Migranti. L’ambasciatore tunisino Sinaoui a Nova: “Anche l’Italia faccia la sua parte”. 11 milioni promessi e mai arrivati

Anche l’Italia, ha preso degli impegni nella lotta ai flussi migratori irregolari. “Ci hanno promesso dei fondi in questa lotta, ma finora non sono arrivati”: ha spiegato il diplomatico tunisino in una video-intervista concessa ad Agenzia Nova

Roma, 03 settembre 2020 –  La Tunisia è “molto impegnata” nella lotta alle migrazioni illegali, ma anche l’Italia dovrebbe “fare la sua parte” sbloccando i fondi promessi e “mai arrivati”. Lo dichiara l’ambasciatore della Tunisia in Italia, Moez Sinaoui, in una video-intervista concessa ad “Agenzia Nova”. Il nuovo primo ministro Hichem Mechichi, che proprio ieri ha prestato giuramento davanti al presidente della Repubblica, Kais Saied, è un ex ministro dell’Interno e conosce bene il dossier delle migrazioni. “Possiamo dire che su questo tema ci sarà continuità degli impegni tunisini e non avremo tempi di attesa. La Tunisia è stata molto impegnata sulla vicenda immigrazione con il governo precedente e con il ministro Mechichi. Forse c’è una parte non visibile della lotta alla migrazione che non è conosciuto abbastanza in Italia: la Tunisia fa decine di arresti ogni giorno e sventa decine di tentativi di imbarchi. (…) Non possiamo essere ostaggio né dei trafficanti, né delle dichiarazioni incendiarie di alcuni politici. Le migrazioni non possono essere ridotte a slogan elettorale. (…) C’è una lotta alla migrazione che è stata condotta dal governo precedente e sarà confermata e sicuramente rafforzata con il nuovo governo Mechichi”, aggiunge il diplomatico. Il presidente Saied, ricorda l’ambasciatore, si è “personalmente recato a Sfax, sulle coste dove partono i migranti: è stato un segnale molto forte anche per le autorità e per la Marina tunisina. Dopo questo gesto c’è stato un significativo calo delle partenze”.

Secondo i dati del Viminale aggiornati alle 8:00 del 3 settembre, nel 2020 sono sbarcati illegalmente in Italia via mare 7.895 tunisini, oltre il 40 per cento delle nazionalità dichiarate: più di tutti gli sbarchi dei tunisini nell’intero biennio 2018-2019. Numeri, tuttavia, ancora lontani dai picchi di 150 mila – 200 mila sbarchi del 2015 e 2016. Tra Italia e Tunisia è peraltro in essere un accordo che prevede il rimpatrio di 80 migranti illegali a settimana. “Quando sono arrivato in Italia quasi quattro anni fa c’erano 200 mila arrivi all’anno. L’anno scorso ce ne sono stati 20 mila, quest’anno siamo ancora sotto i 20 mila. Dobbiamo relativizzare e uscire dal contesto elettorale italiano”, aggiunge Sinaoui. Quella che stiamo vivendo, a detta dell’ambasciatore, è un’ondata annuale ma eccezionale dovuta a un mix di tre fattori: bel tempo, la pandemica di Covid-19 e la crisi regionale dovuta al conflitto in Libia. “Fra la Tunisia e l’Italia c’è un accordo: riguarda qualsiasi cittadino tunisino identificato che è arrivato in Italia in maniera illegale noi lo riprendiamo, anche per preservare la dignità del popolo tunisino. Facciamo 80 rimpatri a settimana. Noi accoglieremo sempre i nostri figli con piacere. C’è anche un impegno tunisino a sorvegliare le frontiere”, aggiunge il diplomatico.

Anche l’Italia, spiega il diplomatico tunisino, ha preso degli impegni nella lotta ai flussi migratori irregolari. “Ci hanno promesso dei fondi in questa lotta, ma finora non sono arrivati”, afferma Sinaoui, in riferimento agli 11 milioni di euro messi sul piatto dall’Italia. Una somma che in realtà fa parte di 30 milioni di euro di fondi italiani previsti nel periodo 2020-2022. “Finora non abbiamo visto niente”, spiega l’ambasciatore, aggiungendo che l’Italia dovrebbe essere “più ambiziosa” e, anzi, “raddoppiare” i fondi destinati allo sviluppo della Tunisia. Il contrasto alla lotta alla migrazione irregolare è questo: fondi allo sviluppo, fondi per aiutare anche la polizia tunisina a lottare contro la migrazione clandestina, in cambio di un impegno tunisino per diminuire i flussi. “Anche l’Italia deve fare la sua parte di impegno. Hanno promesso di mettere sul tavolo 11 milioni, stiamo aspettando: vediamo, anche se credo che siamo un po’ in ritardo”, commenta Sinaoui, evidenziando come il problema non sia solo italiano o tunisino, ma debba assumere anche una dimensione regionale ed europea. “Il 90 per cento dei tunisini che arrivano in Italia non rimangono in Italia. O sono rimpatriati, o vanno in Europa. E’ un problema europeo”. © https://www.agenzianova.com/

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