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Brexit, Parlamento per il ‘no deal’ contro Theresa May

Tiro mancino su Brexit, della Camera dei Comuni alla premierTheresa May. 308 deputati britannici uniti nel voto a  favore di un emendamento bipartisan alla Legge di Bilancio. I voti contrari sono stati 296.  Si tratta di un duro colpo sferrato al governo May che potrebbe subire una limitazione di poteri sul piano fiscale. L’emendamento, promosso dal deputato Tory ed ex ministro della Giustizia, Dominic Grieve, e votato a gran furore dalla Camera bassa, mira al contenimento della pressione fiscale nell’ambito di nuove tassazioni e introduzioni di meccanismi finanziari nel caso di mancato accordo su Brexit.

Malgrado l’indebolimento del suo governo anche per il voto dell’8 gennaio, Theresa May spera che la vicenda prenda una piega diversa e conta ancora su un possibile consenso. La  ratifica dell'accordo con Bruxelles in Parlamento è fissato per il 14 gennaio. Gli scenari per gli osservatori più attenti appaiono nebulosi ma non direttamente dipendenti dalla decisione della camera bassa del Parlamento britannico, che pur muovendosi per giungere a un 'no-deal' non potrà impedirlo del tutto.

Intanto il back stop è il nodo cruciale per la May che  attende chiarimenti da Bruxelles , per il mantenimento del confine aperto in Irlanda dopo la Brexit. I colloqui con i leader dell'Unione europea proseguiranno nei prossimi giorni , ha riferito la premier che auspica sviluppi positivi. Il back stop  ovvero la clausola di emergenza, potrebbe determinare differenze nelle regole doganali e commerciali tra l’Irlanda e il Regno Unito  e  Theresa May vuole essere rassicurata che queste non diventino  stabili e durature.  IL percorso  da qui al 29 marzo prossimo, data di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, non sarà facile e sembrerebbe che la premier stia lavorando per un piano B ed ottenere condizioni più favorevoli da quelle fissate per la Brexit dall’art. 50.