Nadia non ce l’ha fatta

Nadia De Munari era una missionaria laica proveniente dalla provincia vicentina, da Giavenale, nel territorio di Schio. E’ stata uccisa nel sonno, ancora non sono chiari i contorni della drammatica vicenda.
Nadia De Munari, la missionaria uccisa

Nadia non ce l’ha fatta. E’ stata aggredita e uccisa nella sua abitazione a Nuevo Chimbote dove dirigeva sei asili e accudiva ad oltre 500 bambini. Nadia De Munari era una missionaria laica proveniente dalla provincia vicentina, da Giavenale, nel territorio di Schio. E’ stata uccisa nel sonno, ancora non sono chiari i contorni della drammatica vicenda.

Siamo in Perù, in America Latina dove la missionaria operava e lavorava a favore dei più poveri sin dal 1995. Mercoledi scorso, secondo le prime ricostruzioni, è stata aggredita nella sua casa, mentre dormiva, e uccisa con un’ascia o addirittura un machete. E’ stata subito trasportata in ospedale a Lima, a seicento chilometri a sud ma le sue condizioni sono subito apparse molto gravi. Nadia aveva 50 anni ed era la persona di punta in quella zona – aveva fatto precedentemente anche una esperienza di missione in Ecuador – dell’Operazione Mato Grosso, si cui faceva parte.

Nel momento dell’aggressione, la missionaria si trovava nella struttura “Mamma mia”, che ospita anche alcune ragazze, ma nell’appartamento al terzo piano, Nadia abitava da sola. La prima ipotesi è di una rapina andata a male, ma non sembra essere stati rubati soldi. Quindi è caccia all’uomo.  

Nadia si recava spesso nelle case per portare aiuti alimentari. Era questo un compito aggiuntivo a quello della formazione delle maestre. La missionaria aveva un diploma magistrale ottenuto all’Istituto magistrale delle suore canossiane di Schio, e un’abilitazione all’insegnamento per la scuola materna.

È rimasta per oltre 20 anni sulla Sierra, a 3.400 metri di quota.

Poi si è trasferita a Chimbote in queste scuole per i bambini molto poveri che scendevano in massa dalle montagne. Nessuno ci voleva andare, solo lei. Faceva parte del suo cammino. “Nadia era speciale – dicono i suoi compagni di missione –, aveva un’indole pacifica. Su questa terra ha fatto solo del bene».

Quando Nadia rientrava in Italia per un periodo di vacanza, rimaneva un po’ con i familiari e poi si metteva a disposizione della parrocchia di Monte di Malo. Una vita spesa per gli altri e oggi sacrificata per il bene di tanti.

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