Viktoria Marinova la terza giornalista uccisa in Unione Europea nell’ultimo anno

Aveva dato voce a un’inchiesta sull’uso fraudolento di fondi europei

Il corpo senza vita della giornalista Viktoria Marinova è stato ritrovato lo scorso sabato vicino al Danubio, nella città bulgara di Ruse. Viktoria è stata stordita con un forte colpo alla testa, poi violentata e strangolata. Aveva appena trent’anni.

 

La Marinova è la terza giornalista uccisa in Unione Europea nell’ultimo anno. Appena un anno fa infatti, il 16 ottobre del 2017, moriva in un attentato Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger maltese. In febbraio di quest’anno invece il giornalista slovacco Ján Kuciak e la sua fidanzata Martina Kušnírová, sono stati trovati morti nel loro appartamento, loro non l’hanno neanche avuta la possibilità di compiere trent’anni.

 

Nel caso della Galizia e di Kuciak però il collegamento fra le inchieste che stavano portando avanti e il loro assassinio è stato da subito evidente, riguardo alla Marinova invece non ci sono al momento prove di questa connessione, anzi le indagini sembrano andare in diversa direzione.

 

All’alba di questa mattina infatti è stato arrestato un uomo di 21 anni, che a quanto pare sembrava avesse cercato rifugio in Germania nella casa materna e che è stato incastrato dalla prova del DNA, trovato sul corpo e sui vestiti della donna. Questo spinge gli inquirenti verso la prova del delitto a sfondo sessuale, del tutto slegato quindi dalla professione della giornalista.

 

Ma solo una settimana prima la Marinova aveva dato voce, in un clima di assordante silenzio, a due giornalisti d’inchiesta, il bulgaro Dimitar Stoyanov e il romeno Attila Biro, ospiti nella prima e unica puntata della sua trasmissione.

 

I due hanno parlato della loro ultima attività giornalistica, un’inchiesta ampiamente documentata sull’utilizzo fraudolento di fondi strutturali europei. Inchiesta per la quale erano anche stati fermati dalla polizia mentre cercavano di impedire la distruzione di prove documentali sulle attività illecite. 

 

Da un lato è pur vero che la donna non aveva ricevuto alcun tipo di minaccia, dall’altro non può non far riflettere il fatto che sia stata assassinata proprio la presentatrice dell’unica trasmissione che aveva dato spazio all’inchiesta dei due giornalisti.

 

La Bulgaria ha subito un tracollo impressionante nella classifica di Reporters Without Borders per la libertà di espressione, passando dal 35° al 111° posto del 2018. Non si può non notare che la discesa in picchiata è stata inversamente proporzionale al tempo d’ingresso in Unione Europea.

 

Irina Nedeva, presidente della sezione bulgara dell'associazione dei giornalisti europei e giornalista della radio pubblica bulgara, è stata intervistata per il programma Radio 3 Mondo da Marina Lalovic. La Nedeva ha voluto sottolineare come questo omicidio porti con sé un certo rischio di autocensura da parte della categoria dei giornalisti, ha affermato inoltre che la loro prima reazione come associazione è stata quella di assicurarsi che la polizia avrebbe svolto le indagini senza tralasciare eventuali connessioni con la professione della vittima. Ha sottolineato poi come oltre alla componente legata all’indagine dell’uso improprio di Fondi Europei da parte di una società privata è necessario considerare anche il fatto che si tratta comunque di un atto di violenza contro una donna e che in Bulgaria recentemente buona parte del Parlamento si è rifiutato di riconoscere la regolamentazione legale della violenza di genere.         

 

 

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