Ricordi e Riflessioni di LUISA ARDIZZONE

Una città ritrovata "addormentata"... ricordavo una Messina attiva, industriale, produttrice di benessere conosciuta all'estero. ...

Roma.
Qualche settimana fa sono stata a Messina per incontrare amici e parenti . Messina è la mia terra natale dove ho vissuto per circa 60 anni e di cui conosco quasi ogni pietra, ogni storia, ogni vissuto.
Tornarvi è stata una forte emozione. La visita al cimitero monumentale è stata la prima tappa per onorare i nostri cari defunti e poi nei tre giorni di permanenza l’incontro con parenti ed amici.
Perché scrivo questo: Forse perché in agosto ho trovato una città addormentata!! Ma mi sorge il dubbio che tutto l’anno sia così. Pulita dove è più frequentata e sporca e trasandata in periferia. Solo gli alberi che ho visto piantare manifestano un certo rigoglio ed abbelliscono un poco il tessuto urbano dando una parvenza di città mediterranea curata e verdeggiante.
A questo punto sono scattati i ricordi della ricchezza di una città attiva, industriale, produttrice di benessere e conosciuta anche all’estero per i suoi tipici prodotti e per le iniziative di imprenditori coraggiosi ed eccellenti. E’ doveroso fare dei nomi di località e di personaggi che nel non lontano novecento hanno dato lavoro, benessere e notorietà alla città ed ai suoi cittadini. Persone che hanno scelto Messina come base delle loro iniziative anche se provenienti dal Nord Italia.Ecco i luoghi della mia memoria: La zona agrumaria. Il litorale tirrenico per la coltivazione del gelsomino ,da cui veniva estratta l’essenza prodotto usato in profumeria.( Il profumo del nostro gelsomino è particolare perché corrisponde a quello arabo usato in oriente da secoli ) Ecco i nomi: Ditta Zuffo, spedizionieri di agrumi verso il nord Europa, specialmente in Germania. Le più buone arance siciliane le ho mangiate a Monaco di Baviera negli anni 50.
La ditta Sanderson che credo si occupasse di estratti di agrumi per la preparazione di bevande dissetanti.
La ditta Rodriguez che progettò il primo aliscafo e diede lavoro a moltissimi operai specializzati rendendo la zona falcata un importante punto lavorativo.
Non parliamo poi dell’attività turistica che vedeva il nostro porto punto di riferimento di navi da crociera i cui passeggeri ammiravano le non poche bellezze della nostra città ed i suggestivi dintorni della provincia.
Non posso dimenticare quel che la storia ci ricorda: Messina batteva moneta e dove c’è moneta c’è ricchezza. Non è mia consuetudine versare lacrime sul passato ed avere rimpianti. Sembra che la desertificazione riguardi anche le menti delle persone, rendendole apatiche e prive di slancio vitale per rilanciarsi e rilanciare una città splendida per natura, ma come dicevo all’inizio addormentata.
Mi permetto di dare un suggerimento. Così come per le iniziative caritatevoli ci si unisce e si dà corpo ad una benefica collaborazione, così dovrebbero fare persone eccellenti ( che ci sono) per ripristinare quella vitalità tipica delle persone coraggiose. Si eviterebbe così la diaspora delle menti eccellenti che ritrovo dovunque in Italia ed all’estero.

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