La Settimana Santa nella tradizione ortana

Ad Orte i riti e le antiche tradizioni sacre  che preannunciano la Santa Pasqua, in un clima di devozione e spiritualità.

La settimana che precede la Pasqua, la cosiddetta Settimana Santa, è caratterizzata da devozioni nelle Chiese, processioni solenni, rievocazioni della Passione di Cristo. Anche ad Orte, comune viterbese nell’alto Lazio, è scandita dai riti che vanno dalla Domenica delle Palme al Sabato Santo.

Per quanto riguarda il pio esercizio della Via Crucis, il Mercoledì Santo, giorno della tristezza, giorno del tradimento di Giuda Iscariota, la comunità ortana si reca sul Colle di San Bernardino. Qui il Santo lasciò ad Orte il segno del suo passaggio e nei secoli è stato la fucina di molti seguaci di Francesco d’Assisi, come Convento e Collegio Serafico, oltre che luogo privilegiato per cerimonie religiose, eventi sportivi e culturali.

Il Mercoledì Santo i fedeli percorrono la salita del colle illuminato dalle fiaccole, ciascuno portando in mano un flambeau,  meditando le quattordici stazioni della Via Crucis e giungono al Santuario della Santissima Trinità fuori le Mura in Orte per la conclusione e la benedizione finale.

Il solenne Triduo pasquale della passione, morte e resurrezione di Cristo, è il cuore della Settimana Santa, è celebrato in entrambe le parrocchie del paese, la Parrocchia dei Santi Giuseppe e Marco in Orte Scalo e la Parrocchia di Santa Maria Assunta in Orte, ed inizia nel pomeriggio del Giovedì Santo.

Desidero soffermarmi particolarmente sul Venerdì Santo, giorno in cui si ricorda la morte di Gesù sulla croce. Ad Orte si tengono due processioni: una si svolge ad Orte Scalo e fu introdotta da padre Geremia Subiaco,frate francescano “costruttore”, originario di Vallecorsa, in provincia di Frosinone, fondatore della comunità cristiana di Orte Scalo dove lavorò con la mente, con il cuore, con le braccia, sorretto da una fede limpida ancorata al Vangelo.

La processione devozionale del Venerdì Santo alle ore 21:30 esce dalla Parrocchia dei Santi Giuseppe e Marco e si snoda lungo tutte le vie del Paese.

I fedeli portano le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, pregando e ascoltando i brani delle meditazioni proclamate durante il percorso, le stesse che ogni anno vengono proclamate al Colosseo.

Quest’anno, per la prima volta dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco è l’autore delle meditazioni. Il tema è “In preghiera con Gesù sulla via della Croce”.

L’altra Processione del Cristo Morto si svolge nel centro storico di Orte, ed è una delle rievocazioni più antiche d’Italia, se non la più antica. Dal mese di maggio 2022 è in itinere per il riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Risale a un periodo che possiamo indicare dalla fine del 1100 alla seconda metà del 1200. Ad ogni modo, essa ha mantenuto intatte tutte le caratteristiche e la stessa forma che le diedero i primiconfratelli. Per tale ragione lo storico Ortano Gioacchini cita: “Se per caso una persona vissuta nel 1300 venisse a Orte, riconoscerebbe il paese grazie a questa processione”.

Orte ha una storia molto antica della quale le Confraternite Riunite sono parte integrante. Nel corso dei secoli si formarono e se ne disgregarono molte, attualmente le confraternite sono nove, di cui l’attuale Rettore Generale è Roberto Rondelli.

La sera del Venerdì Santo lo svolgimento della processione segue regole rituali, fissate dalla tradizione, che devono essere rigorosamente rispettate. Il Vice Furiere, il Rettore Generale e un altro confratello, chiamano l’assistente spirituale, il parroco, e insieme si recano in ogni Chiesa dove sono raccolti i confratelli, per una piccola preghiera e una benedizione, poi tutti insieme tornano alla Chiesa di Santa Croce in Piazza sant’Agostino. A questo punto il Furiere generale dà il via alla processione. Alle ore 9:30 le confraternite scendono a Piazza Sant’Agostino e sfilano davanti alla bara del Cristo Morto e alla macchina della Madonna Addolorata e ritornano facendo il giro del Monumento.

Le Confraternite, dietro l’invito dei furieri di Santa Croce, muovono dalle rispettive chiese e sostano allo sbocco delle varie strade sulla piazza principale. Poi, al cenno dei furieri si avviano secondo un ordine di precedenza stabilito in base all’antichità di ognuna. La processione così si mette in moto.

La bara del Cristo Morto di Orte risale all’anno 1722, pesa 333 kg, è portata da dodici confratelli, è in legno di faggio, di stile classico barocco e riprende il concetto del cataletto. Su di essa sono disegnati molti simboli biblici.

Giunta sulla piazza principale del paese, Piazza della Libertà, la processione fa sosta, disegnandosi a forma di cuore, e dentro il cuore sarà posata la bara del Cristo morto e la macchina della Madonna, sua madre. Il Vescovo della Diocesi di Civita Castellana solitamente presente alla processione di Orte, saluta dal sagrato della Chiesa l’assemblea, pronunciando una breve omelia, al termine i confratelli recitano a voce il Miserere. A questo punto la processione riparte e si reca alla Rocca scendendo dall’altra via, quella del Tevere, per arrivare in Piazza della Libertà. Infine la bara del cristo Morto, la macchina della Madonna e la Compagnia di Santa Croce entrano nella Chiesa di Santa Croce, mentre le altre confraternite tornano alle loro rispettive Chiese dove si svolgerà il rito dello spezzare il pane.

Tutta la Trinità entra in questa storia, però, nello stesso tempo, la Passione di Dio entra nella passione degli uomini.  Ricordando la celebre frase del filosofo Blaise Pascal su Gesù nel Getsemani: «Cristo sarà in agonia fino alla fine del mondo. Non possiamo dormire tutto questo tempo».

Oggi scegliamo di essere cristiani. Non si arriva alla resurrezione se non si passa per la Croce. Occorre riscoprire il primato della Parola di Dio e la nostra missionarietà.

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