Manzoni è la vera “opera mondo” con il saggio pubblicato da Solfanelli 

…Sull’idea di un rapporto-legame tra letteratura-filosofia-lingua, si sono spesi sia il semiologo Umberto Eco che il filosofo Salvatore Natoli. Ma nel libro “Alessandro Manzoni. La tradizione in viaggio” Solfanelli editore 2023, con il coordinamento scientifico di Pierfranco Bruni, si va anche oltre perché l’impalcatura ha una struttura intelligentemente e scientificamente disomogenea a dimostrazione di un Manzoni opera mondo. Gli studiosi non si soffermano soltanto su una “pagina” teorica, bensì su una soggettività intersoggettiva. Ecco perché entra in “gioco” la filosofia del non relativismo dentro la concezione della Tradizione, che riprende un cammino da dove lo aveva interrotto Rousseau, ma stravolgendolo in un intreccio tra etica, morale e metafisica…

Entro direttamente nella “ragione” di una critica della problematicità di un superamento di un attualismo kantiano che coinvolge l’oltre Settecento con la trasversalità e le contraddizioni di Alessandro Manzoni. Una problematicità  del genere, non come tipologia, attraversa il fare letteratura con l’ontologia di un “cielo stellato” che ha interessato tutta l’opera di un Manzoni eterodosso e non sistematico rispetto a un secolo quale è stato il Romanticismo, che nasce tra Vico e Voltaire con una appendice che giunge sino alla fenomenologia di Hegel che duella con Schopenhauer. Vado un po’ distante della consuetudine romantico-risorgimentale.  

Pierfranco Bruni

Ebbene, mi pare che lo spirito del libro “Alessandro Manzoni. La tradizione in viaggio” per i tipi della Solfanelli editore, 2023 (di Marco Solfanelli) con il coordinamento scientifico di Pierfranco Bruni, entri in una visione, appunto problematica, tra filosofia, linguistica, letteratura, antropologia dell’estetica. 

Manzoni, in fondo, è un intercalare tra “storia e invenzione”, come ebbe a scrivere nei suoi “Scritti filosofici”. Manzoni intercetta la storia nella invenzione ma è “l’invenzione della parola” e nel saggio di Autoti vari della casa editrice Solfanelli, recensito recentemente da Rosaria Scialpi e Marilena Cavallo, in due ottimi articoli, queste geografie del pensare sono poste con attenzione, riflettendo proprio su tutti i contributi che hanno una scientificità di base. 

C’è una “artimetica” del pensare che pone la scrittura di Manzoni come la “prosa del mondo” (Elio Gioanola lo specificò in un suo libro nel 2015 dedicato proprio a Manzoni). Manzoni, infatti, è considerato una “opera mondo” nell’incavo di un rapporto-legame tra letteratura-filosofia-lingua. 

Su questa idea si sono spesi sia il semiologo Umberto Eco che il filosofo Salvatore Natoli. Ma nel libro in questione, comunque, si va anche oltre perché l’impalcatura ha una struttura intelligentemente e scientificamente disomogenea. Studiata con intelligenza proprio per dimostrare la validità di un Manzoni opera mondo. Gli studiosi  non si soffermano soltanto su una “pagina” teorica, bensì su una soggettività intersoggettiva. Ecco perché entra in “gioco” la filosofia del non relativismo dentro la concezione della Tradizione, che riprende un cammino da dove lo aveva interrotto Rousseau, ma stravolgendolo in un intreccio tra etica, morale e metafisica. 

Se si ha il tempo di scavare nella “logica” del libro in questione ci si imbatte subito in quel “bilancio del male e del bene”. Infatti ogni autore del saggio ha lavorato autonomamente confrontandosi, credo, prima con sé stesso e successivamente con il pensiero e la lingua dei processi culturali, che hanno interessato la civiltà delle lettere, ed è emersa la “trasparenza”. Quella trasparenza tanto amata da Manzoni e sostenuta, nella critica letteraria accademica e militante, da Gianfranco Contini nella sua “Antologia manzoniana” del 1973 e successivi. 

Nel lavoro di cui parlo, cito ancora editore Solfanelli,  la trasparenza diventa fondamentale e intaglia, finalmente, Manzoni nelle griglie delle comparazioni identitarie. Comunque approfondirò ciò in un’altra occasione. Il libro, che vede la cura di Stefania Romito, è stato elaborato dai seguenti studiosi: Maria Teresa Alfonso, Arianna Angeli, Micol Bruni, Pierfranco Bruni, Marilena Cavallo, Gianluigi Chiaserotti, Danilo Chiego, Alessandro Sebastiano Citro, Luana D’Aloja, Franca De Santis, Tonino Filomena, Rita Fiordalisi, Felice Foresta, Davide Foschi, Nino Giordano, Simona Giordano, Pasquale Guerra, Arjan Kallco, Adriana Mastrangelo, Mauro Mazza, Roberta Mazzoni, Antonietta Micali, Annarita Miglietta, Ippolita Patera, Pasquale Rineli, Cosimo Rodia, Stefania Romito, Rosaria Scialpi, Gioia Senesi, Luca Siniscalco, Giuseppe Terone, Patrizia Tocci, Stefano Vicentini. 

E qui ora mi fermo per creare una area di interesse sui vari argomenti di cui si parlerà in un nuovo incontro. Comunque resta da decifrare quanto Manzoni è ancora in noi dai tempi che lo studiammo durante il nostro percorso scolastico e quanto è rimasto oggi dopo questo libro.

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