Morto negli Stati Uniti Omero Sabatini l’aquilano che svelò i Promessi Sposi agli americani

Una vita nella diplomazia americana, una vasta cultura in campo economico ed umanistico

L’AQUILA, 6 marzo 2024 – Omero Sabatini è morto ieri mattina nella sua casa ad Alexandria, in Virginia. Avrebbe compiuto 93 anni a giugno. Lascia l’unica figlia Maria e la moglie Belinda. Una vita nella diplomazia americana, una vasta cultura in campo economico ed umanistico, Omero aveva un forte amore per L’Aquila, dove aveva le origini, sebbene fosse nato negli Stati Uniti. Era infatti nato il 26 giugno 1931 a East Chicago, città sul lago Michigan nello stato dell’Indiana. Suo padre Giuseppe era emigrato in America nel 1920, sua madre Carmela Barbati, ostetrica in un piccolo paese dell’aquilano, era rimasta in Italia. Dopo la nascita del primogenito Bruno, nel 1928 a Secinaro,un borgo di montagna sotto il Sirente,l’anno successivo Carmela era partita con il figlioletto per gli Stati Uniti per raggiungere suo marito e stare un periodo insieme a lui. In quegli anni dava alla luce Omero. Restò sei anni in America, Carmela, prima di fare rientro nel 1935 a L’Aquila con i due figlioletti e riprendere il suo lavoro di ostetrica comunale.

I due figli crescono, hanno talento. Bruno sarà stimato medico ginecologo all’Ospedale civile dell’Aquila, ma anche finissimo poeta, scrittore, pittore, musicologo e alpinista. Omero, finito il liceo, va a Roma per seguire gli studi all’Università La Sapienza, dove si laurea in Scienze Politiche nel 1954. Giovane intelligente, vivace, sensibile ai temi sociali, assai scottanti nell’Italia nel dopoguerra, Omero presta alla politica il suo impegno appassionato, militando nella Democrazia cristiana,dapprima con l’incarico di delegato giovanile, poi di vice Segretario provinciale. Avrebbe potuto avere, per il suo carisma, un sicuro avvenire in politica e nelle istituzioni. Invece preferisce tornare negli Stati Uniti per costruire là il suo futuro. Si iscrive all’Università di Chicago, uno degli atenei più prestigiosi, e nel 1960 prende la laurea in Relazioni Economiche Internazionali. Una formazione eccellente che già è una promessa.

Omero Sabatini entra infatti nel Corpo diplomatico degli Stati Uniti iniziando la sua carriera. Il presidente Ronald Reagan, nel 1981, gli conferisce il primo incarico di rappresentanza, ratificato dal Senato. Da quel momento va a rappresentare il Governo federale americano in importanti missioni nel mondo: Belgio, Portogallo, Algeria, Canada, Grecia, quindi in Giappone, Thailandia, India, Iran. Partecipa a negoziati sia con la Comunità Europea (ora Unione) a Bruxelles, sia nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra, quindi ad importanti incontri sul commercio internazionale tra Stati Uniti ed Europa, dove mette a frutto le sue qualità di relatore plurilingue (inglese, italiano, francese, portoghese). Sabatini è stato direttore dell’Ufficio per l’Assistenza e lo Sviluppo del Commercio del Ministero dell’Agricoltura.

Molti i riconoscimenti ricevuti nella sua carriera, tra cui il “Nastro Azzurro”, onorificenza conferitagli dal Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti per l’encomiabile impegno nelle relazioni commerciali con la Comunità Europea, e 6 Attestati di Merito dal Governo americano. Ricca la produzione pubblicistica, con articoli e saggi sulle relazioni con l’Europa, sul commercio internazionale degli Stati Uniti e del Canada, sull’economia agricola dell’Etiopia e della Thailandia. Stimato per l’eccellente qualità dei suoi scritti, studi e ricerche nel campo del commercio internazionale e dell’innovazione in agricoltura in alcuni Paesi in via di sviluppo, Omero Sabatini aveva ricevuto encomi ed attestati da prestigiosi atenei, come l’University of Illinois di Chicago, Georgetown University di Washington, Texas A&M University di Galveston e l’University of Guelph in Canada.

