Kafka. Termoli apre il centenario. Un incontro e un libro con Pierfranco Bruni

Gennaio 2024 segna l’inizio delle celebrazioni di Franz Kafka, con Termoli in prima linea. Il 12 gennaio, cento anni nelle culture e nella letteratura con chiavi di lettura ermeneutiche nella nuova opera di Pierfranco Bruni. Al centro del tempo delle crisi una diversa visione filosofica con ‘KAFKA. La verità tragica’ Solfanelli Editore

Iniziano con Gennaio 2024 le celebrazioni di Franz Kafka. Un centenario nelle culture e nella letteratura. Uno scrittore che ha caratterizzato il viaggio dell’uomo nelle comparazioni di un Secolo che è diventato epoca.

Termoli è la città che apre il centenario della scomparsa di Kafka con un convegno a chiavi di letture aperte e con la presentazione in anteprima assoluta del libro di Pierfranco Bruni edito da Marco Solfanelli dal titolo KAFKA. La verità tragica.

L’incontro si presenta con una interpretazione Intenzionale sul concetto di Processo tra formazione, informazione e personaggi. A confronto giornalisti, avvocati, scrittori, istituzioni. Perché Kafka tra Processo, intenzione, intenzione di Processo e culture? Il libro di Pierfranco Bruni ha una sua filosofia al centro del tempo delle crisi.

Pierfranco Bruni
​è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. E’ Presidente di  Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo già  direttore del Ministero Beni Culturali,  componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, presidente del Centro Studi “Grisi”. Ha insegnato in Sapienza Università di Roma.
Ricopre, numerosi altri incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura nei Paesi Esteri. È responsabile, per conto del MiBAC, del progetto di studio sulle Presenze minoritarie in Italia.
Candidato al Nobel per la Letteratura  è  saggista, poeta e  italianista. Esperto di letteratura del Mediterraneo. Vive la filosofia come modello di antropologia religiosa.

Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento, tradotti e diffusi all’estero su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.

I due segmenti fondamentali che caratterizzano il suo viaggio letterario sono la memoria e la nostalgia. Il mito è la chiave di lettura.  Tutta la sua poetica vive di queste atmosfere. Non ha mai creduto al realismo in letteratura. Il realismo è cronaca, è rappresentazione, è documento.
Il simbolo, invece, è mistero. E’ metafora, è fantasia, è sogno.

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