#sofagate. Due poltrone per tre

Ieri, durante il vertice di Ankara, con grande sgarbo da parte del presidente Erdogan, la presidente Ursula Von der Leyen è stata lasciata in piedi nella stanza destinata all’incontro dell’Unione Europea con il presidente turco, relegandola poi ad un banalissimo sofà.

Doveva essere un incontro, quello con il presidente Erdogan, per discutere sui diritti delle donne e dei bambini e più in generale sulla difesa dei valori fondamentali dello Stato di diritto e della libertà di espressione o sulla stampa, e invece si è trasformato in un affronto bello e buono, un modo da parte del presidente turco per sottolineare come le donne in Turchia non godano di pari diritti degli uomini. 

Una visita dove l’Europa, rappresentata dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ha segnato l’apertura al dialogo con Erdogan, il quale tuttavia si è dimostrato tutt’altro che propositivo. 

Durante la riunione, entrando nella sala del palazzo di Ankara, ieri il mondo civilizzato è rimasto allibito nello scoprire che la presidente donna Von der Leyen è rimasta in piedi, successivamente poi relegata su un banalissimo sofà: per lei non era stata riservata nessuna seduta al fianco e al pari degli altri due uomini presenti all’incontro, così come prevedono le regole del protocollo. 

Tuttavia l’episodio è andato peggiorando quando lo stesso Michel si è mostrato impassibile, senza una reazione che potesse in qualche modo “aggiustare” quella tristissima situazione, facendo dunque perdere di credibilità l’Ue che si era recata in visita in Turchia per chiedere il rispetto dei diritti delle donne, ma che poi ha permesso di lasciare a margine una presidente donna.

E che non si giustifichi il tutto con una svista nel protocollo, dal momento che nel 2015, in un incontro della stessa portata, in occasione del G20, presieduto dalla Turchia ad Antalya, entrambi i leader dell’epoca, Juncker e Tusk, due uomini, furono fatti accomodare su due poltrone ai lati di Erdogan.

Come si può dunque pretendere parità di sessi, se ad una donna con una carica politica molto alta viene poi ricordata la sua inferiorità? Come si può gioire del fatto che una carica importante come quella di presidente della Commissione Ue venga assegnata ad una donna, se poi essa stessa viene sminuita in un incontro dove il tema principale è la discussione dei diritti delle donne?

Ursula Von der Leyen ha però deciso di mantenere la calma, concentrandosi sulla “sostanza dei problemi”, come ha poi riferito in serata il portavoce della Commissione Ue, ma chiedendo per gli incontri futuri che simili imbarazzi non si ripetano più, rispettando le regole protocollari. 

Non l’ha dunque data vinta a quei due uomini che si fingevano “alfa”, ma si è dimostrata superiore, l’unica degna di essere chiamata “alfa” in questo trio (che poi trio non è).

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