Su richiesta dell’USPI la Presidenza del Consiglio dei Ministri mette un freno ad una interpretazione legislativa sui NON PROFIT e congela le tariffe postali per le Associazioni NON ONLUS e di categoria

L’USPI sulla questione sta premendo sul Governo affinché si arrivi ad una regolamentazione definitiva del settore. Con tariffe certe ed uguali per tutti gli editori, senza discriminazione alcuna.

Su segnalazione e pressante richiesta dell’[b]Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)[/b] la Presidenza del Consiglio dei Ministri FRENA LE POSTE SU UN’INTERPRETAZIONE LEGISLATIVA SUI NON PROFIT E CONGELA LE TARIFFE POSTALI PER LE ASSOCIAZIONI NON ONLUS E DI CATEGORIA .
L’USPI plaude all’ iniziativa del Sottosegretario all’editoria Luca Lotti, ma richiede – con urgenza – una soluzione definitiva della a vicenda, ormai, ben nota a tutti quegli editori senza fini di lucro (associazioni in generale, culturali, sociali, rappresentative di interessi e studi di nicchia, territoriali, sindacali, di categoria, politiche…) non ricomprese nello specifico elenco dettato dal DL 353/03, conv. in L. 46/04 (Onlus, Ong,Promozione sociale, religiose…) che, tra la metà di ottobre e novembre scorsi, si son visti recapitare, da parte Poste italiane SpA, l’ennesima lettera in cui si richiedeva esplicitamente di sottoscrivere una Dichiarazione sostitutiva nella quale “si evinca chiaramente la “natura di impresa editrice”, al fine di verificare la possibilità, per dette associazioni, di accedere alla “Tariffa Roc”.
Poste, inoltre, si riservava di “richiedere i dovuti conguagli tra le tariffe ROC … e quelle di cui al Regime Libero”, dal 22maggio 2010.
Nella missiva agli editori no profit, Poste allegava una ”Nota” (intempestiva, visto
che il quesito di Poste è datato 5 agosto e la risposta porta la data del 6 agosto) del
Dipartimento Editoria della PCM, sul tema in oggetto. che, purtroppo, avallava tale
tesi.
L’USPI ha prontamente interessato della questione il Sottosegretario con delega all’editoria, On. Luca Lotti, facendo notare l’erronea interpretazione normativa di
Poste e sottolineando, per di più, l’assurdità politica di far pagare una tariffa postale più alta al piccolo editore no profit rispetto ai grandi editori come ilSole24ore o i grandi settimanali, come Panorama o l’Espresso.

L’USPI è intervenuta chiedendo inoltre per lettera al sottosegretario Lotti l’urgente apertura di un tavolo di trattativa con tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Poste Italiane e Unione Stampa Periodica Italiana, e contestando le tesi sostenute da Poste Italiane , l’Unione ricorda ‘che mai e poi mai, in alcuna legge della Repubblica intervenuta nel nostro settore, si è penalizzato il mondo del no-profit. – Tanto meno nelle lunghe trattative tra Poste Italiane, editori e Presidenza del Consiglio dei Ministri si era ritenuto che fossero esclusi, dalle nuove tariffe, i prodotti editoriali delle associazioni. Anzi, alcuni interventi correttivi furono pensati per adeguare specificamente a tali soggetti le norme applicative (ad es.: lo scorporo della quota associativa indicato come prezzo allo scopo di soddisfare il requisito del prezzo di copertina).
Se le associazioni editrici prosegue l’USPI, avessero ritenuto di essere escluse dalle agevolazioni, avrebbero fatto altre scelte. Per esempio avrebbero potuto scegliere di editare unicamente on line, oppure di diminuire il numero dei prodotti spediti.
Ma le associazioni, il Governo e Poste taliane non avevano mai messo in discussione il diritto delle associazioni di accedere a quelle tariffe, quindi nessun dubbio ci aveva mai preoccupato..
‘Ora, sostiene l’USPI, la nota che Poste Italiane sta inviando alle centinaia e centinaia di associazioni no-profit, non ricomprese nello specifico elenco dettato dal DL 353/03, conv. in L. 46/04 (Onlus, Ong, Promozione sociale, religiose…), sarebbe un’altra mazzata per un settore già fortemente in crisi e con volumi di spedizione fortemente in calo da anni, proprio per lo spropositato aumento delle tariffe postali.
Ricordiamo che, nel Protocollo d’ “Intesa sugli interventi a sostegno dell’editoria”
del 6 agosto 2013, firmato dalla PCM e gli editori, si prospetta l’impegno del Governo
“ a favorire, per il prossimo triennio, la prosecuzione dell’attuale regime tariffario concordato con Poste Italiane nella misura stabilita dal vigente decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, anche contemplando ulteriori alleggerimenti delle tariffe per le imprese editoriali minori e no profit (lettera m.)”.
Occorre, sottolinea l’USPI nella lettera al sottosegretario all’editoria on. Luca Lotti,quindi, come primo, immediato atto, quello di impedire a Poste di richiedere i pretesi conguagli, e di sospendere ogni iniziativa modificativa delle tariffe, fino alla definizione della questione in oggetto e sollecita una urgente iniziativa della Presidenza del Consiglio – Dipartimento Editoria volta a convocare un tavolo di trattativa con Poste Italiane ed USPI per concordare specifiche tariffe per questo settore..’

L’USPI sulla questione sta premendo sul Governo affinché si arrivi ad una regolamentazione definitiva del settore. Con tariffe certe ed uguali per tutti gli editori, senza discriminazione alcuna, e tali da non massacrare un comparto già in grandi difficoltà economiche, salvaguardando non solo il pluralismo informativo, ma anche l’occupazione che produce.

Inoltre l’Uspi esamina una questione che secondo alcuni punti di vista potrebbe essere ritenuta marginale, secondo cui ogni tanto, ricomincia a girare la voce che le Associazioni Onlus ed equiparate,per accedere alla “Tariffa ROC”, non devono avere alcuna pubblicità per conto terzi nella propria rivista?
E’ una concezione vecchia, che risale al tempo in cui i no profit avevano, per legge,
una tariffa molto inferiore a quella dei profit.
Vecchia tesi, sostiene l’Unione, che, pur non essendo avallata da alcun riscontro normativo
nella Legge 46/2004, è stata sostenuta da un’interpretazione dell’allora Capo dipartimento,
Mauro Masi.
A quel tempo, forse, aveva una ragion d’essere…Ora non più.
Ora che le Onlus, gli enti religiosi, le associazioni di promozione sociale e quant’altri,
per accedere alla “Tariffa ROC” devono iscriversi al Registro e scontano le stesse
tariffe dei profit.
Perché tale discriminazione?
L’USPI ritiene sia arrivato il momento di fare chiarezza anche su questo punto.

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