Ostia. Aggressione ai reporter di Nemo: quali conseguenze porterà?

“La luce può trasformare le cose”

OSTIA – Dopo il commissariamento per “Mafia Capitale”, Ostia è tornata al voto questa domenica con la volontà di fare un passo avanti verso la legalità. Il primo turno ha registrato una scarsa affluenza degli elettori e i due partiti con il maggior numero di voti, M5S e CentroDestra, andranno al ballottaggio. La notizia è stata l’ingresso in consiglio municipale del partito neo-fascista Casapound che ha raggiunto quasi il 10% dei voti. Proprio dalle votazioni inerenti questo partito, dalle strane dinamiche nei seggi e dall’influenza del Clan Spada sul litorale laziale che nasce l’inchiesta di Daniele Piervincenzi, reporter di Nemo – Nessuno escluso. Il giornalista ha deciso di indagare in particolare sul rapporto, o meglio la vicinanza, tra il Clan Spada e Luca Marsella, il candidato di CasaPound alla presidenza del municipio di Ostia.Ha così intervistato Roberto Spada, fratello del Boss Carmine condannato in primo grado a 10 anni per estorsione, chiedendo chiarimenti soprattutto riguardo la presenza di membri del Clan di fronte ai seggi elettorali durante la prima tornata. Dopo l’ennesimo diniego, Roberto Spada ha reagito improvvisamente sferrandosi sul Piervincenzi con una testata seguita da diverse bastonate, mettendo in fuga il reporter e il suo cameraman. Come ha successivamente dichiarato Daniele Piervincenzi“Non è un naso rotto che ci può fermare” e ha aggiunto, “continueremo a fare il nostro lavoro con la stessa dedizione di prima.” L’episodio di violenza non è infatti il primo che vede coinvolto un giornalista (e probabilmente non sarà l’ultimo), soprattutto quando sono in ballo verità e dichiarazioni scomode. Ciò che emerge dall’intervista, in particolaredall’incapacità dello Spada di rispondere direttamente alla domanda del reporter, è la preoccupante condizione di instabilità del territorio di Ostia, ancora legato alle vecchie malavite locali. Il Clan Spada è ancora molto attivo sul territorio. “Ostia è diventata come Corleone, Scampia, Casal di Principe, San Luca: dominio assoluto totale e totalitario dei clan” sottolinea il giornalista Roberto Saviano a rep.tv, che definisce, inoltre, l’alleanza degli Spada con Casapound un evento “normale” per un partito politico che ricerca votidurante la campagna elettorale. “Visto che qualcuno porta voti e quel qualcuno sono le organizzazioni criminali” è facile che i gruppi politici vi si avvicinino, anche con un sostegno indiretto. Infatti, per promuovere un’organizzazione criminale non serve prenderne le parti in piazza, ma sono sufficienti il silenzio e l’omertà. “In campagna elettorale”, prosegue Saviano, Casapound non ha detto“una parola sul narcotraffico, non una parola sul dominio militare” dei Clan Spada e Fasciani sul territorio di Ostia. La pericolosità di questi atteggiamenti e di queste connivenze politiche risiede oltremodo nel ruolo degli Spada nel contesto romano. Infatti, oltre ad esseresegmento operativo del Clan Fasciani, essi hanno legami di sangue diretti anche con i Casa Monica, una delle più forti componenti della criminalità organizzata romana, e sono stati tra i protagonisti della vicenda Mafia Capitale, essendone il braccio operativo e violento dell’organigramma. Inoltre, non è da sottovalutare la rilevanza che viene data a questi gruppi criminali da parte dello Stato. “Lo Stato italiano è in ritardo sul riconoscimento delle Mafie autoctone del Lazio” prosegue Saviano, perché se la magistratura romana sta cambiando la propria prassi, affrontando questi fenomeni con il giusto approccio, la politica tace e “non parla di questo gruppo mafioso, che è trasversale a tutti i gruppi politici”. Resta indietro, attraccata alle vecchie abitudini.

Il cambiamento, però, può avvenire già dal ballottaggio. C’è bisogno della volontà di fare chiarezza, di prendere veramente le distanze da queste organizzazioni, che sono ormai le più pericolose di Italia, “facendo nomi e cognomi” e dicendo apertamente ciò che stanno compiendo e il modo in cui lo fanno. Questo perché “la luce può trasformare le cose”, conclude Saviano.

Nella serata di giovedì 9 novembre 2017, Daniele Piervincenzi ha espresso il suo pensiero sulla violenza subita, durante il programma Nemo – Nessuno escluso (durante il quale si è potuto assistere anche a un altro servizio su Ostia): “Se questo è significato restituire le strade ai cittadini di Ostia e la possibilità, soprattutto, di esprimere la propria opinione, allora si, vale un naso rotto.”

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