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L’Europa vola verso il “Green New Deal”

«Il nostro obiettivo è di essere il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050». Lo ha detto Ursula von der Leyen nel giorno del suo insediamento a presidente della Commissione Europea. E lo ha ripetuto nel corso del suo intervento alla Conferenza sul clima COP 25 di Madrid. Il “Green New Deal” è la nuova strategia di crescita dell’Europa: ridurrà le emissioni creando posti di lavoro e migliorando la qualità della vita. A tal fine, la von der Leyen ha assicurato che lo stanziamento di mille miliardi previsto per il prossimo decennio dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti) metterà in moto un piano di investimenti in ricerca, innovazione e tecnologie verdi del valore di un trilione di euro (un miliardo di miliardi). Un piano che prevede energia pulita, economica e sicura, il potenziamento dell’economia circolare ed una strategia per le fattorie e la biodiversità. Affinché la decarbonizzazione non generi vittime, la Presidente ha assicurato che con il “Just Transition Fund” (un Fondo che farà leva su risorse pubbliche e private) verranno aiutati tutti, in modo da non lasciare indietro nessuno.

 

A livello internazionale l’Europa è pronta e si muove velocemente, impegnata a contribuire ad un accordo verde globale. I segnali concreti del “Green New Deal” sono già visibili. Il 9 dicembre la Commissione europea ha approvato un progetto del valore di 3,2 miliardi di euro da investire in dieci anni per costruire batterie elettriche di lunga durata, protagoniste del mercato energetico e della mobilità. Al progetto parteciperanno Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia. Delle 17 imprese coinvolte, 5 sono italiane o hanno sede in Italia (Enel X, Endurance, FAAM, Solvay, Kaitek). Le 17 imprese partecipanti collaboreranno tra loro e con 70 partner esterni comprendenti piccole e medie imprese e organismi di ricerca europei. Si prevede che questa iniziativa possa mobilitare 5 miliardi di euro supplementari di investimenti privati.

 

Il completamento dell’intero progetto è previsto per il 2031. Attualmente solo l’1% della produzione mondiale di batterie di lunga durata con celle agli ioni di litio è di provenienza europea. Secondo le stime dell’autorevole “Boston Consulting Group” (Bcg), il mercato delle batterie al litio potrebbe toccare i 45 miliardi di euro entro il 2027, con una quota di provenienza europea che potrebbe coprire dal 20% al 30% del totale. Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Europea e commissario alla Concorrenza, ha spiegato che «la produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l’economia e la società. Dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita, significa posti di lavoro, sostenibilità e competitività».

 

In Italia il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha dato il via libera all’Accordo con le Regioni Basilicata e Piemonte, Invitalia e le società Fiat Chrysler (Fca) Melfi, Fca Italy e CRF (Centro ricerche Fiat) per un programma di ricerca, sviluppo e produzione di veicoli elettrici e ibridi negli stabilimenti di Melfi, Orbassano e Torino Mirafiori. Per lo sviluppo e la produzione di veicoli elettrici a prezzi accessibili, saranno disponibili risorse per un totale di 136,6 milioni di euro da investire entro il 2022. L’accordo di sviluppo consentirà sia il graduale reintegro del personale temporaneamente in esubero (3.458 lavoratori attualmente in contratto di solidarietà), sia la creazione di ulteriori 100 posti di lavoro presso lo stabilimento di Melfi. Nel frattempo cresce velocemente il mercato delle auto ibride ed elettriche. Solo nel mese di novembre sono cresciute del 40,1% le vendite di auto ibride e del 130,2% le vendite di auto elettriche. (Antonio Gaspari, direttore www.orbisphera.org)