È stato raggiunto l’accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo. Ad annunciarlo è stata la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo sul suo account Twitter. “Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi”, scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul progetto di direttiva sui salari minimi adeguati nell’Ue”, si legge in un comunicato che il Consiglio Europeo ha emesso all’alba. “La nuova legge, una volta adottata definitivamente, promuoverà l’adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei”.
L’Europa dunque si sveglia con una buona notizia, dopo una lunga notte di trattative sulla proposta di direttiva sui salari minimi adeguati nell’Unione europea, presentata dalla Commissione Ue nell’ottobre del 2020. Un primo punto di incontro che è stato trovato tra Consiglio e Parlamento Ue riguarda la contrattazione collettiva, che è un modo, secondo la Commissione, per combattere la povertà lavorativa e migliorare le condizioni di lavoro. Gli Stati membri dovrebbero quindi promuovere la capacità delle parti sociali di partecipare alla contrattazione collettiva. I Paesi Ue con un tasso di copertura della contrattazione collettiva inferiore all’80% (il Parlamento voleva il 90%, Consiglio e Commissione Ue avevano indicato il 70%) dovranno elaborare un piano d’azione per promuoverla, adottando misure che agevolino il coinvolgimento delle parti sociali.
La direttiva chiaramente non impone di cambiare i sistemi nazionali esistenti sul salario minimo da corrispondere ai lavoratori, ma nel rispetto delle differenze dei modelli di mercato del lavoro tra i diversi Stati membri, stabilisce le procedure per promuovere salari minimi «adeguati ed equi» in tutta l’Ue. Ad oggi il salario minimo legale esiste in 21 Paesi. Fanno eccezione Italia, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia, Cipro dove c’è la contrattazione collettiva. La Germania ha qualche giorno fa alzato il suo salario minimo a 12 euro l’ora. Ma le differenze tra i Paesi Ue sono ancora notevoli. Si va dai 332 euro al mese della Bulgaria ai 2.256 del Lussemburgo