Roma, A Palazzo Margutta, dal 25 giugno, “Painting”, preziosa collettiva che arricchisce artisti e pubblico

L’evento, in programma a Via Margutta 55 fino al 2 luglio prossimo, è un appuntamento annuale nel calendario della nota Galleria e punta a far nascere nello spettatore una coscienza critica in grado di riconoscere le differenze presenti all’interno della visione della realtà propria di ciascun artista

Immagini: Helmut Bredehorn –  Carmela (Alessia MEDDI)

 

 

Roma, 25 giugno 2015 Esprimere sé stessi e il proprio talento, condividere con il pubblico i propri pensieri e le proprie emozioni mediante percorsi, tecniche e linguaggi diversi tra loro ma capaci di raccontare sempre e comunque allo spettatore la propria visione del mondo. E’ questo il filo conduttore sulla base del quale si sviluppa la collettiva “Painting”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’Arte” e in programma nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) da giovedì 25 a giovedì 2 luglio, con orario 10.30-13.00 e 16.00-20.00 (ingresso gratuito, domenica 28 aperto).

 

L’esposizione, che è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario della nota galleria romana, punta a far sì che il pubblico entri in contatto con artisti caratterizzati da origini, percorsi formativi, patrimoni conoscitivi, esperienze e produzioni assolutamente diversi.

 

Così, una accanto all’altra eppure perfettamente amalgamate in questa preziosa collettiva, trovano il proprio spazio tele di enorme impatto visivo, caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica ma anche da una padronanza completa e assoluta dei mezzi tecnici. Tutti questi lavori sono il segno incisivo e fiero del mondo interiore che anima e ispira i pittori in mostra, un intreccio estremamente variegato di fili differenti tra di loro ma assolutamente capaci di accendere l’immaginazione di ognuno di noi nella ricerca di una identificazione personale e di generare nello spettatore emozioni intense fino a spingerlo in un interminabile viaggio all’interno dell’animo umano.

Diversi tra loro i generi in esposizione: si passa dall’espressionismo astratto al figurativo, anche di ispirazione metafisica, fino all’astrattismo. Tante anche le tecniche utilizzate: da quelle tradizionali dell’olio e dell’acrilico a quelle miste.

 

A prendere parte con i propri lavori a questo piacevole scambio artistico sei pittori di provenienza, non soltanto culturale, assolutamente diversa: Helmut Bredehorn, Alessia Meddi, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Fernando Palmacci e Nina Voluta.

A selezionarli il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico di Palazzo Margutta e Presidente dell’Associazione Margutta Arte, e il gallerista Remo Panacchia, entrambi soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che, da sempre, propone in questo prestigioso luogo espositivo artisti professionisti e pittori che hanno portato l’arte italiana nel mondo.

 

“In quest’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni – abbiamo fatto confluire autori che presentano tecniche impegnative e affrontano tematiche diverse. Si va dall’impressionismo all’arte astratta, passando per pezzi in cui si evidenzia un uso del colore forte, talvolta inquieto, che fa vibrare l’animo di chi lo osserva. Così facendo siamo riusciti a dar vita a un’esposizione completa capace, ancora una volta, di emozionare”.

 

L’appuntamento per il vernissage è fissato per giovedì 25 giugno 2015 dalle 18.30 alle 21.30.

 

Helmut Bredehorn: nasce in Germania nel 1915 da Wilhelm Bredehorn, editore e titolare della casa editrice Pestolazzi di Düsseldorf. Conclusa l’accademia d’arte di Düsseldorf, Bredehorn intraprende diversi viaggi-studio in Inghilterra, Francia, Italia e Spagna. Affascinato dall’intesa uomo-animale-natura nella perenne alternanza delle forme e nei giochi di luce, l’artista sviluppa il proprio stile impressionistico. Pur prediligendo la pittura a olio, utilizza in seguito anche l’acrilico che esprime con tratto sicuro e con colori vivaci di consistenza pastosa. Più tardi la sua attenzione si concentra anche sulla figura in azione: è così che si avvicina all’illustrazione. Per molti anni, da libero professionista, realizza illustrazioni per l’editore Burda in Germania e si dedica a una serie di caricature. La sua passione per i paesaggi mediterranei del continente europeo lo portano sovente a soggiornare per lunghi periodi in Italia, Portogallo e Francia. E’ proprio nel sud-ovest della Francia che passa gli ultimi anni della sua vita.

