Brexit, un amaro calice per l’Irlanda del Nord: dibattito alla John Cabot University

I giovani sono disorientati, si sentono europei e non comprendono il perché del divorzio. Ma c’è anche il rischio del ritorno alla violenza    

Roma, 10 aprile 2019 – Il nodo del confine irlandese è ancora troppo intricato da sciogliere; ma, comunque vada, la Brexit si rivelerà un amaro calice per il popolo dell’Irlanda del Nord. I giovani, in particolare, che sono cresciuti europei, non comprendono cosa stia accadendo e perché. Non riescono a immaginare cosa ci sia dietro l’angolo con il forzato divorzio dalla Ue, anche in termini occupazionali. E attenzione al rischio di un possibile ritorno alle violenze.

 

Sono alcuni aspetti relativi alla faticosa, tribolata, e dai confini ancora da definire – in senso metaforico e non – uscita del Regno Unito dall’Unione europea, emersi nel corso del dibattito “Brexit and the Irish border”, tenutosi alla John Cabot University (JCU) di Roma, a cura dall’Istituto Guarini per gli Affari Pubblici, e a cui hanno partecipato diplomatici, studiosi di politica estera, ricercatori e giovani di diverse nazionalità.

 

«La gioventù d’Irlanda è cresciuta con il senso di appartenenza europeo e ora è disorientata. Il popolo Nord irlandese è legato all’Inghilterra, ma la maggioranza non vuole lasciare la Ue. Il referendum, va detto, è uno strumento che non protegge le minoranze e che non fornisce sempre le soluzioni migliori a problematiche sociali e politico-economiche così intricate», ha spiegato Tara Keenan, docente JCU, aprendo i lavori e dando il via al dibattito.

 

Bisogna prestare molta attenzione – è emerso – agli scenari che potrebbero prefigurarsi con il concretizzarsi della Brexit e con la ricostruzione del confine irlandese. C’è il rischio che vadano vanificati gli accordi del Venerdì Santo di 21 anni fa e che si riaccenda il conflitto storico fra repubblicani nazionalisti, prevalentemente cattolici, e i lealisti filo-britannici, per lo più protestanti.

 

Ora il confine irlandese non è una frontiera tangibile. La linea che vediamo nelle carte geografiche, in realtà passa anche attraverso le case. Così può capitare di avere la camera da letto in Irlanda del Nord e il soggiorno in Eire. Viaggiando in macchina, può succedere di transitare a tratti in uno Stato e a tratti nell’altro.

 

L’unificazione fra le due Irlande rappresenta uno scenario plausibile? «Molto difficile, ma non impossibile», le risposte dalla platea.  

 

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John Cabot University

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