“Silent Scream”. Maurizio Vercon tra rock e sonorità classiche. Il nuovo singolo

Una densa carriera con star internazionali, produttore, compositore e chitarrista strumentale, Maurizio Vercon: il lancio del nuovo brano ( feat Marco di Marco ) per la etichetta discografica Videoradio e Videoradio Channel

Silent Scream” è l’ultimo brano strumentale composto dal chitarrista triestino Maurizio Vercon, ( feat Marco Di Marco) pubblicato dall’etichetta discografica “Videoradio e Videoradio Channel” di Giuseppe Aleo. Il brano, una commistione tra chitarra elettrica e musica sinfonica, fa parte di una sperimentazione tra sonorità musicali diverse – il rock e gli strumenti classici – tra loro portata avanti dall’artista da diversi anni. Vercon è anche produttore e arrangiatore. Ha iniziato a suonare per amore della musica da autodidatta all’età di 10 anni, suonando negli anni diversi tipi di stili con molte formazioni. Il brano è disponibile a rotazione in radio e sulle piattaforme social. Nei prossimi mesi previste diverse tappe di esibizioni itineranti. Paese Italia Press lo ha intervistato per voi.

D. Come nasce questo questo brano e qual è l’esperimento che si è voluto portare avanti con “Silent Scream”, un brano solo strumentale?

R. Sì, io ne faccio tanti di brani strumentali, a dire la verità. Da una vita che ho preso questa strada, oltre che a lavorare con diversi artisti, però la mia carriera è principalmente centrata sulla musica strumentale come chitarrista, altrimenti accompagno solamente i cantanti. Il brano “Silent Scream“ si inserisce in un progetto che sto portando avanti già da circa quattro anni per realizzare uno spettacolo con un’orchestra. Si tratta, praticamente, di una commissione di musica classica con degli strumenti anche moderni. Quindi, anche la chitarra elettrica al posto di un primo violino. Ecco l’idea che c’è sotto: scardinare un po’ il concetto della della musica tradizionale

In realtà io ho già fatto anche un disco con un’altra etichetta in cui si riproponevano classici di Tchaikovsky, Beethoven e Mozart, ma al posto di un primo violino utilizzavo la chitarra, per esempio. L’idea è di portare strumenti più moderni all’interno di un’orchestra. In realtà, ci sono stati tanti esperimenti nel corso della storia per quanto riguarda il rock in commistione con la musica classica, come i Metallica. Io faccio all’incontrario. Mentre loro con l’orchestra hanno sviluppato la loro musica in chiave classica, io prendo la musica classica e mi inserisco dentro (con uno strumento moderno, ndr). 

D. Come è arrivato a questo a questo progetto, all’idea di inserirsi con gli strumenti moderni in una melodia classica?

R. Per me è abbastanza normale. Dopo aver studiato tanto, avvicinarmi alla musica classica è un percorso inverso. Di solito si studia in conservatorio la musica. Io l’ho fatto inversamente. Dopo tanti anni di studio, ho capito che la musica classica è veramente una fonte di ispirazione. Quindi,al di là dei pregiudizi che si possono avere, secondo me, la musica rock è anche musica classica. Stanno benissimo insieme (la musica classica e rock, ndr). Non mi sono mai messo a studiare musica classica, però, studiando da tutta la vita un sacco di strumenti per ore e ore giorni, ho acquisito la tecnica necessaria anche per poter sviluppare tutti i temi che ci sono anche nella musica classica. In realtà mi piace proprio come arrangiamento l’orchestra: è l’ideale per accompagnare gli strumenti moderni. 

D. Perché il titolo “Silent Scream”?

R. Il brano è un grido di dolore verso la musica mainstream che viene trasmessa alla radio o che è disponibile sulle piattaforme. Certi generi moderni sono talmente privi di musica che mi fanno star male ogni volta che li sento. So che sono molto distante dall’essere radiofonico, ovviamente, essendo strumentale. C’è un appiattimento culturale incredibile.

D. Come si svilupperà il progetto? 

R. Avere un’orchestra di 40-50 elementi dietro è una cosa molto bella. Entro i prossimi quattro anni, penso di fare un concerto più ampio. Ormai sono 3-4 anni che mi dedico anche a questo e vorrei che tutta la mia musica un giorno sia supportata dall’orchestra. È un discorso un po’ lungo perché i costi di produzione sono elevati.

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Maurizio Vercon, triestino dalla densa carriera, ha cominciato il suo percorso musicale come autodidatta con diversi stili.  Nei suoi album hanno suonato artisti del calibro di Frank Gambale, Charlie Morgan, Ricky Portera, Luca Colombo, Maurizio Solieri, Andrea Innesto (Cucchia) e tanti altri.

Nel 2006 ha realizzato la sigla per il programma “Speciale mondiali” in onda su RAI 2 (Too much easy but not easy- feat Andrea Innesto Cucchia).

Ha all’attivo due CD strumentali distribuiti in tutto il mondo editi da Rai Trade/Videoradio (Everything is here 2006-For you feat Frank Gambale 2008) e uno nel 2019 (Slice of Heaven) pubblicato da VIDEORADIO. Inoltre, è presente con cinque brani in due compilation Rai Trade/Videoradio “fusion jazzrock &groove” vol.1 e 2.  Maurizio Vercon ha recentemente realizzato varie tournée in collaborazione con Cristiano Turati ( voce dei Nomadi) e con  Don Schiff,  bassista americano con il quale ha attuato un progetto internazionale culminato nella incisione  di un singolo nell’estate 2023 con il lancio di Apache.

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