Nettie Stevens, la donna che scoprì i cromosomi sessuali

A centocinquant’anni dalla nascita della scienziata Google le dedica il “doodle” di oggi

Il doodle di google (sembra uno scioglilingua ma non lo è) ci ricorda oggi l’anniversario della nascita di Nettie Stevens, biologa e genetista, la prima a scoprire che il sesso è determinato da una particolare configurazione di cromosomi. La Stevens nacque a Cavendish, nel Vermont, il 7 luglio del 1861 quando l’unità d’Italia era stata da poco celebrata. Il suo lavoro scientifico di enorme importanza per la comunità internazionale e la sua personale storia sono quindi ricordati dall’ennesimo – e graficamente splendido – doodle che Google ci ha voluto regalare. Ma chi era Nettie Stevens? Nel 1896 si iscrisse al primo anno di fisiologia e istologia presso la prestigiosa università di Stanford in California ottenendo il master nel 1900. Terminata questa prima fase proseguì gli studi al Bryn Mawr College – vicino a Philadelphia – rinomato centro d’eccellenza per la ricerca sulle cellule e nell’inverno del 1901 lavorò in Italia a Napoli, presso la stazione zoologica dove studiò da vicino gli organismi marini. Da Napoli, Nettie Stevens si trasferì all’università di Würzburg in Germania, dove lavorò con il biologo tedesco Theodor Boveri che stava studiando l’ovogenesi e la spermatogenesi (cioè la produzione di cellule uovo e spermatozoi), e in particolare il comportamento dei cromosomi durante il processo della divisione cellulare. Il suo lavoro ebbe un’influenza importante sulle ricerche successive di Stevens. Nel 1903 Stevens, tornata negli Stati Uniti, completò il dottorato di ricerca a Bryn Mawr, dove rimase a lavorare fino al 1912, quando morì per un tumore al seno. A partire dal 1904 Nettie Stevens aveva iniziato a studiare i cromosomi nel processo riproduttivo degli afidi (gli insetti conosciuti anche con il nome di pidocchi delle piante), e riconobbe che in alcune specie i cromosomi erano diversi negli esemplari maschili e femminili. Scoprì anche che le differenze osservabili nei cromosomi si potevano collegare a differenze osservabili degli attributi fisici, come il sesso. Nel corso dei suoi esperimenti, inoltre, Stevens scoprì nel verme della farina l’esistenza del cromosoma Y, quello che differenzia il sesso maschile dal femminile. Aveva infatti osservato che gli esemplari femminili della specie avevano venti cromosomi uguali, mentre in quelli maschili uno era più piccolo. Negli anni precedenti la morte, Stevens continuò i suoi studi sugli insetti, occupandosi anche del moscerino della frutta (Drosophila melanogaster): fu proprio studiando questo insetto che Thomas Morgan scoprì che i cromosomi sono i portatori dei geni (e quindi dei caratteri che si trasmettono in modo ereditario), scoperta che gli valse il premio Nobel per la medicina nel 1933.

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