Andato in pensione, Omero Sabatini aveva dedicato tempo e passione nella promozione delle relazioni culturali italo-americane e all’associazionismo abruzzese e molisano. Non esisteva ancora un’associazione regionale nell’area di Washington. All’inizio degli anni Duemila fu quindi tra i promotori e fondatori dell’Abruzzo and Molise Heritage Society, associazione della quale sé stato per molti anni dirigente e presidente. L’associazione raccoglie oltre 300 soci nel distretto della Capitale federale, e nelle contigue aree del Maryland e della Virginia. L’AMHS è ora presieduta da Raymond La Verghetta, docente universitario C’è stato di Omero Sabatini anche un impegno singolare che attiene alla sensibilità umanistica, all’amore per la cultura italiana in generale e per la nostra letteratura, che egli aveva sempre coltivato. Tra questi il suo forte interesse per le opere di Alessandro Manzoni e, in particolare per il romanzo “I Promessi Sposi”, letto numerose volte.

Omero Sabatini è andato perfino oltre il puro interesse per Manzoni e per il suo romanzo più famoso. Tre anni fa, in un’intervista che mi rilasciò, alla mia domanda “Come è nata l’idea di realizzare una riduzione, un adattamento e la traduzione dei Promessi Sposi?” aveva risposto: E’ nata dall’amore per la nostra letteratura e, nella narrativa, per il più grande romanzo, appunto il capolavoro manzoniano. Constatavo però che in America, fuori dalla cerchia ristretta degli studiosi di letteratura italiana, nessuno conosceva Manzoni e “I Promessi Sposi”. Per il semplice fatto che non esisteva ancora una traduzione del romanzo in versione “popolare”, ridotta e alleggerita, per favorire la lettura assecondando i gusti degli americani, che rifuggono le trattazioni storiche e i testi lunghi. Esistevano, è vero, almeno cinque traduzioni integrali del romanzo, sotto il titolo The Betrothed, la prima nel 1828 l’ultima nel 1972, ma nessuna ridotta, adattata agli americani. Mi sono quindi è cimentato in una riduzione adattata – anche nei nomi – del testo manzoniano, che fosse alla portata di tutti, e nella sua traduzione in inglese. E’ stato un lavoro durato diversi anni. Il successo del risultato ha sorpreso anche me”.

L’appassionata opera di riduzione e traduzione di Omero Sabatini, pubblicata nel 2002, ha prodotto un bel volume di 476 pagine, sotto il titolo “Promise of Fidelity” (First Book Library), e sottotitolo “Una storia d’amore italiana del famoso romanziere Alessandro Manzoni, tradotta adattata annotata abbreviata da Omero Sabatini”. E’ stato davvero un successo. Molti gli apprezzamenti e i commenti favorevoli, dai lettori e da studiosi americani, sulla qualità della traduzione. Riporto per brevità solo uno stralcio di quanto dichiarato nel 2003 dal prof. Roberto Severino, direttore del dipartimento di italiano della Georgetown University di Washington: “[…] Questa traduzione, ridotta e adattata da Omero Sabatini, del capolavoro di Alessandro Manzoni, dovrebbe realizzare ciò che finora è stato praticamente impossibile: prendere questo grande romanzo presente solo negli scaffali delle istituzioni accademiche e farlo conoscere diffusamente nei paesi di lingua inglese. Questa di Sabatini è davvero un’abile interpretazione del testo originale e delle sue caratteristiche stilistiche.”

Ad Omero Sabatini era dunque riuscita un’impresa notevole, portata a compimento solo grazie alla sua grande passione per il capolavoro manzoniano, una delle opere più rilevanti della letteratura italiana. Dei Promessi Sposi, secondo la versione di Omero Sabatini, sono uscite due edizioni e varie ristampe negli Stati Uniti, vendute anche nel Regno Unito, Canada, Australia e in altri paesi anglofoni, in cartaceo e soprattutto nell’edizione Kindle, a conferma della felice intuizione e del successo dell’operazione portata a compimento dal traduttore aquilano. Omero Sabatini ha goduto di grande stima nella città di Alexandria ma soprattutto a Washington.

Chi scrive ebbe occasione di verificarlo, in una visita alla capitale federale fatta nel 2016. Andai a trovarlo e a passare una giornata insieme a lui, dapprima nella sua casa, poi in una magnifica serata ad Arlington, in un buon ristorante siciliano. Con Omero e sua moglie Belinda c’erano Lucio D’Andrea e sua moglie Edvige, Nancy De Santi e la concittadina aquilana Laura Benedetti, docente di lingua italiana alla Georgetown University. Quella serata si concluse con la mia sorpresa di ricevere, da Lucio D’Andrea e da Omero, due storici past President,la pergamena di Socio onorario dell’Abruzzo and Molise Heritage Society. “Un privilegio concesso solo a cinque personalità, tra le quali il Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Antonin Scalia e l’Ambasciatore Luigi Einaudi, già Segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani presso le Nazioni Unite”, annotarono all’atto della consegna. Omero Sabatini ha davvero reso onore alle sue origini aquilane e l’Italia.

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