

Abolita la tassa per i cittadini europei che vorranno continuare a risiedere nel Regno Unito

Siamo sempre più vicini al 29 marzo 2019, data designata per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ma la bufera a Westminster non accenna a placarsi.

Ieri Theresa May è tornata alla Camera dei Comuni per presentare il “Piano B”, che di nuovo prevede sostanzialmente solo l’introduzione di un team di esperti di commercio e finanza per dare man forte al governo nelle fasi di trattativa con l’Unione Europea.

 

Trattative che però sono arrivate alla fine così come la pazienza, degli Stati Membri da un lato e del parlamento britannico dall’altro, ma soprattutto di quest’ultimo.

Tuttavia Theresa May sembra irremovibile e lanciata ormai verso quello che con molta probabilità sarà l’epilogo della sua carriera politica.

 

La frase che ripete instancabile è: “? unico modo per non rimanere senza accordo è votare per l’accordo”.

 

Quello stesso accordo raggiunto dopo anni di faticose trattative e che è stato bocciato dal Parlamento con una maggioranza di proporzioni tali da passare alla storia come la più grande sconfitta subita da un governo inglese.

 

Durante il suo discorso ha escluso la possibilità di fare un secondo referendum sulla Brexit e ha sottolineato l’importanza di attenersi agli accordi di Belfast per evitare l’instabilità in Irlanda del Nord.

 

Un’altra novità consiste nell’abolizione della tassa da 65 sterline che era stata introdotta per i cittadini europei che risiedono nel Regno Unito che a partire da oggi potranno effettuare per via telematica la registrazione per ottenere il “settled status”, ovvero un permesso di soggiorno.

 

Oltre a questo però il “Piano B” di Theresa May non sembra molto diverso da quello originale e non ha sortito gli effetti desiderati. La questione del “backstop” rimane quella più spinosa e a quanto pare nessuno dei leader europei è disposto a riaprire i negoziati in merito, negoziati che necessitano dell’unanimità di tutti e 27 i capi di stato e di governo dell’Unione per essere rimessi in discussione.

 

Per il momento l’Europa comunque resta a guardare e attende in silenzio il 29 gennaio, infatti a partire da oggi ed entro questa data il parlamento britannico potrà presentare emendamenti al testo del “Piano B” presentato da Theresa May.

 

È proprio il caso di dire “to be continued…”

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