Monaco: La Capitale della Baviera onora un monaco irlandese con il suo nome?

L'impronta indelebile dei monaci missionari d'Irlanda in Germania. Il nome della città di Monaco richiama alla mente uno dei tanti pellegrini irlandesi che, prima del sorgere della Città quasi un millennio fa vi ha sostato, portando cultura e valori a partire del V secolo. Un tuffo nella storia per un turismo diverso .... intervista ad Enzo Farinella

Dublino, 17 febbraio 2022 – Sarebbero state la devozione e la gratitudine dei bavaresi a dar questo nome a quella che sarebbe divenuta la loro capitale.

Monaco, la città visitata ogni anno da migliaia di italiani, capitale o “Landeshauptstadt” della Baviera e dove vi lavorano tanti nostri connazionali, ha anche stretti legami con l’Irlanda.

Enzo Farinella, come i lettori sapranno per averne più volte ospitato le riflessioni sulle nostre pagine, è studioso dei monaci d’Irlanda, autore di numerose pubblicazioni sulla preziosa opera di evangelizzazione e sviluppo intellettuale diffusasi durante il loro cammino in Europa.

Chiediamo al professor Farinella di riassumere la storia del passaggio indelebile di quasi mille anni fa, dei missionari irlandesi in Germania, un momento storico e valoriale importante da riscoprire, al quale lo studioso ha dedicato il suo ultimo volume ‘Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest‘.

Enzo Farinella : “Tutti ricorderanno il famoso Oktoberfest che ogni anno si svolge in questa affascinante città con oltre 1,500.000 abitanti. Ma la similarità questa volta non riguarda la birra che anche in Irlanda scorre a fiumi nei vari pub, ma nel nome di questa importante città tedesca, solcata dal fiume Isar, con tanti parchi immensi e molte chiese barocche che la abbelliscono.

Il turista che la visita ne resta ammirato.

Per questa ragione anche un po’ di storia non guasta.

Il nome della città di Monaco richiama alla mente uno dei tanti pellegrini irlandesi, che, prima ancora che nascesse, quasi un millennio fa, vi hanno sostato portandoci cultura e valori, a partire del V secolo.

Attualmente, Monaco ha due stemmi che la rappresentano nella grande piazza monumentale, antistante il Palazzo comunale: il grande sigillo e il piccolo stemma ufficiale. Su quest’ultimo, incorniciato da uno sfondo dorato, si può ammirare l’immagine di un monaco. Con calzari rossi ai piedi e una tonica nera con cocolla che ne avvolge il corpo, orlata in oro e con un motivo cruciforme, l’immagine del monaco appare con un libro rosso nella mano sinistra, mentre la destra si alza in segno di benedizione.

Monaco, piazza del Municipio Marienplatz. Foto Pinterest

Nell’antica lingua tedesca o “Old High German”, la parola che indica il monaco fu “Munichen” e la città venne chiamata così per la prima volta nel 1158. Da questo si può dedurre che il nome della città si riferisca direttamente alla figura del pellegrino itinerante e, quindi, lo stemma non sarebbe altro che una fotografia personale di tale soggetto.

Per secoli e fino ai nostri giorni, si è parlato molto della raffigurazione del monaco e delle varie interpretazioni dell’immagine, che appare coincidentalmente anche nel grande stemma della città.

Il “Codice legale” di Monaco è rilegato in rosso. Storici locali e funzionari comunali discutono ancora sul suo significato. Il monaco trattiene nella mano sinistra una copia di tale Codice, mentre la mano destra si eleva, con pollice, indice e medio distesi, nel modo usuale di un giuramento. Ma, l’interpretazione più comune e, come molti “Münchners” credono, più corretta dell’immagine, trae le sue origini dalla tradizione Cristiana e suggerisce che il libro rosso è una copia dei Vangeli, mentre la mano destra del monaco si alza verso il cielo per benedire il popolo della Baviera e di Monaco in particolare”.

