PA. Le graduatorie non sono un problema, sono una risorsa

Quali sono le concrete ricadute del Decreto PA? Il testo, se approvato senza modifiche anche al Senato, rischia di vanificare gli esiti della procedura che ha consentito l'immissione di oltre 6.000 nuovi funzionari pubblici. Il nuovo testo inizierà a produrre effetti a settembre, a ridosso della scadenza di questa graduatoria concepita per sopperire rapidamente alle carenze di personale dell'amministrazione centrale.

Roma, 8 giugno 2023 – Ne hanno assunti oltre 6.000 e gli altri 18.000 già selezionati basterebbero a sopperire alla stragrande maggioranza delle necessità della pubblica amministrazione. Sono gli idonei della graduatoria del concorso unico per funzionari amministrativi Ripam che leggono con sconcerto il testo del Decreto PA modificato e approvato alla Camera dei Deputati e ora trasmesso al Senato per la seconda lettura.

Analizziamo le ricadute effettive del nuovo decreto PA sulla graduatoria di merito dei Funzionari amministrativi Ripam, concorso che ha consentito di immettere nell’amministrazione centrale oltre 6.000 nuovi funzionari. Ne parliamo con Gianluca Gabriele membro del direttivo CIFA (Comitato idonei funzionari ammnistrativi).

Cosa sono i concorsi nazionali unici? A quali esigenze rispondono?
I concorsi unici sono procedure pubbliche che consentono di svolgere un’unica selezione a favore di più amministrazioni, con le modalità di un concorso pubblico tradizionale. Prevedono la creazione di graduatorie con bacini di idonei molto ampie per soddisfare le esigenze della P.A.

Quale è il vantaggio di questa tipologia di concorso?
Questa tipologia di concorso consente di risparmiare denaro pubblico e mette a disposizione della P.A. idonei già formati, subito pronti a sopperire alle mancanze di personale nelle varie amministrazioni.

Quando è stata pubblicata la vostra graduatoria e quanti anni resta in vigore?
È stata approvata in Gazzetta Ufficiale il 4 febbraio 2022 e resterà in vigore due anni.

Ad oggi tutti i posti messi a bando del vostro concorso sono stati coperti, e altre amministrazioni si sono convenzionate per utilizzare la vostra graduatoria. Proprio in questi giorni l’Agenzia delle entrate sta attingendo circa 100 funzionari. A quale punto della graduatoria sono arrivati gli scorrimenti?
La graduatoria, formata da 21.141 unità, è arrivata al numero 6.569. Nell’ultimo scorrimento si è aggiunta anche l’Agenzia delle Entrate. Tale risultato è una vittoria del CIFA. Auspichiamo che anche l’Agenzia dei Monopoli possa seguirne l’esempio.

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato la prima lettura della conversione in legge del decreto-legge n. 44/2023 sul rafforzamento della pubblica amministrazione. Tra gli emendamenti accolti questo vi riguarda “le amministrazioni centrali e le agenzie possono stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della Commissione RIPAM, in corso di validità“. Cambia qualcosa? Quali sono le conseguenze concrete di questo testo?
L’emendamento rafforza il concetto che tutte le amministrazioni hanno facoltà di attingere dai Concorsi Unici Ripam ma al momento non è sufficiente per la nostra graduatoria. Nel testo del Decreto Legge 44 non sono stati inseriti due emendamenti essenziali: il piano straordinario assunzionale e la proroga delle graduatorie.

Sembra sia mancata una visione d’insieme. Quali sarebbero i correttivi indispensabili per sfruttare al meglio la vostra graduatoria?
Bisognerebbe in primis che si approvasse una proroga in vista dell’imminente scadenza della graduatoria CUFA. In seconda analisi anche i tempi di scorrimento sono molto lunghi nonostante una carenza di personale paurosa e le scadenze PNRR che incombono. Bisogna altresì rilevare che nei passati due anni sono andati in pensione circa 30.000 funzionari ed il turnover, nonostante i fondi già stanziati, è ben lontano dal 100% auspicato.

Quali sono le ricadute concrete dell’ emendamento che recita “I bandi di concorso per l’accesso al pubblico impiego possono prevedere che il punteggio del titolo di studio richiesto sia aumentato fino al doppio qualora il titolo di studio medesimo sia stato conseguito nei cinque anni antecedenti alla scadenza del termine di presentazione della domanda di partecipazione al concorso“?
Chiaramente penalizzano i più “ attempati “ . Ovvero quella generazione anni 70\80 già sfortunata perché competente ma non ha potuto partecipare ai concorsi per il blocco. Ora si ritrova in una lotta impari con le nuove generazioni.

E quali sono invece quelle dell’emendamento che dispone che “Nei concorsi pubblici sono considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi. In caso di rinuncia all’assunzione o di dimissioni del dipendente intervenute entro sei mesi dall’assunzione, l’amministrazione può procedere allo scorrimento della graduatoria nei limiti di cui al quarto periodo“?
E’ chiara la volontà di bandire ulteriori concorsi ed occorreva un “capro espiatorio “: chi meglio degli idonei che non vanno in alcune sedi decentrate? Si avranno nuovi concorsi e scorrimenti minimi . Per efficientare sarebbe bastato far scorrer le graduatorie in essere, risorse competenti già pronte, senza sperperare ulteriore denaro pubblico.

Leggi anche: Disperatamente PA: le graduatorie non bastano mai e se ci sono non si usano.

Foto di Levi Meir Clancy su Unsplash

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