Regno disunito. Dove va la Scozia? La Brexit ha vinto ma gli scozzesi vogliono tornare in Europa

La premier Nicola Sturgeon guida il movimento per l’indipendenza da Londra

Il Regno Unito ha abbandonato irreversibilmente l’Unione Europea, la Brexit è realtà e le prime crepe iniziano ad avanzare: il Regno è disunito. Dopo 47 anni di tormenti e ineccepibili gioie Londra ha abbandonato Bruxelles e ci sentiamo tutti un po’ più soli.

La premier scozzese Nicola Sturgeon ha ribadito in questi giorni tramite un tweet la sua prossima sfida: tornare in Europa attraverso l’indipendenza dal Regno Unito “Torneremo presto nell’Ue! Non spegnete la luce!”, aumentando la pressione su Londra per un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello del 2014 vinto dagli unionisti con il 55% delle preferenze. La “forchetta” è stretta si direbbe e i tempi sono mutati. Cosa succederà?

“La Scozia – afferma Nicola Sturgeon – non ha mai votato per la Brexit perché noi ci sentiamo europei, da indipendente la Scozia sarà membro della Ue”. E’ difficile pensare che dopo tre secoli dall’Acts of Union (1707) il Regno Unito possa perdere anche la Scozia, ma i nuovi scenari politici sono sempre più imprevedibili e non possiamo escluderlo così certamente. Del resto, esperti, politologi e media come il Guardian indicano un secondo referendum come inevitabile.

I sondaggi danno gli indipendentisti avanti di 16 punti, record di sempre, i potenziali danni della Brexit hanno acceso il dibattito anti-Londra, sempre più serrato nelle ultime ore, con i pescatori del Nord che si sentono già traditi dall’accordo. Il partito di Nicola Stugeon potrebbe dilagare alle elezioni locali del prossimo maggio e far sprofondare in una nuova crisi politica Downing Street.

La realtà però ci dice che un possibile strappo della Scozia da Londra sarebbe molto complicato nei fatti, Boris Johnson non concederà mai il decisivo assenso per un secondo referendum sull’indipendenza di Edimburgo che travolgerebbe anche l’Irlanda del Nord. Inoltre, anche l’alternativa laburista di Sir Keir Starmer ha scaricato gli indipendentisti scozzesi e al massimo potrebbe concedere più devolution come Tony Blair nel 1997. Infine, Sturgeon ha sempre escluso di voler intraprendere una “via catalana” di referendum incostituzionali.

La Brexit si è conclusa con un accordo di libero scambio a zero dazi tra Ue e Uk, molto meglio di un No Deal, inoltre se anche si affermasse l’indipendenza della Scozia il suo ingresso nell’Unione Europea non sarebbe comunque scontato: Edimburgo dovrebbe adottare l’euro mentre la premier vuole tenersi stretta la sterlina. E la Spagna? Potrebbe porre il veto alla Scozia indipendente in Europa per non creare un pericoloso precedente. Insomma, sarà un “braccio di ferro” che durerà diverse “stagioni” e non annoierà, il rischio per la Scozia è di ritrovarsi davvero sola.

“Abbiamo fatto parte della famiglia di nazioni europea per quasi 50 anni. Non abbiamo scelto noi di andarcene e speriamo di riunirci presto a voi come partner alla pari, per affrontare insieme le opportunità e le sfide del futuro”. Parole e musica di Nicola Sturgeon.

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