È possibile allora che lo stemma della città di Monaco sia in verità una rappresentazione loquace o un simbolo evidente di uno dei primi monaci irlandesi itineranti cristiani che si è prodigato e ha lavorato tra la gente della regione?

“Una tale teorizzazione, apparentemente fantasiosa, non è poi tanto lontano dalla realtà. Infatti, l’immagine è databile dalla fine del Medioevo, quando la Baviera, la più grande regione senza sbocco sul mare della Germania, e una che, nonostante dominazioni barbariche secolari, ha mantenuto il suo forte attaccamento alla tradizione cattolica cristiana, fu un territorio di passaggio obbligato per i tanti pellegrini irlandesi che scelsero di fare il difficile e spesso pericoloso pellegrinaggio verso Roma o la Terra Santa.

Non sembrerebbe allora logico che persone indipendenti e appassionate come i bavaresi, forti come sono sempre stati del loro attaccamento alle credenze cattoliche, volessero pubblicamente e formalmente riconoscere la loro gratitudine a questi “itineranti irlandesi per Cristo”, che vennero in mezzo a loro in tempi bui e tristi, quando la barbarie dominava suprema, e portarono luce, speranza e una nuova weltanschauung alla loro incresciosa situazione esistenziale, incorporando e identificando l’immagine di uno di questi monaci “itineranti” nello stendardo della loro città capitale?

Ora, mentre la diffusione e il rafforzamento del cristianesimo attraverso l’Europa hanno seguito strade diverse, è stato documentato che la “Buona Novella” della Bibbia era giunta al popolo teutonico prima dell’arrivo dei monaci irlandesi. Tuttavia, è quasi universalmente riconosciuto che questi “intrepidi” missionari, quali S. Wendel, S. Colombano, S. Kilian, furono fondamentali nel processo di rafforzamento di questa fede embrionica, modellandola nella roccaforte potente e luminosa che sarebbe eventualmente divenuta”.

ln Baviera che è il principale land tedesco per superfice, situato nella parte sud-est della Germania, al confine con tre stati (Austria, Liechtenstein e Repubblica Ceca), ci sono altre aree in cui è possibile rilevare l’impronta lasciata dai monaci irlandesi ?

“Certamente, in altre della Baviera la presenza di monaci irlandesi è notevole.

da Wikipedia

A Regensburg o Ratisbona, la città bavarese alla confluenza dei fiumi Danubio, Naab e Regen, a metà strada da Ingolstadt e Monaco, giunse nel 1076 uno di questi “intrepidi” monaci irlandesi, che vi creò un importante centro di cristianità. Il suo nome fu Marianus Scotus, che dedicò il monastero da lui fondato, a S. Pietro. Tanti suoi confrati vi lavoravano. Si rese subito necessaria la costruzione di un nuovo plesso, ma mancavano i soldi. Si decise allora di tornare in patria a chiedere fondi al Re di Munster, Conor O’Brien, e ad altri Principi facoltosi, ottenendoli. St. Jacob fu il nome del nuovo convento – una vera università per quei tempi – che divenne l’Alma Mater di 12 altri monasteri costruiti anche in Svizzera e Austria -.

Cronache bavaresi di allora hanno dato atto di questo straordinario gesto di generosità con la seguente testimonianza: Che tutti sappiano che nè prima nè da allora c’è stato un monastero uguale a questo – St. Jacob degli “Scotti”, come gli irlandesi venivano chiamati a quel tempo – per la bellezza delle sue torri, il colonnato, le volte, innalzato e completato in così poco tempo, grazie alla generosità di finanze che Re e Principi irlandesi hanno elargito.

Monastero di San Giacomo a Ratisbona fondato dai missionari irlandesi. Wikipedia

I turisti ancora oggi ammirano stupiti il portale della Chiesa di St. Jakob, conosciuta come Die irische Benediktiner klosterkirche St. Jakob und St. Gertrud – L’Abbazia benedettina di S. Jacob e S. Gertrude -.

