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Bruxelles, 13-12-2018 – Negli ultimi anni, numerose calamità naturali hanno colpito tutte le regioni dell'UE, causando centinaia di vittime e miliardi di danni alle infrastrutture. Per proteggere meglio i cittadini, rescEU rafforzerà l'attuale meccanismo unionale di protezione civile. In particolare, sarà creata una nuova riserva europea di capacità che comprenderà aerei da utilizzare contro gli incendi boschivi, sistemi speciali di pompaggio, squadre di ricerca e soccorso in ambiente urbano, ospedali da campo e unità mediche di pronto intervento.
Il Presidente Jean-Claude Juncker ha dichiarato in questa occasione: "Un'Europa che protegge i cittadini dev'essere presente nei momenti di necessità. Quando, di fronte a un pericoloso incendio boschivo o a un'inondazione, le capacità di risposta nazionali si rivelano insufficienti, i nostri cittadini chiedono fatti, non parole. Il sistema rescEU garantirà una solidarietà concreta agli Stati membri colpiti da calamità."
Il Commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides, ha dichiarato: "Le calamità naturali non hanno confini e i cambiamenti climatici ne aumentano i rischi e l'impatto. Con rescEU il nostro attuale meccanismo di protezione civile passa allo stadio successivo. Il passo avanti di oggi dimostra che quando c'è la volontà di fare, si riesce nell'intento. Sono grato al Parlamento europeo, in particolare alla relatrice, on. Elisabetta Gardini, e al relatore per parere sul bilancio, on. Jose-Manuel Fernandes, nonché alla Presidenza austriaca per aver portato avanti questa iniziativa. Il potenziamento del meccanismo unionale di protezione civile permetterà di aumentare le capacità, di migliorare il coordinamento tra gli Stati membri e, soprattutto, di rendere più efficace la solidarietà verso i nostri cittadini. Si tratta di una soluzione europea a un problema europeo."
Rafforzamento della capacità di risposta europea
L'UE rafforzerà la sua capacità di risposta attraverso le misure seguenti:
- creerà a livello europeo, in collaborazione con gli Stati membri, una riserva comune di capacità che permetterà di reagire alle catastrofi. Tali capacità includeranno aerei antincendio e altri mezzi idonei a rispondere a situazioni quali le emergenze mediche o gli incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari;
- cofinanzierà i costi operativi delle capacità di rescEU in caso di utilizzo in operazioni rientranti nel meccanismo unionale di protezione civile;
- cofinanzierà lo sviluppo delle capacità di rescEU;
- aumenterà il sostegno finanziario per i mezzi registrati nel pool europeo di protezione civile, compresi i costi di adeguamento, riparazione, operativi (all'interno dell'UE) e di trasporto (al di fuori dell'UE).
Potenziamento della prevenzione e della preparazione alle catastrofi
L'UE potenzierà il suo sostegno affinché gli Stati membri possano migliorare la gestione del rischio di catastrofi:
- istituirà un quadro di segnalazione semplificato, basato sui principali rischi di natura transfrontaliera e sui rischi poco probabili ma di grande impatto;
- fornirà sostegno, attraverso un meccanismo di consultazione, l'invio di missioni di esperti e raccomandazioni sul seguito da dare, affinché gli Stati membri riescano a potenziare le loro attuali misure;
- sosterrà lo scambio di conoscenze e di esperienze tramite la creazione di una nuova rete dell'UE di conoscenze in materia di protezione civile.
Prossime tappe: dopo l'accordo politico di oggi, rescEU dovrà essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'UE.
Contesto
Perché abbiamo bisogno di rescEU? Il meccanismo unionale di protezione civile si basa attualmente su un sistema che permette all'UE di coordinare i contributi volontari degli Stati partecipanti a un paese che chiede assistenza. Le offerte di assistenza sono coordinate dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze, con sede a Bruxelles. Negli ultimi anni, condizioni meteorologiche estreme e altri fenomeni hanno messo a dura prova la capacità degli Stati membri di aiutarsi a vicenda, in particolare quando molti di essi si sono trovati ad affrontare simultaneamente lo stesso tipo di calamità. In casi del genere, in presenza di mezzi limitati o a fronte di una totale indisponibilità di mezzi, l'UE non dispone di una capacità di riserva per aiutare gli Stati membri che non riescono a reagire da soli. Lo scenario di rischio che si sta profilando fa inoltre emergere l'esigenza di riflettere insieme sulle capacità necessarie per fronteggiare rischi poco probabili ma di grande impatto, di cui attualmente gli Stati membri sono privi.
L'Unione europea ha dovuto affrontare un numero considerevole di catastrofi, con perdite di vite umane e altre gravi conseguenze per i cittadini, le comunità, le imprese e l'ambiente. Solo nel 2017 le catastrofi naturali in Europa hanno mietuto 200 vittime, con costi economici anch'essi ingenti: nel 2016 si sono registrati quasi 10 miliardi di euro di danni nel continente europeo.