Un gruppo di giovani fortemente integro e coerente fino all’ultimo alito di vita orrendamente falcidiata dalla morte nel segno eroico del coraggio e dell’azione verso crimini che non hanno confronti in tutta la storia dell’umanità. Precorritori del tempo e forti nelle
idee, immaginarono l’Europa del futuro, federalista, solidale, inclusiva, integrata, fondata su una economia sostenibile capace di affrancare la classe dei lavoratori.
‘’Ogni potere centralizzato, come quello che lo Stato prussiano ha cercato di
esercitare in Germania ed in Europa, deve essere soffocato sul nascere. La Germania del futuro può essere soltanto federalista. Oggi, solo un sano ordinamento federalista può dare ancora nuova vita all’Europa indebolita. Con un ragionevole socialismo, la classe dei lavoratori deve essere liberata dalla sua condizione di profonda schiavitù. L’illusione di una economia autarchica deve scomparire dall’Europa. Ogni popolo, ogni individuo ha diritto ai beni del mondo! Libertà di parola, libertà di religione, difesa del singolo cittadino dall’arbitrio della violenza di Stati criminali: questi sono i fondamenti della nuova Europa’’ (Dal quinto Volantino della Rosa Bianca)
A cento anni dalla nascita, il 9 marzo 2021 l’Unione europea dedicherà a Sophie Scholl un edificio del
Parlamento europeo, in Rue Wiertz 30-50 a Bruxelles, rendendo omaggio al sacrificio della giovane studentessa tedesca decapitata in nome della libertà, della pace e dei diritti umani.
Ad annunciarlo nel corso della Giornata internazionale della donna, la presidenza dell’Europarlamento. Lo stesso giorno, nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles, insieme alla giovane attivista, il fratello Hans, Christoph Probst, Alexander Schmorell, Willi Graf e Kurt Huber saranno celebrati come oppositori alle atrocità della dittatura nazista.
Contesto
Sophie Scholl, nata il 9 maggio 1921 a Forchtenberg in Germania da una famiglia liberale evangelica di Ulm, Incontrò il mondo cattolico ad Augsburg e a Monaco confrontandosi con il filosofo della cultura Theodor Haecker e con il fondatore del giornale cattolico Hochland, Carl Muth. La famiglia etra politicamente attiva, il padre, sindaco di Forchtenberg venne arrestato nel 1942 per aver criticato pubblicamente la politica di Hitler. Sophie con il fratello Hans, le sorelle Inge ed Elisabeth, seguirono il percorso degli adolescenti tedeschi, in quel momento catturati dal travolgente messaggio del Führer entrando a far parte della Hitler Jugend, ovvero Gioventù Hitleriana. Ben presto Sophie si rese conto quanto illusoria, fortemente pericolose e menzognera fossero le promesse della politica del Terzo Reich e decise malgrado la giovanissima età di orientare le sue idee verso l’antinazismo. Eclettica, amante dell’arte e della letteratura, conseguì il diploma di maestra d’asilo e nel 1942 iniziò a frequentare l’Università di Monaco. La vita universitaria si svolgeva in un clima sospetto e incombente. Delatori appartenenti all’Associazione degli studenti nazionalsocialisti, quasi penetrante gli spazi rappresentavano un rischio per gli studenti non allineati perfettamente al regime nazista. Sophie, inizia a frequentare l’ambiente del fratello studente di Medicina e a riflettere sul comportamento di un credente cristiano di fronte alla dittatura, comprendendo l’urgenza di opporre resistenza ad un regime torbido e oscuro. La storia della ragazza racconta che giorno, durante una lezione universitaria, si imbattè in uno scritto lasciato a caso sotto il banco, il pensiero del foglio coincideva esattamente con le proprie idee e quelle del fratello Hans. Qualche mese dopo, nel 1942, anno dell’arresto del padre, attraverso un giro di amicizie Sophie entra a far parte nella “Rosa Bianca”, formato da un gruppo di studenti universitari che manifestavano volontà a resistere ed opporsi pacificamente al nazismo. Sophie per la sua esuberanza e concretezza nell’azione, diviene così parte attiva del gruppo, scrive e diffonde volantini che incitano alla resistenza non violenta contro il Terzo Reich. In quegli anni leggere e ancor più scrivere volantini senza essere autorizzati dalla Gestapo, era reato.Libertà solidarietà e dignità umana, animavano lo spirito degli studenti universitari, antinazisti e antimilitaristi, tutti cristiani nella diversità delle confessioni religiose, protestanti ed evangelici, il gruppo era composto dai fratelli Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst, Willi Graf, e il professor Kurt Huber docente di filosofia. La piccola comunità elaborava concetti trasferendoli su volantini che avrebbero dovuto motivare sollecitando i cittadini tedeschi a respingere le imposizioni inique e inumane della dittatura, attraverso la resistenza non violenta contro la Germania nazionalsocialista di Hitler. Nelle ore che precedettero il momento cruciale della loro esistenza Sophie e Hans Scholl si prepararono alla diffusione dei volantini stampati ed elaborati nelle ultime notti. Riempita una valigia si recarono all’Università per la distribuzione prima dell’inizio delle lezioni..Dalle aule ai corridoi al secondo piano dello stabile accademico. E fu nell’atrio che l’addetto alla sorveglianza scorse i loro movimenti e chiuse le porte d’ingresso informò repentinamente la Polizia segreta della Germania nazista Geheime Staatspolizei (Gestapo), I fratelli School furono arrestati e condotti a palazzo Wittelsbach, famigerata sede della Gestapo. Fuori dal mondo sottoposti ad interrogatori ininterrotti per giorni e notti, Sophie e Hans non conoscevano la sorte degli altri amici del gruppo. Solo casualmente in cella, seppero dell’arresto dei loro compagni. Serenità e lucidità accompagnarono gli imputati nel giorno dell’udienza del processo falsato. “Sono in tanti a pensare quello che noi abbiamo detto e scritto; solo che non osano esprimerlo a parole” una frase ardita espressa da Sophie intervenuta al processo che non costituì affatto un’aggravante della sua posizione perché nulla sarebbe cambiato pur con espressioni diverse. Il Tribunale pronunciò la condanna a morte. I fratelli Scholl sarebbero stati ghigliottinati.
La condanna fu eseguita nella struttura carceraria destinata alle esecuzioni capitali, la prigione di Monaco-Stadelheim, nei pressi della foresta di Perlach dove nel 1974 lo scultore William Breitsameter ha realizzato un’opera d’arte in memoria del sacrificio di Sophie e Hans School. Le salme degli esponenti della “Weiße Rose” riposano nel cimitero di Friedhof am Perlacher Forst.
Sophie Scholl, tomba 73-1-18/19Hans Scholl, tomba 73-1-18/19
Christoph Probst, tomba 73-1-18/19
Alexander Schmorell, tomba 76-1-26


