Israele, balance of power in attesa di una Costituzione. Geopolitica III parte

Roma, 17 ottobre 2023 – Mentre ci si accapiglia a chi è più filo israeliano o filo palestinese, a questo è giunto ormai il livello della comunicazione italiota, sono letteralmente scomparsi di scena la guerra in Ucraina ed il Covid che entrambe, qualsiasi cosa se ne dica o se ne pensi, continuano a mietere vittime sul loro percorso. In alternativa a loro, invece, c’è il calcio scommesse lanciato da tale Fabrizio Corona. Manca solo di leggere di un autorevole intervento dell’Inviato speciale dell’Ue per il Golfo Persico al secolo Luigi Di Maio ormai scomparso dai radar dopo aver eliminato la povertà in Italia e per questo appetito dai migliori centri di intelligence e finanziari del mondo.

Sempre nel quadro medio orientale, a dir poco complesso ed articolato come abbiamo avuto modo di rappresentare nel primo articolo su tale materia, è l’ambigua posizione di Israele sull’Ucraina per il fatto che molti immigrati ebrei sono venuti dalla Russia e da quei territori caucasici allo scioglimento dell’ex Unione Sovietica.

Se si considera la necessità vitale per Israele della sua sicurezza ecco che appaiono più che determinanti gli statunitensi che hanno garantito e garantiscono la difesa e la sicurezza di Tel Aviv. Per questo motivo va tenuto nella giusta e meritevole considerazione il super attivismo del Segretario di Stato USA Antony Blinken a cui Israele non può assolutamente dire di no in un’intelligente mossa per evitare l’espandersi del conflitto in altre aree del Medio Oriente.

Un altro tassello, nel complesso puzzle medio orientale, da non sottovalutare e né dimenticare, è la Cisgiordania a cui il governo di Netanyahu guarda con particolare e sensibile attenzione come ad un territorio da annettere per poi, successivamente, far evacuare i palestinesi.

La Cisgiordania si estende su una superficie di 5.655 km² e ha più di 3 milioni di abitanti di cui più di 2 milioni sono palestinesi ed è divisa in tre zone: l’area A, l’area B e l’area C. L’Autorità palestinese ha il pieno controllo civile nell’area A, l’area B è caratterizzata da un’amministrazione congiunta tra l’ANP ed Israele, mentre la zona C è sotto il pieno controllo israeliano.

Nella zona A c’è il controllo Palestinese con un’Amministrazione Palestinese ed ha il 17% dell’intero territorio mentre la popolazione è composta dal 55% di Palestinesi.  

Nella zona B il controllo è Israeliano l’Amministrazione è Palestinese e copre il 24% del territorio con una presenza del 41% di Palestinesi

Nella zona C il controllo è Israeliano l’Amministrazione è Israeliana ed occupa il 59% del territorio con solo il 4% di presenza di Palestinesi.

Non va poi dimenticato che nello Stato di Israele il 20% della sua popolazione è di etnia araba.

Per completare il discorso sulla profonda spaccatura su Netanyahu ed i suoi governi in questi anni c’è da fare chiarezza per far comprendere le vere questioni senza realizzare, anche qui, il solito schema italiota: guelfo o ghibellino? Perché la materia in campo giuridico di Israele è un’anomalia che, in un modo o nell’altro, andava sanata.

Bisogna sapere che Israele non ha una sua Costituzione in quanto, per decenni, dal fondatore dello Stato David Ben Gurion a Netanyahu non sono mai riusciti a trovare un’intesa politica ed hanno predisposte, invece, delle leggi che portano il nome di “Leggi fondamentali”.

Bisogna sottolineare che la Corte Suprema israeliana ha preso il carattere di una sorta di contropotere politico negli anni in quanto non aveva una Carta a cui far riferimento e, a volte, è uscita dal seminato nei confronti dei governi e del parlamento per cui Netanyahu ed il suo governo hanno approvato quella legge di riforma che agisce da balance of power in attesa di una futura costituzione.

Negli ultimi decenni, al di là di semplificazioni e demonizzazioni facili dei nostri media, lo Stato di Israele vive una profonda crisi di identità fra ebrei (con una visione religiosa) ed israeliani(con una visione unitaria) schematicamente la destra rappresenta gli ebrei mentre i laburisti rappresentano gli israeliani.

Poi, per non farsi mancare nulla, c’è l’irrisolta questione di Gerusalemme.  

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Raffaele Romano è un giornalista e scrittore di Storia contemporanea attualmente collabora con “Paese Italia Press” “La Freccia Web”, “Pensa Libero, La voce di New York”, con “L’Avanti on line” e col “Nuovo Giornale Nazionale”. In passato ha collaborato con l’Avanti per diversi anni, al quotidiano economico finanziario Ore 12 poi ho diretto Events Karate la rivista della federazione internazionale di Karate, ufficio stampa del Sindaco Roma ecc. Aver avuto per docenti all’università il prof. Renzo De Felice, Gaetano Arfè e Gabriele De Rosa e aver fatto la tesi in storia contemporanea col prof. Francesco Malgeri lo hanno forgiato nella costruzione di una “visione storico contemporanea” che lo ha guidato su tutto quanto ha scritto in articoli e saggi. Durante la crisi pandemica Covid-19 ha avuto tempo e modo per mettere mano a tutta la documentazione che aveva accumulato in diversi anni e ricostruire empiricamente le interferenze straniere nella politica interna dell’Italia in un arco temporale che va dal 1941 al 1994 con la pubblicazione de “Andreotti, Craxi e Moro visti dalla CIA”. Mentre “Il Sindacalismo italiano visto dalla CIA. Dal fascismo alla Guerra Fredda” appena terminato, invece, è il sequel avvalendosi del FOIA statunitense che gli ha consentito di poter accedere e pubblicare documentazione desecretata dai precedenti “Top Secret” per il periodo che va dagli anni ’30 agli ’80 del secolo scorso. In passato ha pubblicato una biografia storico politica su Giacomo Matteotti, il piano sanitario per il Lazio, un’inchiesta sulle italiche corporazioni: “I furbetti della penisola” ecc. Il suo lavoro storico si basa su vari documenti desecretati di diplomatici, servizi di intelligence, Dipartimento di Stato, Casa Bianca, interviste, articoli e Commissioni parlamentari di indagini italiane e straniere e tant’altro. Ha avuto grosse esperienze professionali nel settore bancario per 15 anni ed anche una grossa esperienza politica. Ovviamente tifa Napoli!

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