Previsioni economiche d’inverno 2020: forze che si controbilanciano confermano una crescita modesta

Le prossime previsioni economiche della Commissione europea saranno le previsioni economiche di primavera 2020, che saranno pubblicate il 7 maggio 2020.

Le previsioni economiche d’inverno 2020 pubblicate oggi indicano che l’economia europea è destinata a restare su un percorso di crescita costante e moderata. La zona euro ha ormai registrato il periodo di crescita duratura più lungo dall’introduzione dell’euro nel 1999.

Le previsioni economiche d’inverno 2020 pubblicate oggi indicano che l’economia europea è destinata a restare su un percorso di crescita costante e moderata. La zona euro ha ormai registrato il periodo di crescita duratura più lungo dall’introduzione dell’euro nel 1999.

Per la zona euro le previsioni indicano che la crescita del prodotto interno lordo (PIL) rimarrà stabile all’1,2 % nel 2020 e nel 2021, mentre per l’UE nel suo complesso si prevede che la crescita scenda leggermente all’1,4 % nel 2020 e nel 2021 rispetto all’1,5 % prospettato dalle previsioni economiche d’autunno 2019.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone, ha dichiarato: “Nonostante il contesto difficile, l’economia europea rimane su un percorso stabile, mentre continua la creazione di nuovi posti di lavoro e la crescita delle retribuzioni. Ma dobbiamo essere consapevoli dei potenziali rischi all’orizzonte: un panorama geopolitico più volatile associato a incertezze commerciali. Gli Stati membri dovrebbero quindi utilizzare questa finestra di opportunità per portare avanti le riforme strutturali volte a stimolare la crescita e la produttività. I paesi con un debito pubblico elevato dovrebbero altresì rafforzare le proprie difese perseguendo politiche fiscali prudenti.

Paolo Gentiloni, Commissario europeo responsabile per l’Economia, ha dichiarato: “Nei prossimi due anni per l’economia europea si prospetta una crescita stabile, benché modesta, che prolungherà il periodo di espansione più lungo dall’introduzione dell’euro nel 1999, cui fanno eco buone notizie sul fronte occupazionale. Abbiamo inoltre assistito a sviluppi incoraggianti quanto alla riduzione delle tensioni commerciali e all’eventualità, ormai scongiurata, di una Brexit senza accordo. Ma ci troviamo ancora di fronte a significative incertezze politiche, che gettano un’ombra sull’industria manifatturiera. Per quanto riguarda il coronavirus, è troppo presto per valutare la portata del suo impatto economico negativo.

La crescita resterà stabile, trainata dalla domanda interna

Il contesto esterno rimane problematico, ma la costante creazione di posti di lavoro, la forte crescita delle retribuzioni e una combinazione di politiche favorevole dovrebbero aiutare l’economia europea a restare su un percorso di crescita moderata. I consumi privati e gli investimenti, in particolare nel settore dell’edilizia, continueranno a dare ossigeno alla crescita economica. Secondo le previsioni gli investimenti pubblici, soprattutto nelle infrastrutture digitali e del settore dei trasporti, aumenteranno in modo significativo in diversi Stati membri. Insieme ai timidi segnali di stabilizzazione del comparto manifatturiero e al possibile arresto del calo dei flussi commerciali a livello mondiale, ciò dovrebbe consentire all’economia europea di continuare a espandersi. Nel contempo questi fattori sembrano insufficienti per far accelerare la crescita.

Una revisione leggermente al rialzo delle previsioni relative all’inflazione

Nella zona euro le previsioni relative all’inflazione (indice armonizzato dei prezzi al consumo) sono state riviste al rialzo, all’1,3 % nel 2020 e all’1,4 % nel 2021, con un aumento di 0,1 punti percentuali per entrambi gli anni rispetto alle previsioni economiche d’autunno 2019: questa previsione è specchio di timidi segnali che retribuzioni più elevate potrebbero ora iniziare a riflettersi sui prezzi al consumo e di una revisione lievemente al rialzo delle ipotesi sui prezzi del petrolio.

Anche per l’UE le previsioni relative all’inflazione per il 2020 sono state riviste al rialzo di 0,1 punti percentuali per attestarsi all’1,5 %, mentre restano invariate, all’1,6 %, le previsioni per il 2021.

Rischi di revisione delle previsioni

Se alcuni rischi di revisione al ribasso sono svaniti, ne sono emersi di nuovi e il bilancio complessivo continua a puntare verso il basso.

La “fase uno” dell’accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina ha contribuito a ridurre in una certa misura i rischi di revisione al ribasso, ma l’elevato grado di incertezza che circonda la politica commerciale degli Stati Uniti continua a impedire il diffondersi di un clima di fiducia tra le imprese. I disordini sociali in America Latina rischiano di compromettere la ripresa economica della regione e l’inasprimento delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente ha aumentato il rischio di un conflitto nella regione.

Nonostante l’attuale chiarezza sulle relazioni commerciali tra l’UE e il Regno Unito per il periodo di transizione, permangono forti incertezze sul futuro partenariato con il Regno Unito. L’epidemia del coronavirus “2019-nCoV”, con le sue implicazioni per la salute pubblica, l’attività economica e il commercio, in particolare in Cina, rappresenta un nuovo rischio di revisione al ribasso. L’ipotesi di base è che si registri un picco dell’epidemia nel primo trimestre, con ricadute a livello mondiale relativamente limitate. Tuttavia, maggiore sarà la durata dell’epidemia, maggiore è la probabilità di ripercussioni sul clima economico e sulle condizioni di finanziamento globali. I rischi connessi ai cambiamenti climatici, benché siano principalmente rischi a lungo termine, non possono essere esclusi nel breve periodo.

Guardando agli aspetti positivi, l’economia europea potrebbe trarre vantaggio da politiche di bilancio più espansive e propizie per la crescita e beneficiare di effetti di ricaduta positivi derivanti da condizioni di finanziamento più favorevoli in alcuni Stati membri della zona euro.

Per il Regno Unito un’ipotesi puramente tecnica

Dato che le future relazioni tra l’UE e il Regno Unito non sono ancora chiare, le proiezioni per il 2021 si fondano sull’ipotesi puramente tecnica dello status quo in termini di relazioni commerciali. Si tratta di un’ipotesi formulata unicamente a fini di previsione, che non anticipa né prospetta l’esito dei negoziati tra l’UE e il Regno Unito sulle loro future relazioni.

Contesto

Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 29 gennaio. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 4 febbraio incluso. A meno che le politiche non siano sufficientemente dettagliate e annunciate in modo credibile, le proiezioni presuppongono che restino invariate.

La Commissione europea pubblica ogni anno due previsioni complessive (primavera e autunno) e due previsioni intermedie (inverno ed estate). Le previsioni intermedie riguardano i livelli annuali e trimestrali del PIL e dell’inflazione per l’anno in corso e l’anno successivo per tutti gli Stati membri, nonché i dati aggregati a livello della zona euro e dell’UE.

Le prossime previsioni economiche della Commissione europea saranno le previsioni economiche di primavera 2020, che saranno pubblicate il 7 maggio 2020.

Immagine by pixabay

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