 

Alessia Meddi: nasce a Roma nel 1978, dove tuttora vive e opera. Chiaro è che i geni artistici precedono, con la loro esistenza di derivazione paterna (Aldo Meddi, pittore surrealista), quella che è per definizione la “nascita” genetica. Talento e vocazione da ricercarsi dunque nel sangue, nell’animo e in un carattere chiuso, implosivo, ma sempre tendente alla comunicazione con l’“altro”, avvalendosi dell’unico mezzo da Meddi ritenuto valido perché sincero, la pittura. Inizia a dipingere fin dalla giovane età, in una sorta di inconscia mimesis, prosegue gli studi al Liceo Artistico che termineranno all’Accademia di Belle Arti, in via Ripetta a Roma, con il massimo dei voti, discutendo una tesi in Scenografia: Dante Ferretti. Spaventosa genialità della semplicità…e l’universo pasoliniano. Dopo poco tempo firmerà la scenografia di un film italoamericano Sons of Italy, dove la giovane trasformerà piccoli vicoli campani in una realtà algerina, totalizzante per colori e profumi. Alcune delle opere dell’artista partecipano, come protagonisti indiscussi in diverse realtà teatrali, non come decorativi elementi scenografici ma come silenti attori parlanti. Suoi lavori sono in collezioni private italiane e a New York. “Caratteristiche dello stile di Alessia Meddi sono l’assoluta padronanza dei mezzi tecnici e la sua capacità di sintesi contenutistica in immagini che spesso raffigurano solo dei particolari di figure o di volti in primissimo piano. (…). Un modo di fare pittura che provoca e comunica, rivelando inoltre le validissime capacità rappresentative di una pittrice che sa come trattare il colore, piegandolo a plasmare quasi le forme, con sobrietà di timbri e improvvisi baluginii di luci” (R. Perdicaro)

 

Afsanè Mitus Moghaddam: nata a Teheran nel 1964, si laurea in pittura alla Facoltà di Belle Arti dell’Università di Teheran nel 1991. Dal 1988 al 1994 espone in molte mostre, sia collettive che personali, nel suo paese d’origine. Nel 1994 giunge a Roma, dove vive e lavora respirando l’aria di pittura, architettura e musica antica italiana e frequenta l’Accademia di Belle Arti prendendo anche parte a ulteriori esposizioni. Prosegue poi la sua attività in Italia. Diverse le mostre significative, sia a Roma che a Milano, in cui riceve premi e riconoscimenti. Il suo  interesse artistico si è sviluppato anche nel campo del design, della scultura e della ceramica, spaziando nell’incisione, nella musica, nella danza, nel teatro e nella grafica. Centrale nella pittura di Afsanè Moghaddam è la donna, simbolo polivalente che “assume fascinazione di desiderio e slancio, di turbamento e riappacificazione nelle profondità del nostro io. (…).Le raffigurazioni di Afsanè sono presenze enigmatiche attestate in una solitudine sfingica eppure stranamente belle, conturbanti e forti come rocce di Marfisa nel loro distanziato equilibrio di grazia e vertigine. Ci stanno di fronte come archetipi d’amore e di armonia cosmica. Colpisce l’accentuato tratteggio delle forme smaccatamente scultoree di emblematiche Pomone variamente posturate, intrise sulla tela o su carta di tonalità umbratili e grigiastre che accentuano l’enigma allo sguardo indagante”.(Paolo Miccoli)

 