Tra i nuovi monasteri troviamo lo Schottenstift di Vienna, St. Mary del 1161, ancora esistente nel centro della città, e il St. James di Würzburg, che si potè vantare di possedere la più grande collezione di manoscritti in Europa, grazie al paziente lavoro dei monaci irlandesi.

Alle radici della storia europea, troviamo molti Santi irlandesi, che, a partire da 1,400 anni fà, hanno portato cultura e fede alle sue popolazioni, rigenerandole.

La grande e bella Berlino sorgerà solo circa sei secoli dopo.

Un bagno di storia per un turismo diverso”

Di tutto questo e molto di più si potrà leggere nel libro, dedicato al lavoro dei monaci irlandesi in Germania, dal titolo: Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black ForestIrish Pilgrims in Europe and Germany (Nati nell’Irlanda dello smeraldo, hanno illuminato la Foresta Nera – Monaci irlandesi in Europa e Germania) appena pubblicato in lingua inglese per i tipi di Amazon _ Kindle.

A cura dell’artista @Pietro De Seta, la copertina del volume (L’originale è una sanguigna e tecniche miste su carta) esprime il viaggio di ogni itinerante che si avvia verso la Luce.

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Enzo Farinella, ex-collaboratore ANSA dall’Irlanda e corrispondente per la Radio Vaticana, già docente nell’Università di Dublino, è nato a Gangi in Sicilia.

Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da molti anni.

Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.

Il Prof. Enzo Farinella ha organizzato:

Alcune sue pubblicazioni sull’Irlanda:

Un’ombra sull’Europa – La tragedia dell’Irlanda del Nord – Roma 1990;

L’Irlanda: Terra di Magia – La cultura gaelica e l’Europa Unita – Catania, 1995;

Irish Italian Links – A long lasting friendship now at work in the EUItalia-Irlanda: Un’amicizia secolare al lavoro nell’Unione Europea, Catania, 1997;

San Cataldo, an Irish Monk? Acireale-Roma 2002. 

      Twinnings between Ireland and ItalyGemellaggi tra Italia e Irlanda –   Acireale-Roma, 2004.

      Cultural Links between Ireland and Sicily – Sicilia –Irlanda: Legami culturali, – Palermo, 2005

Italia – Irlanda: Cultura e valori, – Alle radici dell’umanesimo personalistico europeoIreland and Italy: Culture and values – At the roots of the European personalistic humanism, Szombathely, 2009

Sulle Strade del Mondo – Monaci irlandesi in Europa e in Italia. – On the Pathways of the World – Irish Monks in Europe and Italy, Szombathely, 2015

Dall’Atlantico al Mediterraneo – Santi e Studiosi Irlandesi all’Origine della Storia Europea, Roma, 2015.

On the Summits of the Highest Love – Irish Monks in Europe and SwitzerlandAuf den Gipfeln der Hoechsten Liebe – Irische Moenche in Europa und in der SchweizTroina (EN), 2017.

Through Mountains and Valleys – Irish Monks & Pilgrims in Europe & Austria – ÜberBerge und durch Täler – Irische Mönche und Pilger in Europa und Österreich, Troina (EN), 2018.

From the Emerald Island to the Black Forest – Irish monks at the Roots of European and German History – Von der Grünen Insel zum Schwarzwald – Irische Mönche an den Wurzeln der europäischen und deutschen Geschichte, Troina (EN), 2018.

Culture and Politics – Yesterday and Today – Irish Monks at the Roots of the European and French History – Culture et politique – Hier et Aujourd’hui – Les Moines Irlandais aux Racines de l’Histoire Européenne et Française, Troina (EN),  2019.

E-Books:

Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,

2015.

At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017

Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020

Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020

In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020

Born in Ireland, Lit up AustriaIrish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021

Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.

Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.

Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

Enzo è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow.

Emailenzo.farinella@gmail.com

www.enzofarinella.com

Enzo.farinella@gmail.com

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