Isis, distrutto il tempio di Baal Shamin

Dopo l’uccisione dell’archeologo Khaled al Asaad l’Is ha distrutto uno dei principali templi siriani risalente al II secolo dopo Cristo

Il santuario di Baal Shamin, dedicato a una divinità assimilabile a Mercurio, a poche decine di metri dal teatro romano della città – luogo di alcune esecuzioni pubbliche da parte dei miliziani del califfato nero – è stato distrutto.

Oggi le prime foto delle esplosioni che privano così l’umanità intera di un altro baluardo e simbolo della civiltà antica, facendoci inoltre riflettere ancora una volta sull’inaudita violenza e barbarie di questo gruppo di uomini completamente senza limiti. Cinque giorni dopo aver decapitato su una piazza pubblica di Palmira l’archeologo e studioso Khaled al Asaad, massimo esponente di antichità dell’area e vera e propria icona, l’Is distrugge definitivamente uno dei più importanti templi dell’antica perla nel deserto siriano. Anche questa volta la fonte ufficiale è l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) che cita alcuni residenti della città in fuga dalla furia barbara e omicida dei miliziani.

Il santuario risaliva al II secolo d.C e faceva parte del sito archeologico di Palmira da mesi sotto attacco dell’Is, ennesimo duro colpo per la Siria, uno Stato ormai completamente lasciato a se stesso e quasi “morto”, decapitato dalla scure di violenza e malvagità di questi uomini – anche se è dura definirli tali – portavoce di un fantomatico e  nuovo califfato. In un video diffuso all’inizio di luglio dall’Ondus vengono mostrate le ennesime immagini raccapriccianti, venticinque soldati siriani inginocchiati e alcuni ragazzini di tredici anni che li uccidono con un colpo alla nuca mentre dalle gradinate dell’anfiteatro romano di Palmira assistono migliaia di civili. La disumanizzazione.

Insomma, oltre ai danni provocati alla popolazione siriana e dell’area tutta si aggiunge la continua distruzione delle città e dei siti archeologici più antichi al mondo. Forse un giorno i governi delle potenze mondiali si pentiranno per non aver arginato tanta violenza inaudita, forse un giorno si accorgeranno del “mostro” quando arriverà a lambire le nostre città e i nostri castelli.  

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