Ius soli: parlano le seconde generazioni

“Restituire diritti e dignità ai ragazzi e alle ragazze che si sentono italiani”

In Italia si torna a parlare di legge sulla cittadinanza, una riforma che è stata approvata alla Camera alla fine del 2015 e che da allora è in attesa dell’approvazione del Senato.

La discussione del 15 giugno ha dato uno spettacolo poco edificante del dibattito in aula, fatto da urla e spintoni che hanno portato addirittura al ricovero in ospedale della ministra Fedeli, leggermente ferita.

Per fare chiarezza su questo tema abbiamo intervistato Mohamed Tailmoun, uno dei fondatori della Rete G2 – Seconde Generazioni, un’organizzazione nazionale apartitica che dal 2006 porta avanti la battaglia per il riconoscimento dei figli dei migranti, ovvero le seconde generazioni.

Cosa significa al giorno d’oggi nascere in Italia da genitori non italiani?

Significa sentirsi italiani di fatto ma senza i diritti che hanno i nostri coetanei.

La proposta di legge in attesa dell’approvazione al Senato, meglio conosciuta come ius soli, quali cambiamenti comporta?

Viene introdotto il principio dello “ius soli”, chi nasce in Italia da genitori, entrambi stranieri, di cui almeno uno in possesso della cosiddetta carta di soggiorno, può richiedere la cittadinanza italiana su richiesta dei genitori e prima dei 18 anni. Viene introdotto il cosiddetto “ius culturae”, chi arriva in Italia prima del compimento del dodicesimo anno di età e frequenta almeno un ciclo nel sistema di istruzione italiano può diventare cittadino italiano, prima del compimento dei 18 anni.

Non è una riforma rivoluzionaria ma introduce un concetto di buon senso: i minori, a differenza degli adulti, non sono soggetti con cui devi stipulare una patto alla fine del percorso di inclusione, il patto di cittadinanza va stipulato all’inizio, all’ingresso nella società.

Se tratti un minore, figlio di stranieri o figlio di immigrati, come cittadino italiano allora lui si comporterà da italiano.

Inoltre a differenza dei nostri genitori noi “seconde generazioni” abbiamo studiato nelle scuole italiane, siamo stati curati nelle strutture del sistema sanitario italiano, insomma siamo stati allevati nella società italiana con i relativi costi ed è veramente miope e insensato da parte della società non darci la possibilità di essere cittadini come i nostri coetanei.

Vogliamo diventare italiani per dare il nostro contributo alla pari dei nostri coetanei italiani.   

La Rete G2 da anni si batte per l’approvazione dei diritti delle seconde generazioni, questa proposta di legge soddisfa le vostre richieste?

Avremmo voluto di più. Questa riforma è figlia di un compromesso tra lo “ius soli” propriamente detto e forme più o meno soddisfacenti di “ius soli temperato”. Il ddl 2092 è un “ius soli temperato” accettabile. Auspichiamo che passi così come è anche al Senato

Alcuni partiti come la Lega Nord e Forza Italia si oppongono apertamente alla riforma di questa legge, mentre il Movimento 5 Stelle ha deciso di astenersi, per quale motivo secondo voi?

Questa riforma non è né di destra né di sinistra. Noi auspichiamo che ottenga il maggior consenso possibile. Eccezion fatta per i parlamentari della Lega Nord, speriamo fino all’ultimo che i senatori che adesso si dichiarano contrari cambino idea.

Questa riforma serve all’Italia e restituisce diritti e dignità a ragazzi e ragazze che si sentono italiani.  

È passato un anno e mezzo da quando la riforma è stata approvata alla Camera e soltanto adesso è arrivata la discussione in Senato, secondo voi è plausibile che uno dei motivi sia la volontà di influenzare l’elettorato in vista di nuove elezioni?

Auspichiamo che passi al più presto, avremmo voluto che dopo l’approvazione da parte della Camera ci fosse stato un rapido passaggio e approvazione al Senato.

In Italia ogni 4/5 mesi si vota per qualcosa, c’è una campagna elettorale permanente, sarebbe a ogni modo finita sotto i riflettori in qualsiasi momento.

Stampa Articolo Stampa Articolo