Anna Novak: polacca, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Cracovia – dove consegue la laurea in Grafica e Manifesto – prosegue il proprio tirocinio a Cracovia, la città più occidentalizzata della Polonia, ricca di un passato culturale influenzato di benefici contatti con l’Europa, soprattutto con l’Italia e con la Francia. Nei suoi quadri disegno e pittura si incontrano perfettamente. E’ appunto nella schematizzazione di idee e atteggiamenti interpretati attraverso il corpo umano, strutturato con movenze e curve agili ma decise, che la pittrice trova la risoluzione simbiotica tra forma e psicologia della forma, tra stile e contenuto in cui è sempre la linea frontale a cogliere e affascinare l’occhio. I soggetti da lei ritratti, quasi sempre donne e ballerine, si liberano dalla dimensione terrena e riescono a raccontare storie che vanno oltre la loro corposità e obbligano l’osservatore a riflettere sulla tristezza e sulla gioia di vivere. Così l’artista, in un ideale itinerario, racconta le lunghe dissonanze della vita indicendoci a pensare che tutto è nel presente. Affascinata da suggestivi scorci di Roma che, fin dal suo primo viaggio come turista, l’hanno conquistata, la Novak rievoca e rivisita, in chiave moderna, l’atmosfera e il sapore dell’ottocento. Ad oggi l’artista ha preso parte a più di 50 mostre collettive e individuali, sia in Italia che all’estero. “La realtà, il sentimento non sono fatti esteriori e temporanei, ma vengono a far parte di un tessuto emotivo che opera e detta con saggezza le vesti cromatiche con le quali, la nostra artista, copre le sue figure di donne evanescenti e sognanti”. (Giovanni Gentile)

 

Fernando Palmacci: nasce a Terracina (LT). Artista autodidatta, inizia a dipingere giovanissimo. Il segreto della sua pittura è da cercare con buona probabilità nella capacità di trasferire oniricamente la realtà in sogno e fantasia. Nelle sue tele sono numerosi i richiami ai grandi maestri da cui trae ispirazione, primo fra tutti Giorgio De Chirico. Dai suoi quadri sgorga una sorgente di poesia e la figurazione tradizionale diventa astrazione interiore in un paese fatato, ma nello stesso tempo vigorosamente legato alle radici della sua infanzia e della vita vissuta che viene rappresentata come rami e sotterranei aperti al cielo dell’umanità. L’utilizzo esclusivo della pittura a olio gli consente di creare sofisticate velature trasparenti e di lavorare il colore, permettendo effetti di luce e profondità, difficilmente raggiungibili con altre tecniche.

 

Nina Voluta: moldava di nascita (1974) ma naturalizzata italiana, dopo il diploma all'Accademia di Costume e Moda di Roma, lavora come stilista e designer d'accessori nel nostro paese e all'estero. Spinta dall'amore per l'arredamento d’interni, già da qualche tempo si sta dedicando alla pittura, realizzando tele che sono oggetti di design e decorazione. I suoi quadri contengono una chiara contaminazione tra moda e design e sono un'infinita ricerca della perfezione del colore e della forma, per lo più astratta, che riesce a esprimere il mood contemporaneo e che offre una lettura multistrato. Ogni suo quadro, infatti, nasconde un significato diverso, percepibile a seconda dello stato d'animo dell’osservatore, una sorta di mandala che agisce come lente d’ingrandimento catturando ciò che è presente nell’inconscio. Alla ricerca di nuove tecniche miste, tra cui l’acrilico, la colla, la china, i tessuti e i quarzi, da impiegare su tela e legno, utilizza il colore come una terapia. Secondo l’artista le tinte sono, infatti, indispensabili per ritrovare l'armonia e l'equilibrio del corpo e dello spirito: appassionata di Feng Shui propone, pertanto, i suoi quadri come complementi d'arredo capaci di ristabilire l'armonia e l'equilibrio tra l'ambiente e lo stato d'animo di chi lo abita, ma anche di regalare un’atmosfera calda e risvegliare nell’osservatore l’innata capacità di esprimere sé stesso attraverso immagini e colori. Inevitabili i richiami a Pollock, così come a Monet e Gustave Moreau, rappresentati in chiave astratta.

 

Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta” (www.ilmondodellarte.com) – Via Margutta, 55 Roma

Mostra collettiva degli artisti: Helmut Bredehorn, Alessia Meddi, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Fernando Palmacci e Nina Voluta.

Vernissage cocktail giovedì 25 giugno 2015, ore 18.30 – 21.30.

La mostra si protrarrà fino al 2 luglio 2015: dalle 10.30 alle 13.00 e  dalle 16.00 alle 20.00.

Domenica 28 aperto, lunedì mattina chiuso.

 

 

Stampa Articolo Stampa Articolo