Ci lascia Gianni Minà

Gianni Minà è morto all'età di 84 anni a Roma per una patologia cardiaca. Sessant'anni di carriera giornalistica tra mondiali, olimpiadi e interviste contro corrente a grandi personaggi dello spettacolo, musica, attualità, sport e politica. La più celebre nel 1987 a Fidel Castro. Sedici ore per un reportage 'Fidel racconta il Che'

A informarci è la sua pagina ufficiale di Facebook del 28 marzo 2023: “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Professor Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”.

Gianni Minà, signore del giornalismo, aveva 84 anni.

Credit photo to Adnkronos

Nasce a Torino il 17 maggio 1938 e inizia a lavorare nel mondo del giornalismo nel 1959. La sua carriera vanta numerose esperienze, come il suo primo lavoro a ‘Tuttosport’, di cui diventerà direttore dal 1996 al 1998 e il suo debutto in Rai nel 1960 con i giochi olimpici di Roma.

Approdato a ‘Sprint’, rotocalco sportivo, diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui ‘Tv7’, ‘AZ, un fatto come e perché’, ‘Dribbling’, ‘Odeon. Tutto quanto fa spettacolo’ e ‘Gulliver’. Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fonda ‘L’altra domenica’.

Nel 1976 viene assunto al ‘Tg2’, diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il ‘Premio Saint Vincent’ in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a ‘Mixer’, debutta come conduttore di ‘Blitz’, programma di Raidue di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali.

La sua passione e dedizione nei confronti dello sport sono state straordinarie. Minà nel corso della sua vita ha attraversato otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a occuparsi di decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali.

Celebri le sue interviste a grandi personaggi della politica, della musica, dello spettacolo. Quella che gli conferì notorietà in tutto il mondo fu nel 1987 a Fidel Castro. Gianni Minà intervistò per sedici ore il presidente cubano per la realizzazione di un documentario, da cui venne tratto un libro: ll reportage intitolato ‘Fidel racconta il Che’.

“Mi hanno sempre attratto persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell’isolamento, della solitudine. Persone capaci di raccontare storie, di mostrare visioni altre. E inevitabilmente hanno acceso la mia curiosità, perché, come diceva il mio amico Eduardo Galeano, capace di raccontare la storia dell’America Latina attraverso racconti ironici e apparentemente non importanti, fatti di cronaca, ‘il cammino si fa andando’, non sai mai dove queste storie ti possano portare. E’ il bello della vita, tutto sommato”. Si raccontava cosi Gianni Minà, oltre sessant’anni di giornalismo sempre contro corrente.

Ricorderemo il 28 marzo 2023 come il giorno in cui si spense un grande giornalista che svolgeva il suo lavoro con passione e dedizione.

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