LA FESTA DELLA LIBERAZIONE AI TEMPI DEL CORONA VIRUS

Cronache dall’Apocalisse

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” Primo Levi (1919-1987)

25 aprile 2020, festa della Liberazione, il calendario ci ricorda che è anche il giorno di San Marco discepolo dell’apostolo Paolo e, successivamente di Pietro, autore, per la tradizione cristiana di uno dei quattro Vangeli.

Per i 75 anni della liberazione numerose sono state le iniziative virtuali che hanno dato rilevanza a questo anno così importante e così anomalo.

Già, anomalo, perché parliamo di liberazione in un momento storico in cui la stessa libertà dell’individuo e della società dipende dalla capacità di “resistenza” dell’essere umano… resistenza perché il rimanere a casa, seppur con ogni comodità, non sempre equivale a relax e serenità, spesso, il rimanere chiusi tra le mura domestiche vuol dire dover fare i conti con la “violenza” chi vi abita, con la necessità e, purtroppo ormai con grande diffusione, bisogna fare i conti anche con la fame.

Sarebbe davvero bello, poter dire di essere anche noi dei “liberatori”, ma non è così. Abbiamo avuto modo di vedere, in questi 40 e più giorni, come la natura possa riprendersi i suoi spazi senza la presenza dell’uomo, abbiamo potuto capire quanto importante sia il semplice gesto del buongiorno o della stretta di mano, abbiamo visto la paura negli occhi di chi fuggiva e la stanchezza tra le corsie trasformate in vere e proprie trincee.

La guerra di questo secolo contro un nemico invisibile non è ancora vinta. Non siamo ancora liberi anche se in attesa della fase due di questo oscuro periodo.

Andrà tutto bene ci ripetiamo ogni giorno con ostinazione, digitandolo sulle nostre tastiere, gridandolo dai balconi, indicandocelo dagli schermi dei nostri dispositivi, ma ciò che davvero accadrà è che niente sarà come prima, perché non potrà esserlo più.

Dovremo cambiare il nostro tempo, ora che abbiamo imparato che non bisogna necessariamente fare tutto in fretta, che il tempo possiamo dilatarlo e viverlo intensamente nelle piccole cose del quotidiano, che il mondo non è nostro, ma noi apparteniamo ad esso.

Ci sarà un nuovo 25 aprile una liberazione da questa accidia che ci ha intrappolati, una liberazione dal vecchio io borioso e pieno di arroganza… intanto, amici cari. Buona festa della liberazione a voi tutti.

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